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Quando l’arte incontra un romanzo

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Quando l’arte incontra un romanzo

24 - 30 luglio 2020

La rubrica del venerdì

Buongiorno amici! Proseguiamo oggi, Venerdì 24 Luglio, con la nostra rubrica settimanale, rivolta a tutti coloro che, oltre ad amare la lettura, sono anche appassionati di arte. Conosceremo più da vicino una serie di romanzi nei quali l’incontro tra la parola e l’immagine prende forme diverse: a volte accade che un quadro entri nel racconto attraverso la sua descrizione, caricandosi di nuovi significati, altre volte che gli artisti siano protagonisti di romanzi biografici, altre ancora che opere d’arte, reali o immaginarie, diventino cornice di avvincenti romanzi gialli o di storie d’amore e di vita. Continuiamo questo percorso, augurandovi come sempre una piacevole lettura.

Il Romanzo

L’uomo che veniva da Messina di Silvana La Spina è la storia del grande pittore siciliano Antonello da Messina. Romanzo storico, romanzo d’arte, è di fatto il ritratto di un uomo che, in preda al delirio in punto di morte, invoca il suo Maestro Colantonio e gli racconta, andando a ritroso nel tempo, la sua vita. Antonello è un uomo ormai alla fine dei suoi giorni, è famoso in tutto il mondo, eppure la sua città natale non gli rende nessun omaggio e la famiglia di origine si rivela meschina e avara. Il ritratto di Antonello da Messina che ci propone Silvana La Spina non è solo quello del grande artista ma, soprattutto, quello di un uomo solo, personaggio del suo tempo, curioso di imparare nuove tecniche pittoriche e di confrontarsi con altri artisti; coraggioso a tal punto da essere in forte contrasto con la sua famiglia e lasciare Messina per scoprire nuovi mondi e fare nuove esperienze. Attraverso la vita del grande pittore messinese l’autrice ci narra anche una Napoli dominata dai cortigiani, come il Panormita e la bella Lucrezia, la Roma dei cardinali cialtroni e delle prostitute, la Mantova del Mantegna, la Venezia che gli darà fama e gloria, il Regno di Sicilia dei viceré, ma anche l’amicizia con Vincenzo Bellini, la storia appassionante con Grieg e la ricerca ossessiva sulle tecniche della pittura a olio. L’uomo che veniva da Messina è un romanzo sull’ossessione dell’arte… ovvero sull’insopprimibile necessità di ogni artista di raggiungere l’apice, di tendere alla perfezione, di conquistare quella tappa che possa consentirgli di contrapporre la bellezza e la grandezza dell’opera alla forza annientatrice della Morte. Perché questa è, in definitiva, la vera battaglia che intraprende ogni artista. Una battaglia contro i propri limiti e contro la propria fine.

L'Opera

L’Annunciata (1474-1477?, Olio su tavola – 45x34,5 cm, Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, Palermo) di Antonello da Messina. Antonio di Giovanni de Antonio, soprannominato Antonello da Messina, nacque a Messina nel 1430  e morì nella stessa città nel febbraio 1479. È considerato il più importante artista figurativo siciliano della sua epoca. Seppe coniugare la monumentalità e il classico razionalismo della forma proprio dello stile italiano con l’attenzione al dettaglio della pittura fiamminga. Antonello realizzò il dipinto che ritrae la Vergine Annunciata, attraverso un'attenta resa prospettica che si evidenzia nella mano in scorcio. Al centro del dipinto, Maria è avvolta da un velo blu che le copre il capo e le spalle. La Vergine porta la mano destra in avanti, mentre con la mano sinistra chiude il velo sul petto. Si intravede anche l’abito rosso coperto dal tessuto. Il viso e il corpo sono frontali. Lo sguardo, invece, è rivolto a sinistra in basso. L’espressione è timorosa. I lineamenti del viso sono giovanili e regolari. A sinistra del dipinto, si trova un leggìo. Su di esso si nota un libro aperto con le pagine sollevate. Infine, il fondo del dipinto è di un nero così profondo da mettere in evidenza il ritratto della Vergine. La Madonna guarda davanti a sé, come se già avesse ricevuto la notizia. L’angelo, se fosse presente nella scena, lo si potrebbe pensare al posto dell'artista o dell’osservatore. Il pittore sceglie di non rappresentarlo, perché il messaggero di Dio, che annuncia alla Vergine il suo destino, è già presente dentro di lei, in quel petto verso cui la mano destra si dirige, mentre chiude il velo con un gesto di assoluta intimità.

L'Incontro

Silvana La Spina, nel suo romanzo, ci racconta un Antonello da Messina che si innamora perdutamente di Griet, figlia illegittima del grande pittore fiammingo Van Eyck. E allo sviluppo di quest’amore contrastato, dolente e destinato alla tragedia, sarà legata la realizzazione dell’opera più grande del Messinese: L’Annunciata, ritratta con la mano destra sollevata. Un’Annunciata dal volto bellissimo, che riprende i tratti della donna amata.

Curiosità

A lungo si è cercato di capire cosa rappresentassero i segni posti sul manoscritto di fronte alla Madonna, nell’opera di Antonello da Messina. Grazie alle ricerche più recenti, è stato possibile ricavare maggiori informazioni sul libro dipinto all'interno del quadro: Maria ha davanti a lei un Magnificat, come attestato dalla "M" di apertura riconosciuta nel testo. Le scritte in nero sul foglio, inoltre, evidenziano residui di alcune lettere che dovevano comporre certe frasi iniziali del Magnificat: “anima mea Dominum, et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo”.

Per leggere le rubriche delle settimane precedenti, clicca in basso:

  1. Confessioni di una maschera di Yukio Mishima
  2. Il cardellino di Donna Tartt
  3. La ragazza con l'orecchino di perla di Tracy Chevalier
  4. Schiava di Picasso di Osvaldo Guerrieri
  5. Ninfee nere di Michel Bussi
  6. E le altre sere verrai? di Philippe Besson
  7. La vita moderna di Susan Vreeland
  8. I delitti della primavera di Stella Stollo
  9. La vedova Van Gogh di Camillo Sanchez
  10. Il ritratto Bellini di Jason Goodwin

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