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L’assolutezza del cerchio, Yes I can
Martedì 5 febbraio ore 18
intervista a Renato Nicolini e Pinuccio Lovero,
Per i romani il Grande Raccordo Anulare non è solo la strada che abbraccia la città, ma un incubo, che ti accompagna giorno per giorno, a cui lentamente ti abitui, come a un'iniezione quotidiana di cianuro.
E' quello che cerca di capire in questo documentario di mezzora di intervista a Renato Nicolini "dov’è il centro vero di questo cerchio” , intervista girata dentro un van in cui lui sta seduto, tra gli svincoli della Maglianella, di Boccea e di Torrespaccata, mentre si percorre tutto il Grande Raccordo Anulare.
In questo "cerchio" circolare della natura e della città, vediamo i nuovi centri commerciali, le case in costruzione di piccoli quartieri che crescono velocemente, rimasugli di prati verdi e poi gialli. V
Si ragiona su come calcolare il raggio di questo cerchio nato così, negli anni cinquanta, “senza nessun collegamento”, troppo lontano dal centro per smaltire per davvero il traffico, senza uno schema, incrociando a caso strade e deviazioni, perché “gli snodi in cui le consolari attraversano il Gra non hanno motivo di essere, tranne l’assolutezza del cerchio”.
Costruito nei primi anni cinquanta, inseguendo il miraggio di un evento che avrebbe cambiato tutto, allora erano le Olimpiadi, il 1960.
Troppo largo allora, troppo piccolo oggi, a strozzare la città (in molti punti infatti è diventato a più corsie), forse il suo senso è soprattutto quello di lasciare una traccia,visto che Eugenio Gra, che fu primo presidente dell’Anas si inventò sia l’anello sia l’acronimo, sennò si sarebbe chiamato tangenziale, anche se non tange, ma circonda.
“Vengono in mente coincidenze con un passato infantile. Lewis Carroll, chissà cosa sarebbe successo ad Alice se avesse inseguito il Bianconiglio lungo il Grande Raccordo Anulare», dice sempre l’assessore all’effimero, mentre ricorda pure Freud che era stato a Roma e all’inizio si sentiva smarrito, “perché gli sembrava di vedere tutte insieme le presenze dei passati e delle varie epoche della città”.
Roma fa sempre uno strano effetto a chi ci arriva da fuori, raccordo o non raccordo.
Un vastità immensa di strade a disposizione, quartieri sconosciuti in cui evadere, autobus coi numeri grossi che non passano mai.
E palazzi poi, palazzi e palazzoni, infiniti contenitori di vite sconosciute. Il Grande Raccordo Anulare, in fondo, è il simbolo di tutto ciò, quel caos allo stato puro anello che s’ allarga e si stringe, dove tutto gira, si perde, torna.
Di sicuro questo anello non si può capire, dice Nicolini, ma si deve amare, col suo tragitto che taglia fuori “le enclave dei calciatori della Roma, che abitano vicino alla casa del loro capitano, al Torrino” e poco più in là, “le enclave dei Rom”, “i negozi di lampadari e quelli degli abiti da sposa”, “le torri di Tor Bella Monaca che ora un’architetto spagnolo s’è messo in testa di restaurare, diventa un posto chicchissimo, tipo la Garbatella, vuoi mettere, ma forse gli hanno fatto uno scherzo all’architetto”, tutto sempre sullo stesso piano, come Corrado Guzzanti ironizza nella sua famosissima "Raccordo Anulare"... Casalotti.... Bocceaaaaaaaaaaaaa
Yes I can di P.Mezzapesa (Italia 2012, 70’).
Saranno presenti gli autori
"Con Pinuccio Lovero Yes I Can" - ha dichiarato lo stesso regista - "l'intento è quello di raccontare come una società votata alla spettacolarizzazione di tutto, anche del quotidiano, possa alterare anche i sogni più semplici e ingenui". Ed è per questo che, andando oltre la semplicità del racconto e la leggerezza e la bonarietà di tono, si scorge nel documentario di Mezzapesa anche un retrogusto piuttosto amarognolo, una satira caustica, ma al tempo stesso disillusa e malinconica.
Elia Cevoli
RENATO NICOLINI - Via Marino Mazzacurati 76, 00148 Roma – Tel. 06 45460421
