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Il futuro non è più quello di una volta
La rubrica del lunedì
Care amiche e cari amici, buon giorno e buon inizio settimana!
Avete iniziato a farvi un’idea in merito al quesito da cui siamo partiti, ovvero se la fantascienza abbia o no un’intrinseca valenza politica? Ancora no? Non preoccupatevi, perché il nostro viaggio continua.
Come ormai avrete certamente capito procediamo “cercando viottoli, non autostrade; ragionamenti a zig-zag; cristalli sognanti; penultime verità, metalli urlanti; visioni pericolose e ambigue utopie” per dirla con Erremme Dibbi (al secolo Riccardo Mancini e Daniele Barbieri, due brutti ceffi nei confronti dei quali però siamo debitori di alcune preziose suggestioni!).
Oggi vogliamo puntare i nostri riflettori su un’opera forse meno conosciuta, ma che ci offre una diversa prospettiva ed un ulteriore spunto di riflessione: Triton : una ambigua eterotopia, un romanzo scritto da Samuel R. Delany nel 1976.
Nero e dichiaratamente bisessuale, probabilmente marxista, matematico, glottoteta, musicista e scrittore, nonché professore d’inglese a tempo perso, Samuel R. Delany è un personaggio che nemmeno lui saprebbe bene come presentarsi, tanto è errabondo e dedito alle più disparate avventure: dal fare il pescatore in Texas al cantante folk in Grecia.
Eppure Delany, nato e cresciuto nella Harlem afroamericana “benestante”, ha regalato opere che meriterebbero una maggiore attenzione da parte dei critici.
Senza timore di smentita possiamo affermare che Delany appartiene a quella schiera d’autori con cui la fantascienza entra in una fase “adulta”: affina i suoi strumenti d’indagine, si avventura sul terreno rischioso ma fecondo di una critica delle categorie di “reale” e “immaginario”, acquista una consapevolezza più precisa dello strumento linguistico con cui si trova a operare.
Attraverso le avventure di Bron Helstrom, Delany ci introduce nell'enigmatica civiltà di Triton: qui si sono sviluppate società tecnologicamente avanzate, dove non c'è povertà, e il controllo umano sull'esistenza materiale è completo. Ma Triton è qualcosa di più: una società organizzata sul principio del piacere, sull'emancipazione individuale, senza discriminazioni di classe, razza, sesso o età. Niente tabù e completa libertà di cambiare sesso. In questo mondo Bron incontrerà la Spiga, misteriosa teatrante che attraversa l'intero sistema. La loro vicenda, che s’intreccia con quella di una guerra planetaria per l'egemonia economica, condurrà Bron a una stupefacente metamorfosi.
Benché il libro sia stato ripetutamente dato alle stampe con un titolo più sintetico, il titolo originale Triton: una ambigua eterotopia denuncia l'intenzione di proseguire il discorso iniziato da Ursula K. Le Guin con il suo romanzo I reietti dell’altro pianeta: una ambigua utopia.
Non è un caso se sia Delany che Le Guin, siano parimenti considerati voci fuori dal coro di una letteratura d’idee dalla forte carica politica e dalla convinta vocazione a infrangere gli schemi precostituiti.
Come sempre vi auguriamo una buona lettura e vi diamo appuntamento a lunedì prossimo.
Per leggere le rubriche delle settimane precedenti, clicca in basso:
- Erewhon di Samuel Butler
- Trentasette Centigradi di Lino Aldani
- Abissi d’acciaio di Isaac Asimov
- Questo giorno perfetto di Ira Levin
- Solo il mimo canta al limitar del bosco di Walter Tevis
- Marcia di santi di Isaac Asimov
- Diradamento selettivo di Isaac Asimov
- Crumiro di Isaac Asimov
- Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick
- Odissea nel tempo di Arthur C. Clarke e Stephen Baxter
- Fahrenheit 451 di Ray Bradbury
- Dunque, dove eravamo rimasti?
- Il sole nudo di Isaac Asimov
- 1984 di George Orwell
- Epidemie della fantascienza. Opere Varie
- I mercanti dello spazio di F. Pohl e C.M. Kornbluth
- La conturbante bellezza di Ursula Kroeber Le Guin