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Cinema in pillole
Rubrica di approfndimento
Bentornati nella nostra rubrica dedicata al cinema! Con la pillola cinematografica di oggi vogliamo rimandarvi all’Inghilterra di Margaret Thatcher, la temutissima Lady di Ferro, primo ministro donna del Regno Unito con il mandato più lungo della storia del Paese (1979-1990). Il regista inglese Shane Meadows, voce del cinema indipendente britannico, nel 2006 girò un film dal titolo This is England, protagonista della puntata di oggi. La pellicola rappresenta un vero e proprio spaccato dell’Inghilterra dei primi anni ‘80, attraverso gli occhi di un ragazzino che, vittima di bullismo a scuola, ritrova il senso di accettazione e di integrazione in un gruppo di skinhead di una periferia marginale delle Midlands inglesi, riuscendo così a evadere da una dolorosa situazione domestica di solitudine, causata dalla tragica morte del padre, durante la guerra delle Falkland. Vediamo insieme quale profilo del Paese ci presenta il film che, con precisione documentaristica, volge lo sguardo al passato, alla mitica Inghilterra degli anni ‘80.
Da una parte vediamo la City, il grande polmone finanziario inglese, uno dei pilastri dell’economia britannica. Le imprese a partecipazione statale iniziano ad essere denazionalizzate, e persino grandi e solide compagnie come la British Airways vengono privatizzate. L’entusiasmo della Borsa è alle stelle. Il primo ministro Margaret Thatcher rimarrà in carica per ben undici anni, rivoluzionando la Gran Bretagna con le sue politiche liberali. Ciò che permise il prolungamento del mandato della Iron Lady fu la vittoria delle truppe inglesi nella guerra delle Falkland, un conflitto militare combattuto tra Regno Unito e Argentina per il possesso di quell’arcipelago tanto lontano dalla madrepatria. La forza colonialista inglese dimostrò come l’antico orgoglio imperiale riusciva ancora ad imporsi prepotentemente come e quando voleva. Un grande successo per il Paese e un enorme successo per la signora Thatcher, subito riconfermata al numero 10 di Downing Street. Ma quali furono i vinti di questa politica? L’Inghilterra al tempo contava più di 3 milioni di disoccupati. Le riforme liberali del primo ministro causarono un diffuso malcontento generale; passò alla storia la battaglia per la chiusura delle miniere, luoghi tetri in cui si producevano 400.000 tonnellate di carbone ogni anno ed in cui molti lavoratori, costretti a 600 metri di profondità, mettevano a repentaglio la propria vita per salari miseri. Queste furono teatro del grande sciopero dei minatori inglesi contro la decisione del governo di chiudere i pozzi giudicati improduttivi, nel quadro di una politica di taglio drastico dei rami secchi. Uno sciopero che sembrò interminabile all'inizio, ma che terminò dopo un anno senza portare ad alcun cambio di direzione. Era un’Inghilterra diversa dal Paese felice, vitale e permissivo cantato dai Beatles ed espresso dalla loro filosofia di vita ormai diametralmente opposta alla realtà, una realtà in cui la paura dell’AIDS e la discriminazione razziale erano oramai all’ordine del giorno. Appartenere a una minoranza etnica significava non avere un impiego decente ed essere confinati in alloggi degradanti. La disoccupazione giovanile era alle stelle, le città spesso vedevano sconcertanti episodi di violenza, soprattutto tra le periferie in rivolta. Insomma, se da una parte si parlava di boom economico, dall’altra di un grave e crescente livello di disoccupazione. Qual era allora la vera faccia dell’Inghilterra? Invece di rispondere a questa domanda, vi invitiamo a vedere il film di Shane Meadows, per assaggiare una fetta di storia inglese, raccontata da una pellicola che, in modo sottile e mai banale, tratta tematiche cardine di quell'Inghilterra da cui è nato il Paese di oggi. La “Old England” delle ambizioni di potenza post imperiale si contrappone alla realtà delle nuove generazioni di giovani arrabbiati e stanchi, il tutto raccontato attraverso una tenera storia di formazione che, con un sorprendente neorealismo retrospettivo, diventa anche un importante documento storico, una testimonianza quasi documentaristica di un periodo ben delineato, e non una semplice riflessione socio-antropologica della cultura skinhead e delle sue pericolose derive fasciste.
Se l’argomento vi ha appassionato, vi consigliamo la visione di altri film utili per entrare a contatto con l’Inghilterra e con il tumulto di quegli anni: The Iron Lady, Billy Elliot, The Last of England (in Bibliotu disponibile il libro), Grazie, signora Thatcher e Hunger.
Per oggi è tutto, vi aspettiamo tra due venerdì per un’altra puntata. Non mancate!
a cura di Virginia
Progetto Servizio Civile 'Giovani e Innovazione nelle Biblioteche'
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