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giugno
Letteratura israeliana, letteratura palestinese
16 - 22 giugno 2021
Due culture a confronto, come viste dai nostri lettori
La recensione di oggi per la rubrica Letteratura israeliana, letteratura palestinese, ci porta tra le pagine di
Mia cugina Condoleezza e altri racconti dell’autore palestinese Mahmud Shukair. Nato a Gerusalemme nel 1941 - dove vive tuttora -, giornalista e romanziere, è noto soprattutto come autore di racconti brevi, pubblicati su periodici e in raccolte e tradotti in svariate lingue. Se anche voi volete inviarci una recensione da pubblicare, scrivete all’indirizzo ill.vaccherianardi@bibliotechediroma.it. Buona lettura!
Questo libro – a cura di Marco Ammar, che lo ha tradotto e ne ha scritto l’introduzione – contiene un glossario e undici racconti. Caratteristica dell’autore è la sua inclinazione al racconto breve.
L’autore, nato a Gerusalemme, ha vissuto le guerre in cui la sua città è stata coinvolta, e poi è stato in esilio per venti anni, in Libano, poi in Giordania (Amman) e infine a Praga. E' rientrato in Palestina dopo la ratifica degli accordi di Oslo.
Ha scritto anche opere teatrali, pezzi per la televisione e racconti per bambini, ma la sua specialità resta il racconto breve. E questa raccolta è tipica del suo stile. Vediamo di che tipo di racconti si tratta, e soprattutto come sono strutturati.
A differenza di altri scrittori palestinesi,
Mahmud Shukair non sottolinea la questione dell’occupazione dei territori palestinesi da parte israeliana, ma la rende leggera tramite la sua vena ironica e sarcastica. Ma i suoi racconti danno ugualmente la percezione di quanto assurda debba essere la vita dei palestinesi sotto l’occupazione israeliana. I racconti sono stati paragonati a quelli di uno scrittore Italiano, Alessandro Baricco (Hassan Khader al festival delle letterature di Berlino nel 2012).
Riporto qui di seguito i titoli dei racconti, perché mi servono per alcune considerazioni:
Il passo di Naomi Campbell;
Dopo “La foto di Shakira”;
I baffi di Mordechai e i gatti di sua moglie;
Il banchetto di Rumsfeld;
Il professor Mohyub aspira al premio Nobel;
L’ossessione del Phantom;
Una lite sul sale da cucina;
Mia cugina Condoleezza;
La solitudine di Rambo; Wall Academy;
Il posto di Pablo Abdallah.
Le celebrità che già emergono dall’indice, prese dal mondo della politica, dello sport e dello spettacolo, sono evocate dai suoi personaggi, protagonisti dei racconti, e servono allo scrittore come pretesto narrativo per conferire carattere globale a realtà locali. L’autore usa queste personalità in modo surreale, prendendo spunto da esse per movimentare la vita e le azioni dei personaggi. I racconti che ne derivano sono spesso pieni di umorismo e satira, e si prestano a scene inverosimili, ma estremamente efficaci, come Sylvester Stallone (protagonista della serie di film
Rambo) che gira Gerusalemme a cavallo di un asino, suscitando le reazioni degli anziani e dei giovani del quartiere!
Nei racconti in cui non ci sono personalità che fanno cose strane, compare maggiormente la tormentosa vicenda dei palestinesi, oppressi dall’occupazione israeliana delle loro terre. Un esempio più che evidente è nel racconto
L’ossessione del Phantom, in cui il protagonista vive sotto la paura che la sua casa diventi bersaglio dei Phantom israeliani, soprattutto per effetto del vicino di casa, che il protagonista pensa sia membro di Hamas.
Non compare nei racconti di Shukair soltanto la condizione dei palestinesi oppressi da Israele; c’è anche una critica all’arretratezza del suo popolo. E molti racconti, nella loro ricchezza di ironie e sarcasmi, sono sempre più assimilabili a veri e propri sogni.
Il libro è sicuramente di lettura molto agevole a chiunque ed è davvero piacevole.
(Lavinio Ricciardi)
Mahmud Shukair, Mia cugina Condoleezza e altri racconti, Edizioni Q, 2013
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