giovedì
3
dicembre
venerdì
20
novembre
giovedì
3
dicembre
Cinema in pillole
Rubrica di approfondimento
Bentornati nella nostra rubrica dedicata al cinema! La pillola cinematografica di oggi vede come protagonista il regista tedesco Wim Wenders e il suo documentario Tokyo-Ga, realizzato nei primi anni ‘80 durante un viaggio a Tokyo, città natale del regista giapponese Yasujirō Ozu, sua grande fonte di ispirazione.
Considerato in Occidente come «il più giapponese dei registi giapponesi», Ozu rappresentò un vero e proprio caposaldo nell’evoluzione del lavoro del regista tedesco, tanto che Wenders arrivò ad affermare:
“Se nel nostro secolo ci fossero ancora delle cose sacre, se esistesse qualcosa come il sacro tesoro del cinema, per me questo sarebbe l’opera del regista giapponese Yasujirō Ozu”.
Wenders riteneva che soltanto con Ozu il cinema avesse raggiunto la sua essenza e il suo scopo ultimo e che il regista nipponico fosse stato l’unico al mondo ad aver toccato con mano la vera sostanza della settima arte.
In quale occasione Wim Wenders sentì il bisogno di ripercorrere le tracce di Ozu con un reportage su Tokyo? E in che misura la capitale del Giappone ci appare slegata dai suoi antichi valori e tradizioni tanto amati dal maestro Ozu? Nel 1983 Wim Wenders si trovava a Tokyo in occasione di una conferenza sul cinema tedesco; in quello stesso anno era impegnato nelle riprese di Paris, Texas, apogeo del suo periodo americano. Cinepresa alla mano, iniziò a girare questo progetto parallelo, figlio di una spontaneità di sentimenti, di suggestioni e del suo personale attaccamento al cinema del Maestro. Finalmente anche Wenders si trovava a Tokyo, città in cui vent’anni prima moriva lo stesso Ozu.
Quale cambiamento che aveva rivoluzionato l’antico ordine giapponese poteva essere registrato su pellicola? Sicuramente il susseguirsi di scene di vita alienante di una città smarrita, con persone stipate in sale piene di slot machine, stadi affollati da gente che si finge amante del golf e vetrine di ristoranti allestite con finti piatti di cera. Tokyo-Ga è una panoramica di una città priva di identità, spersonalizzante, un’analisi sociologica della Tokyo contemporanea in cui si definisce la netta spaccatura che la separa dai vecchi valori identitari del passato, dall’importanza dei vincoli familiari tanto cari a Ozu, a favore di un individualismo sfrenato, di una produttività selvaggia e della solitudine scaturita dall’abuso della tecnologia. Dov’è finita la dimensione del ricordo? Sicuramente nella memoria di chi c’era. Difatti, la parte più nostalgica del documentario - se non anche la più intensa - ci si palesa davanti con l’immagine di Chishu Ryu, uno degli attori più presenti nella filmografia di Ozu, che ci narra di un maestro che seppe gestire con precisione e dedizione ogni aspetto della creazione filmica: persino il più banale gesto attoriale veniva provato e riprovato fino al raggiungimento della perfezione estetica. Un’estetica elegante dell’immagine in movimento, una sintesi perfetta e commovente tra vita reale e macchina da presa, sapientemente depurata da tecnicismi e orpelli narrativi. Wenders, insieme a noi, si fa spettatore di toccanti ricordi di vite consacrate al cinema, come anche quella di Yūharu Atsuta, fedelissimo direttore della fotografia: Wenders lo immortala mentre racconta del suo lavoro col Maestro Ozu, dagli inizi come assistente, fino al grande compito di direttore della fotografia. Tra le lacrime, Atsuta ci mostra la mitica e insostituibile macchina da presa con lente da 50mm e i movimenti caratteristici che Ozu gli chiedeva di mettere in atto, sublimi nel loro rigore. Noi, avidi spettatori, non possiamo che ringraziare di poter assistere indirettamente a uno spaccato di vita e di ricordi tanto reale quanto privato. Ma non era forse la capacità di mostrare il reale, la destrutturazione del cinema fino all’omogeneità con la vita vera, uno dei punti fermi dello stesso Ozu? Quello che possiamo affermare con certezza è che Tokyo-Ga resta un appassionante omaggio a uno dei registi più importanti di tutti i tempi.
Oltre al documentario di Wim Wenders Tokyo-Ga, vi consigliamo la visione di tre bellissimi film di Yasujirō Ozu: Viaggio a Tokyo, Tarda primavera, Il gusto del sakè.
Per oggi è tutto, vi aspettiamo tra due venerdì per un’altra puntata. Non mancate!
a cura di Virginia
Progetto Servizio Civile 'Giovani e Innovazione nelle Biblioteche'
Per leggere la puntata precedente, clicca in basso: