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Quando l’arte incontra un romanzo

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Quando l’arte incontra un romanzo

9 - 15 ottobre 2020

La rubrica del venerdì

Buongiorno amici! Oggi, Venerdì 9 ottobre, proseguiamo con la nostra rubrica settimanale rivolta a tutti coloro che, oltre ad amare la lettura, sono anche appassionati di arte. Conosceremo più da vicino una serie di romanzi nei quali l’incontro tra la parola e l’immagine prende forme diverse: a volte accade che un quadro entri nel racconto attraverso la sua descrizione, caricandosi di nuovi significati, altre volte che gli artisti siano protagonisti di romanzi biografici, altre ancora che opere d’arte, reali o immaginarie, diventino cornice di avvincenti romanzi gialli o di storie d’amore e di vita. Continuiamo questo percorso, augurandovi come sempre una piacevole lettura.

Il Romanzo

Charlotte di David Foenkinos, Mondadori 2015. David Foenkinos, folgorato dai disegni della Salomon, scava nella vita della giovane pittrice, torna nei luoghi in cui ha vissuto, incontra chiunque tra quelli che l’hanno conosciuta sia disposto a parlare: il risultato è un libro a metà strada tra romanzo e biografia, intenso e crudele. Prima della persecuzione, la vita di Charlotte ha già familiarità con il dolore: la depressione e il suicidio sembrano infatti non voler risparmiare quasi nessuna donna della famiglia, incapaci di contrastare i loro demoni e scegliere la vita. Quelle morti violente segnano in maniera indelebile la sua infanzia e gioventù, nonostante Charlotte – che porta il nome della zia mai conosciuta, morta suicida a soli diciotto anni – venga a conoscenza della verità solo molti anni più tardi. Neppure la madre infatti riesce a sopportare il peso della vita e nulla possono l’amore del marito – ambizioso chirurgo – e della figlia, cui ha dato il nome della compianta sorella: un attimo di distrazione e Franziska si toglie la vita, per diventare un angelo, come aveva detto a Charlotte ancora bambina. Poi, sembra tornare un poco di serenità per la famiglia Salomon con l’arrivo, nelle vite di Albert e della figlia, della celebre cantante Paula Lindberg, che presto diventerà la matrigna di Charlotte. Paula porta con sé allegria, fama, un circolo vivace di intellettuali ed artisti e soprattutto un profondo affetto per la figliastra. Per mezzo di Paula, irrompe anche nella sua vita – come insegnante di canto della matrigna - Alfred, l’uomo che Charlotte amerà più di chiunque altro, la loro storia impressa per sempre nei suoi dipinti. La scoperta dell’amore e del sesso, la clandestinità di un rapporto da tenere celato, i dubbi e le insicurezze di una giovane donna alla sua prima esperienza sentimentale: Foenkinos ricostruisce la storia tra Charlotte ed Alfred e, dove la ricerca biografica non arriva, subentra la fantasia del romanziere ad immaginare dialoghi, momenti di intimità ed affetto. Alfred sarà una figura centrale nella vita della giovane pittrice, non soltanto per il profondo sentimento che lega Charlotte a quell’uomo schivo, ma anche per la fiducia che Alfred ripone nel genio dell’amata. La scoperta dell’arte e il desiderio di dedicarsi totalmente ad essa risalgono a prima, quando, all’ombra delle leggi razziali, riesce ad essere ammessa all’Accademia di Belle Arti di Berlino; è il talento – e la coraggiosa lungimiranza di un docente dell’Accademia – ad aprire a Charlotte le porte del mondo cui aspira a far parte, un talento ancora acerbo ma che con gli stimoli giusti avrebbe potuto senza dubbio condurre ad esiti sorprendenti. Neppure il mondo accademico tuttavia è immune dal clima nazista e dalle sue costrizioni. È la guerra che si insinua sempre più nella quotidianità, ma soprattutto è la persecuzione contro gli ebrei, a cui la famiglia di Charlotte non riesce a sfuggire. Discriminazioni, paura, violenza, periodi di prigionia e poi la fuga: non esiste in quell’Europa un luogo realmente sicuro per una giovane ebrea che, nel tentativo di salvarsi, lascia la sua casa, la sua famiglia, gli affetti che non è certa riuscirà un giorno a ritrovare. Charlotte deve vivere, deve creare, deve dipingere, dipingere per non impazzire. Ma è troppo tardi, la guerra incombe ovunque.

L’opera

Vita? O Teatro? (1940-1942, raccolta di 1325 dipinti a tempera e a guazzo, Joods Historisch Museum, Amsterdam) di Charlotte Salomon. Vita? O Teatro? comprende tutta la produzione artistica di Charlotte Salomon,  racchiusa in 1325 fogli realizzati con la tecnica del "guazzo", nei quali viene raccontata tutta la sua vita: l'infanzia felice, gli studi accademici, la rielaborazione del suicidio della madre, la fuga dal nazismo, fino ai giorni prima dell'arresto. Un percorso interiore che già dal titolo appare significativo: Vita? O Teatro?. La sua opera, corredata da testi e musiche, è cadenzata come un vero e proprio copione teatrale. Nel racconto della tragedia, Charlotte riscatta la sua personalità di donna, una donna che per mezzo della propria arte, fuggendo da ogni vittimismo, si scrolla di dosso gli orrori che la circondano. Uno stile innovativo, quello di Charlotte, che “la rende un precursore della forma oggi chiamata graphic novel”; pittura, scrittura, musica e teatro si uniscono e si mescolano in “un linguaggio espressivo praticamente inedito allora”, in grado di trasmettere con immediatezza e lievità attimi di toccante drammaticità storica e personale.

L’incontro

«È tutta la mia vita»: con queste parole una giovane pittrice tedesca di origine ebraica consegna nelle mani di un medico la valigia contenente la sua opera definitiva che intitola Vita? O teatro?. Disegni, parole e musica che ripercorrono la breve vita dell’artista, segnata dalla sofferenza e dal lutto, ma anche dall’amore profondo per un uomo, Alfred Wolfsohn, mai dimenticato. Quelle parole rivolte al dottor Moridis,  oltre a richiamare il titolo dato all’opera autobiografica, racchiudono anche la drammaticità del momento e il valore di ciò che gli sta affidando: tutta la mia vita, qui rielaborata in ogni suo dramma, sentimento, dolore o gioia, tutto ciò che rimane di me. Sarà il testamento di Charlotte Salomon, di lì a poco deportata ad Auschwitz dalla furia nazista, dove morirà a soli ventisei anni.

Curiosità

La pittrice rimane sconosciuta al mondo dell’arte per lungo tempo, forse perché troppo all’avanguardia, finché nel 1961 Willem Sandberg non organizza allo Stedelijk di Amsterdam una prima mostra retrospettiva alla quale seguono importanti esposizioni internazionali, non ultima Documenta a Kassel: è stato grazie a Carolyn Christov-Bakargiev che Charlotte Salomon è stata inserita nella tredicesima edizione della manifestazione tedesca, sancendo così, come ricorda la direttrice del Jewish Historical Museum di Amsterdam Joel Cahen, “la sua entrata definitiva nel mondo dell’arte moderna”. Del 1981 è il film biografico dal titolo Charlotte, del regista Frans Weisz.

Per leggere le rubriche delle settimane precedenti, clicca in basso:

  1. Confessioni di una maschera di Yukio Mishima
  2. Il cardellino di Donna Tartt
  3. La ragazza con l'orecchino di perla di Tracy Chevalier
  4. Schiava di Picasso di Osvaldo Guerrieri
  5. Ninfee nere di Michel Bussi
  6. E le altre sere verrai? di Philippe Besson
  7. La vita moderna di Susan Vreeland
  8. I delitti della primavera di Stella Stollo
  9. La vedova Van Gogh di Camillo Sanchez
  10. Il ritratto Bellini di Jason Goodwin
  11. L’uomo che veniva da Messina di Silvana La Spina
  12. La lista di Lisette di Susan Vreeland
  13. ¡Viva la vida! di Pino Cacucci
  14. La passione di Artemisia di Susan Vreeland
  15. La ragazza delle fragole di Lisa Stromme
  16. La felicità delle piccole cose di Caroline Vermalle
  17. La moneta di Akragas di Andrea Camilleri

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