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Curiosity Killed the Cat

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Curiosity Killed the Cat

18 - 24 luglio 2020

La rubrica del sabato

Carissimi lettori, eccoci di nuovo alla rubrica del sabato. Questa settimana vogliamo parlarvi di un piccolo, piccolissimo gioiello tipografico, nato dall'abilità artigiana dei librai e stampatori italiani.

Realizzato a Padova dalla Tipografia dei Fratelli Salmin nel 1897, con le dimensioni di 16x10 millimetri, Galileo a Madama Cristina di Lorena (1615) sembra essere il libro a caratteri mobili più piccolo del mondo. Le ridotte dimensioni del libro non devono far pensare a un contenuto di poco valore. Il volume contiene il testo della lettera rivolta da Galileo alla Granduchessa di Toscana Cristina di Lorena. La Granduchessa, attratta dal sapere scientifico, intrattenne un rapporto epistolare con Galileo Galilei, il quale indirizzò proprio a lei la più famosa delle sue quattro Lettere copernicane, datata 1615. La missiva si può considerare un vero trattato sul rapporto tra Scienza e Fede, in cui si rivendica l'assoluta libertà della scienza e del metodo scientifico, di fronte a qualsiasi religione e a qualsiasi teologia. La Bibbia non può essere chiamata a testimoniare verità di ordine naturale, non deve essere presa alla lettera. Solo la scienza possiede gli strumenti (sensate esperienze e necessarie dimostrazioni) per valutare i fenomeni della natura.

La difficoltà tecnica nel realizzare questo tipo di formato non consisteva tanto nelle misure della pagina, ma nel creare un corpo di carattere di dimensioni così piccole e capace di trasmettere chiaramente la lettera incisa a mano. Il carattere utilizzato è noto con il nome di "occhio di mosca" di corpo 2, il più piccolo mai creato e fu in precedenza usato dallo stesso editore per la stampa dell'altrettanto celebre edizione della Divina Commedia di Dante Alighieri del 1878, chiamata proprio per le sue minute dimensioni Dantino. Nella dicitura finale del libro è infatti scritto: «stampato coi caratteri del Dantino onde superare qualsiasi altra minuscola edizione, Maggio 1897».

In tutta Italia si conoscono cinque copie del piccolo libro, di cui una è conservata presso la Biblioteca Piana di Cesena; sembra che i caratteri usati nella tipografia dei Fratelli Salmin siano stati distrutti, mentre i punzoni (parallelepipedi in acciaio sulla cui testa è inciso in rilievo e a rovescio il segno tipografico di lettere, numeri e punteggiatura per la realizzazione dei caratteri mobili) entrarono a far parte della collezione del Museo Nazionale del Libro di Torino, poi chiuso nella prima metà del Novecento.

A sabato prossimo per un'altra curiosità!

a cura di Marta
Progetto Servizio Civile 'Giovani e Innovazione nelle Biblioteche'

Per leggere le curiosità delle settimane precedenti, clicca in basso:

  1. Le panchine letterarie
  2. Arthur Schopenauer
  3. Lo smiley
  4. Com’è fatto un libro?

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Appuntamenti digitali oltre il Maggio dei Libri