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Quando l’arte incontra un romanzo

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Quando l’arte incontra un romanzo

25 settembre - 1 ottobre 2020

La rubrica del venerdì

Buongiorno amici! Continuiamo oggi, Venerdì 25 settembre, con la nostra rubrica settimanale rivolta a tutti coloro che, oltre ad amare la lettura, sono anche appassionati di arte. Conosceremo più da vicino una serie di romanzi nei quali l’incontro tra la parola e l’immagine prende forme diverse: a volte accade che un quadro entri nel racconto attraverso la sua descrizione, caricandosi di nuovi significati, altre volte che gli artisti siano protagonisti di romanzi biografici, altre ancora che opere d’arte, reali o immaginarie, diventino cornice di avvincenti romanzi gialli o di storie d’amore e di vita. Proseguiamo questo percorso, augurandovi come sempre una piacevole lettura.

Il Romanzo

La felicità delle piccole cose di Caroline Vermalle. A volte il destino decide la tua strada, ma spesso l’uomo può cambiare il corso degli eventi e creare l’incontro magico: questo sembra dire la scrittrice Caroline Vermalle nel suo romanzo La felicità delle piccole cose (Feltrinelli 2014). Affascinante, ricco e talentuoso, Frédéric, il protagonista della storia, sembra avere tutto quello che si può desiderare dalla vita. Gli manca una famiglia, ma dopo essere stato abbandonato dal padre molti anni prima, ha preferito circondarsi di oggetti lussuosi e belle donne, piuttosto che mettere ancora in gioco il suo cuore ferito. La sua grande passione sono i quadri impressionisti che ama collezionare. La svolta narrativa avviene con un lascito testamentario, da un uomo il cui nome gli è sconosciuto, contenente oggetti che all’apparenza non hanno molto significato: una sorta di mappa del tesoro con alcuni disegni all’interno e dei biglietti. Alcune frasi misteriose indicano un rebus da risolvere. I biglietti altro non sono che la prenotazione di un viaggio in treno e un ingresso a un importante museo francese, in cui ci sono quadri impressionisti. Frédéric si lascia coinvolgere da questo strano gioco che gli crea non pochi problemi sul lavoro, fino a che non viene completamente tagliato fuori. Con l’aiuto della giovane assistente Pétronille, pasticciona ma volonterosa, inizia un lungo viaggio attraverso i paesaggi innevati del Nord della Francia, tra i luoghi prediletti dai suoi amati impressionisti: Éragny, Vétheuil, il giardino di Monet, con una tappa d'obbligo al Musée d'Orsay. Un romanzo piacevole, che seppur leggero nel suo narrare, riesce a lasciare la sua scia e a dare tanti piccoli suggerimenti per vivere pienamente e con gioia la propria vita.

L’Opera

Il giardino dell’artista a Giverny (1900, olio su tela, 81x92 cm, Musée d’Orsay, Parigi) di Claude Monet. Questa è una delle opere che Claude Monet realizzò durante gli ultimi trent’anni della sua vita, nel suo giardino a Giverny. Nel quadro sono raffigurati, da una prospettiva diagonale, file di iris che, essendo posti sotto gli alberi, grazie alla luce filtrata dalle foglie, si presentano di vari toni e colori (viola, bluastri, rosa). Il contrasto della tavolozza eliotropica e dei percorsi rossi è ravvivato da un giardino fiorito e da quel pezzo di verde opaco che è visibile sullo sfondo. Monet preferiva non la disposizione caotica delle aiuole, ma la loro precisa geometria e qui le piante di iris sono disposte in strisce regolari. Una deliziosa combinazione di colori non lascia spazio alla fuliggine di carbone nero. In realtà, questa era l’idea dei primi impressionisti: niente oscurità e catrame.

L’incontro

Con i giorni Frédéric si convince sempre più che, dietro quel rebus e la mappa del tesoro, ci sia un quadro di Monet che gli verrà lasciato in eredità, ma seguendo le orme lasciate da qualcuno, si renderà conto dell’importanza delle cose che ha perso e delle verità che non ha conosciuto.

Curiosità

Nel 1893 Monet entra in trattativa con la città di Giverny per acquistare un appezzamento di terreno sul quale vuole far sorgere lo stagno di ninfee e il suo meraviglioso giardino. La sua abilità come giardiniere è sensazionale, tanto da arrivare quasi ad eguagliare quella di pittore. Immerso in questo paradiso, da lui stesso congeniato, desiderato, e realizzato, l’artista produsse alcune delle sue più famose opere. Ritraendo questo giardino Monet ritraeva se stesso, il posto in cui si era rinchiuso, per continuare a ricercare incessantemente il puro gioco di colore e il puro gioco dei movimenti della luce.

Per leggere le rubriche delle settimane precedenti, clicca in basso:

  1. Confessioni di una maschera di Yukio Mishima
  2. Il cardellino di Donna Tartt
  3. La ragazza con l'orecchino di perla di Tracy Chevalier
  4. Schiava di Picasso di Osvaldo Guerrieri
  5. Ninfee nere di Michel Bussi
  6. E le altre sere verrai? di Philippe Besson
  7. La vita moderna di Susan Vreeland
  8. I delitti della primavera di Stella Stollo
  9. La vedova Van Gogh di Camillo Sanchez
  10. Il ritratto Bellini di Jason Goodwin
  11. L’uomo che veniva da Messina di Silvana La Spina
  12. La lista di Lisette di Susan Vreeland
  13. ¡Viva la vida! di Pino Cacucci
  14. La passione di Artemisia di Susan Vreeland
  15. La ragazza delle fragole di Lisa Stromme

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