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ottobre
L'ombra del vento
5 luglio - 1 ottobre 2021
Le recensioni di Anna Violati, coordinatrice del Circolo di Lettura
Il romanzo, pubblicato nel 2001, che ha rivelato il talento di
Carlos Ruiz Zafon, oltre a diventare un best seller con oltre otto milioni di copie vendute nel mondo (tradotto in 36 lingue), ha consacrato l’autore nell’Olimpo degli scrittori. La trama evidenzia una colta rivisitazione dei canoni di un certo tipo di letteratura ottocentesca (Dumas e Hugo), con sconfinamenti nel romanzo gotico con ambientazione storico-politica nella Barcellona franchista. Sembra occhieggiare il capolavoro di Umberto Eco “il nome della rosa”, con punti di contatto - oltre all’intreccio thrilling, la biblioteca come epicentro di tutti i misteri e la coppia di improvvisati detective: il protagonista Daniel e il suo mentore Fermin come l’Adso da Melk e Guglielmo da Barskeville. Il romanzo prende l’avvio, sullo sfondo della Barcellona del 1945, città ferita e divisa dalla guerra civile spagnola, quando Daniel Sempere all’alba del suo undicesimo compleanno, per colmare il vuoto lasciato dalla morte prematura della madre, viene accompagnato dal padre, proprietario di un negozio di libri usati, al
Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all’oblio migliaia di volumi. Qui invitato ad adottare un libro e a tenerne cura, Daniel è attratto dal libro “L’ombra del vento” che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un mondo di misteri e intrighi legati alla figura dell’autore Julian Carax. Ne rimane rapito tanto che è spinto a cercare altri libri dello stesso autore, ma scopre che “L’ombra del vento” è l’unica copia sopravvissuta di tutte le opere di Carax. Daniel affascinato dall’alone di mistero che avvolge lo scrittore, di cui non si sa se sia vivo o morto, inizia a indagare, affiancato da Fermin Romero de Torres. La ricerca durerà un decennio e accompagnerà Daniel nella sua crescita fino a quando diventa un uomo. Dal passato emergono storie di tradimento, di un’amicizia perduta, di amori fatali e impossibili, di follia omicida, di un macabro segreto. “Sono storie di amori, di odio e di sogni vissuti all’ombra del vento”. Il giovane è ostacolato nella sua ricerca dal misterioso uomo zoppicante e dal volto ustionato che si fa chiamare Lain Coubert e che cerca i libri di Carax per darli alle fiamme e dal perfido e spregevole ispettore della polizia criminale Fumero, al servizio del più forte, pronto a torturare e a uccidere per sapere dove sia lo scrittore. Proseguendo le ricerche scopre anche che le storie affondano le radici nell’infanzia di alcuni personaggi, allievi del collegio di San Gabriel: Julian Carax, l’ispettore Fumero, Jorge Aldaya (fratello di Penelope, la donna amata da Carax), Miquel Molinern (marito di Nuria, compagna di Carax per un certo periodo). Una storia anzi tante storie si sviluppano intorno ai vari personaggi collaterali, più romanzi nel romanzo, in cui Daniel trova tante somiglianze con la propria vita e con lo stesso Carax: una comune passione per i libri, l’amore contrastato con la sua Bea, che ricalca quello di Julian per Penelope, ad entrambi apparterrà la penna che un tempo era stata di Victor Hugo. Le due storie s’intrecciano e addirittura si sovrappongono, e fanno si che il primo diventi con il trascorrere del tempo un doppio del secondo, quasi in un gioco di specchi. A poco a poco, tra colpi di scena, l’identità di Julian Carax si rivela, ripercorrendo con vari flash back anche gli anni della guerra civile spagnola. Erano stati anni di bombardamenti, di paure e di privazioni. Nelle settimane successive alla caduta di Barcellona, venne sparso più sangue che in oltre due anni di guerra. Quando arrivò la pace era la pace livida dei cimiteri. Da allora una cappa di silenzio e di vergogna opprimeva l’anima degli abitanti e fiaccava lo spirito della città. Accanto ai protagonisti si affianca una Barcellona magica che ti entra nel sangue e ti ruba l’anima. A volte amica con il cielo terso e il profumo di mare, altre fredda e piovosa, ambigua e misteriosa negli stretti vicoli del Barrio Gotico e del Raval o nelle solitarie strade del Tibidabo. La nebbia può nascondere in ogni angolo sorprese e incontri inaspettati. Ma c’è un faro che illumina la cupezza della vita: una speranza, il ricordo di chi ci ama in cui continuiamo a vivere. La lettura è l’antidoto all’oblio, la parola scritta offre il piacere di penetrare nei segreti dell’anima, di abbandonarsi all’immaginazione, al mistero dell’invenzione letteraria. ”Viviamo in un mondo di ombre e la fantasia è un bene raro”. Il vero messaggio subliminale del libro, che regala brividi ed emozioni, consiste nella certezza che la letteratura, le pagine scritte, hanno più vita degli esseri viventi. Esse si animano e si rianimano ogni volta che qualcuno le sfoglia o le legge. La pagina scritta può contenere il dono dell’eternità, entrando in sintonia col lettore, rappresentare le sue speranze o le sue delusioni. Soprattutto farlo vivere con maggiore intensità.
Carlos Ruiz Zafon, L'ombra del vento, Mondadori, 2004