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Hyperion - L'odissea nel fantastico

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Hyperion - L'odissea nel fantastico

28 febbraio - 28 marzo 2021

Consigli di lettura

La puntata di questo mese di Fumetti in biblioteca ci conduce in un avventuroso percorso narrativo lungo i continui rimandi tra letteratura, cinema e fumetto: attraverso registri e stili differenti, gli stessi personaggi diventano camaleontiche creature che mutano pelle e animo a seconda del "mezzo" che li racconta...
 
 
 
Star Comics, 1992
 
Lo spunto per il nostro piccolo excursus ci viene offerto dai fumetti coraggiosamente pubblicati proprio da questa rivista nei lontani anni '90.
 Hyperion aveva lo scopo di offrire una proposta alternativa alle pubblicazioni di carattere più popolare e di larga diffusione dei maggiori editori americani. Così, oltre alle note Marvel e DC, sul mercato italiano sono comparsi alcuni titoli della casa editrice indipendente Dark Horse Comics che si era specializzata in fumetti più sperimentali e innovativi, spaziando dalla fantascienza, all’horror, all’hard boiled fino al fantasy.
Iniziamo il nostro percorso con il primo "meta-riferimento" letterario: il titolo della rivista cita letteralmente l'opera di fantascenza di Dan Simmons, Hyperion , ambientata in un avvenieristico 28° secolo ,in cui i vari personaggi raccontano oguno la propria storia mentre sono in viaggio verso il pianeta Hyperion.
Questo schema narrativo contiente un ulteriore indizio letterario che ci rimanda indietro fino al 14° secolo di Geoffrey Chaucer : ne I racconti di Canterbury  troviamo, per l'appunto, dei pellegrini che si intrattengono snocciolando novelle lungo il percorso verso la tomba di Thomas Becket...
 
 
Vediamo allora alcune delle storie che ci porteranno nel nostro Hyperion fumettistico:
 
 
 
La leggenda di Sleepy Hollow
Bo Hampton (testo e disegni), 1992
 
Continuiamo con un esempio di adattamento fumettistico, questa volta arricchito con sviluppi cinematografici che hanno attraversato un secolo intero.
L’opera di Bo Hampton riprende il racconto gotico The Legend of Sleepy Hollow scritto nel 1820 da Washington Irving il quale, inserendo nel contesto storico americano leggende del repertorio folcloristico europeo, crea il personaggio dell’Uomo Senza Testa munito di zucca gialla intagliata, fantasma di un cavaliere d’Assia decapitato durante la guerra d’indipendenza americana. Il fumetto però si distacca dall’antecedente letterario, abbandonandone i toni ironici e distaccati, per spingere sulle tinte più horror e fantastiche, amplificate dalle suggestioni cromatiche del disegno.
Numerosi e variegati sono stati gli adattamenti cinematografici , a partire dai film muti di inizio novecento, passando attraverso riduzioni a cartoni animati, fino all’opera di Tim Burton che ne ha rilanciato l’immaginario e attualizzato il contesto storico, giocando sulla magistrale interpretazione di Johnny Depp e sugli effetti sontuosi e potenti della costruzione scenografica. Sulla scia del film, è stata ideata anche una fortunata serie tv che ridisegna a sua volta personaggi e ambientazione, per creare un prodotto più facilmente fruibile dall’ampio pubblico televisivo.
Ce n’è per tutti i gusti! I due secoli di vita dell’uomo senza testa sono ancora ben portati...
 
 
 

Sin City
Frank Miller (testo e disegni), 1991

Rimaniamo nell’atmosfera del mistero, ma caricandola di tinte più pulp e violente per entrare nella città del peccato disegnata da Frank Miller, in cui si aggirano personaggi rabbiosi, crudeli o inesorabilmente perdenti, ma tutti eccessivi nella loro urgenza disperata di vivere. La cupezza del racconto è resa graficamente da Miller con il suo personalissimo stile nero/bianco, tavole scurissime, illuminate da segni bianchi netti, senza sfumature, come se la dicotomia cromatica facesse da contraltare alla confusione morale dei personaggi.
Tanta suggestione ispira ancora una volta il mondo del cinema e Sin City diventa un film con un seguito...con tutto lo stupore di Miller stesso: «Non ho mai pensato che Sin City potesse diventare un film, di fatto è stato realizzato quand’ero un tipico sceneggiatore amareggiato che spergiurava che non avrebbe mai più lavorato per il cinema...Questo tizio fuori di testa dal Texas mi ha braccato come un cane per adattarlo in una tecnologia che neanche sapevo esistesse... E’ un film realistico anche se gli sfondi sono estremamente stilizzati e l’effetto è più vicino a Fritz Lang che a qualsiasi altra cosa in uscita adesso” . E in effetti i richiami all’espressionismo tedesco non mancano, come anche i riferimenti al noir di Hitchcock e soprattutto tanto gusto pulp alla Tarantino. Miller è sicuramente uno degli artisti che più rappresenta la commistione e la reciproca influenza di linguaggi tra cinema e fumetto.

 
 
 

The Mask
John Arcudi (testo) e Doug Mahnke (disegni), 1989

Concludiamo con un altro esempio di personaggio cinematografico di grande successo nato da una serie a fumetti. A The Mask sicuramente i più assoceranno il volto incredibilmente bizzaro di Jim Carrey che dona al protagonista, e a tutto il film, i toni grotteschi ed esilaranti del cartoon. Il fumetto aveva però ben altro registro: toni cupi e violenti che si rispecchiano anche nella grafica e che descrivono una generazione, rabbiosa e frustrata, mediocre e priva di valori morali. Il protagonista, rispetto al personaggio del film, è un depresso sociopatico con manie omicide che usa la maschera per potersi vendicare di tutti i torti subiti nella vita. Il travestimento non è solo un mezzo materiale per non farsi scoprire, ma ha anche l'effetto di eludere le inibizioni morali di chi la indossa, amplificando le pulsioni represse e distruttive.

Ma a dispetto di tanta perversa malvagità, se a John Arcudi, il creatore del fumetto, offrissero dei superpoteri come al suo protagonista, sceglierebbe  più semplicemente di...poter dormire quando vuole!

 

Per un approfondimento sul rapporto tra cinema e fumetto, segnaliamo questo interessante e ben argomentato articolo: cliccare qui

 

 

[27/02/2021]