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Quando l’arte incontra un romanzo

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Quando l’arte incontra un romanzo

19 - 25 giugno 2020

La rubrica del venerdì

Buongiorno amici! Proseguiamo oggi, Venerdì 19 Giugno, con la nostra rubrica settimanale, rivolta a tutti coloro che, oltre ad amare la lettura, sono anche appassionati di arte. Conosceremo più da vicino una serie di romanzi nei quali l’incontro tra la parola e l’immagine prende forme diverse: a volte accade che un quadro entri nel racconto attraverso la sua descrizione, caricandosi di nuovi significati, altre volte che gli artisti siano protagonisti di romanzi biografici, altre ancora che opere d’arte, reali o immaginarie, diventino cornice di avvincenti romanzi gialli o di storie d’amore e di vita. Continuiamo questo percorso, augurandovi come sempre una piacevole lettura.   

Il Romanzo

E le altre sere verrai? è il romanzo con cui Philippe Besson ha vinto nel 2003 il Grand prix RTL-Lire: ambientato ai giorni nostri a Cape Cod, penisola a sudest di Boston, narra le vicende di Louise, una drammaturga di successo e di Stephen, suo vecchio amore, che torna dopo molto tempo per concludere un dialogo rimasto in sospeso. C’è anche Ben, un cameriere che lavora in uno dei tanti locali della baia, il Phillies, del quale Louise è cliente abituale. I due si conoscono da anni, ma la loro non è un’amicizia fatta di storie ed esperienze comuni; condividono quel luogo, insieme ai gesti e alle abitudini che lo abitano. Titolo originale del romanzo è L'Arrière-saison, termine che indica l’autunno avanzato e, in senso figurato, anche quella stagione della vita che viene prima della vecchiaia e ha il sapore del crepuscolo. E le altre sere verrai? è una storia senza tempo, dove passato e presente si mescolano in un andirivieni di ricordi e l’interazione tra i personaggi è cauta, quasi sottotono, ma allo stesso tempo carica di emozioni.

L’Opera

I nottambuli (1942, olio su tela, 84.1 × 152.4 cm, Art Institute di Chicago) è una celebre opera del pittore statunitense Edward Hopper (1882-1967), tra i più importanti esponenti del realismo americano. Il dipinto fu progettato nel 1941, anno al quale risalgono alcuni schizzi presenti nel taccuino dell’artista, e fu completato all’inizio dell’anno seguente. Esposto nella galleria d'arte di Rehn, fu acquistato il 13 maggio 1942 da Daniel Catton Rich, direttore dell'Art Institute di Chicago. La scena del dipinto è attraversata dalla vetrata del Caffè Phillies, posto prospetticamente ad angolo; il locale è illuminato da una luce fredda e al suo interno si trovano quattro personaggi: un cameriere con una divisa bianca, due uomini in abiti scuri e una donna dai capelli rossi. All’esterno la strada è deserta, le serrande dei negozi sono chiuse, l’ambiente urbano è attraversato dall’oscurità della notte, appena attenuata dalla luce a neon del locale. I personaggi non comunicano tra di loro e la scena appare immobile e quieta, immersa in un’atmosfera sospesa e quasi irreale. Nel 1950 su Art News Charles Burchfield scriveva riguardo a Hopper: «C'è, ad esempio, l'elemento del silenzio, che sembra pervadere tutti i suoi lavori più importanti, qualunque sia la loro tecnica. Questo silenzio o, come è stato detto efficacemente, questa "dimensione di ascolto", è evidente nei quadri in cui compare l'uomo, ma anche in quelli in cui ci sono solo architetture».

L’incontro

«Un soir, sans intention particulière, j'ai observé la femme en robe rouge de la peinture, assise au comptoir d'un café nommé Phillies, entourée de trois hommes. Alors, ça s'est imposé à moi, sans que j'aie rien cherché. J'ai eu l'envie impérieuse de raconter l'histoire de cette femme et des trois hommes autour d'elle, et d'un café de Cape Cod».

In una "domenica di noia" Philippe Besson acquista una stampa de I nottambuli ed è proprio la riproduzione del quadro a ispirare la nascita del romanzo. Se l’opera di Hopper è caratterizzata dal silenzio e dall’immobilità, Besson realizza un’operazione di tendenza inversa, restituendo ai personaggi della tela quei dialoghi e quelle storie che nel dipinto sembrano impossibili. Lo scrittore compie anche un’altra trasformazione: la vicenda non è ambientata nella metropoli degli anni Quaranta raffigurata da Hopper, ma a Cape Cod, luogo nel quale l’artista ha trascorso il suo tempo libero insieme alla moglie Josephine a partire dal 1930.

Curiosità

La celebre opera di Hopper non ha solo ispirato la letteratura: possiamo infatti contare ben due incursioni nel mondo del cinema compiute da I nottambuli. Wim Wenders ha ricreato la scena del dipinto come tableau vivant nel suo film del 1997 The End of Violence, presentato in concorso al 50° Festival di Cannes; Dario Argento in Profondo Rosso del 1975 ha evocato l'opera nelle scene girate a piazza C.L.N. a Torino, dove compare il locale Blue Bar. I quadri di Hopper hanno ispirato anche altri grandi cineasti del Novecento, tra cui Alfred Hitchcock, Michelangelo Antonioni, David Lynch, Jim Jarmusch, Ridley Scott.

Per leggere le rubriche delle settimane precedenti, clicca in basso:

  1. Confessioni di una maschera di Yukio Mishima
  2. Il cardellino di Donna Tartt
  3. La ragazza con l'orecchino di perla di Tracy Chevalier
  4. Schiava di Picasso di Osvaldo Guerrieri
  5. Ninfee nere di Michel Bussi

 

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