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Curiosity Killed the Cat

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Curiosity Killed the Cat

5 - 11 dicembre 2020

Rubrica di approfondimento

Oggi ci perderemo nell’incanto del Giardino di Ninfa … che proprio quest’anno festeggia il suo centenario e la cui storia si intreccia con quella della nobile famiglia Caetani. Il Giardino di Ninfa nasce, in provincia di Latina, dalle rovine dell’omonima città medievale che venne distrutta nel 1382. Dopo la distruzione, un manto di vegetazione avvolse le rovine, rendendo questo luogo impervio e quasi proibito. Tutto venne ricoperto di piante: felci, campanule ed edere avvolsero le mura e le torri, come in una sorta di scrigno vegetale protettivo. La famiglia Caetani, proprietaria di questi terreni, ritornò qui solo alla fine dell'800, a causa della malaria, e iniziò a donare nuovo splendore a Ninfa. Fu per prima Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onorato Caetani,  a progettare un giardino. Insieme ai suoi figli Leone, Gelasio e Roffredo, creò un magnifico giardino in stile inglese, stabilendo a Ninfa la residenza di campagna della famiglia. In seguito furono Marguerite Chapin Caetani, moglie di Roffredo Caetani ed editrice della rivista intellettuale Botteghe Oscure, e sua figlia Lelia a trasformare Ninfa in una vera oasi intellettuale e spirituale. Ninfa divenne luogo d’ispirazione per molti intellettuali. Tra i nomi più illustri troviamo Boris Leonidovič Pasternak, Virginia Woolf, Gabriele D’Annunzio, Giuseppe Ungaretti e Giorgio Bassani. Quest'ultimo, redattore della rivista Botteghe Oscure fondata dalla stessa Marguerite,  si ispirò all'atmosfera di Ninfa e alla famiglia Caetani per il suo Giardino dei Finzi-Contini. Lelia, abile pittrice, curò il giardino come fosse una sua tela: accostò colori e assecondò il naturale sviluppo delle piante, introdusse numerose magnolie, prunus, rose rampicanti e realizzò il rock garden. Dal 1972 è la Fondazione Roffredo Caetani, voluta fortemente da Lelia Caetani in quanto ultima erede della famiglia, ad occuparsi della conservazione e della valorizzazione di questo patrimonio naturalistico. Patrimonio che conta al suo interno circa 1300 specie di piante che crescono rigogliose tra il fiume Ninfa, i ruscelli e il lago. Iris acquatici, aceri giapponesi, betulle, meli ornamentali, agrifogli, infinite varietà di rose e magnolie, glicini, ortensie e bambù sono diventati habitat per rapaci, trampolieri e passeriforme. Il risultato è un vero e proprio dipinto fiabesco paragonabile alla bellezza delle Ninfee di Monet. In molti ricorderanno come il New York Times lo abbia incoronato come il più bello e romantico giardino del mondo; in pochi invece conosceranno le leggende locali su Ninfa: si  narra della bellissima principessa Ninfa, contesa da due Re. Il gentile e buono Re Martino, il cui sentimento era ricambiato dalla giovane, e il Re Moro, malefico stregone. Il Re, padre di Ninfa, disse loro che avrebbe concesso la figlia in sposa a colui che avesse prosciugato le paludi delle sue terre. Re Martino si fece in quattro per costruire canali e opere d’ingegno, ma inutilmente, e non riuscì a sconfiggere la palude. Re Moro, invece, con una magia e senza troppa fatica, prosciugò la palude. Ninfa allora, per non andare in sposa al Re Moro, si gettò nel lago e scomparve per sempre nelle acque. Alcuni raccontano che Ninfa si fosse trasformata in una fata malvagia e cercasse di rubare le anime dei giovani fidanzati che si attardavano la sera. Questa altro non è che un'allegoria della malaria che appestava la zona dal XIV secolo. Altri raccontano semplicemente che i fiori e le piante di Ninfa siano bellissimi perché la principessa, che vive ancora lì, li accarezza dolcemente ogni giorno.

Per concludere ed approfondire l'argomento,vi suggeriamo alcuni titoli del catalogo di Biblioteche di Roma:

A Sabato prossimo per altre storie!

a cura di Marta
Progetto Servizio Civile 'Giovani e Innovazione nelle Biblioteche'