Cari lettori, eccoci di nuovo al consueto appuntamento del venerdì con la nona arte: con le pillole di questo mese continuiamo ad accompagnarvi alla scoperta dei nuovi acquisti della Biblioteca, ma anche a tracciare, in un percorso attraverso quattro fumetti, una riflessione sul tema della memoria. Dopo aver incontrato l’amaro umorismo di Jason e l’opera in nero di Manu Larcenet, oggi passiamo a un fumetto di ben altro taglio che parla dell’odio e del totalitarismo, attraverso un thriller fantapolitico.

Si tratta di Days of hate (atto primo e atto secondo), per la sceneggiatura di Aleš Kot, i disegni di Danijel Žeželj e i colori di Jordie Bellaire: proposto in Italia nel 2019 da Eris edizioni in due volumi, nasce come serie in 12 puntate, pubblicata da Image Comics, storica etichetta statunitense che ha molto contribuito allo sviluppo del mercato del fumetto d’autore e indipendente.

«Ricordi l’odio online del 2016? Una ‘tempesta di fango’. E poi il 2017? Il 2018 e le elezioni? Nel 2022 non si odia più, siamo tutti catatonici»

Quella delineata da Kot è una realtà distopica non così lontana dalla nostra: ci troviamo nel 2022, quando i conflitti, i settarismi, le contraddizioni proprie del tessuto socio-politico americano convergono in un totalitarismo dominato dai suprematisti bianchi dell’Alt-right. Perché ciò che è accaduto può ritornare. La storia, che si svolge tra Los Angeles e New York, è articolata attorno a pochi personaggi: una donna omosessuale, Amanda e un afromerciano, Arvid, che combattono la loro guerra contro il sistema e Huian, ex moglie di Amanda di origini asiatiche, che finisce per collaborare con l’investigatore Peter Freeman, capo dell’unità antiterrorismo e portavoce della “giustizia”. La diversità, che sia etnica, di genere o di orientamento sessuale, è vista come un’aberrazione e in quanto tale perseguita. Le due donne, ancora molto legate tra loro, costituiscono il punto di connessione tra due mondi contrapposti, gli oppressi e gli oppressori, ma ben presto appare evidente che questa linea di demarcazione è in realtà più fluida di quanto ci si aspetti.  

Gli autori di questa riuscitissima serie a fumetti sono entrambi europei: Kot, classe 1986, è nato a Ostrava e si è trasferito negli USA a 23 anni, mentre Žeželj è nato a Zagabria nel 1966 e qui si è formato presso l'Accademia di Belle Arti, per poi spostarsi in Italia, in Germania e infine negli Stati Uniti. Entrambi hanno conosciuto i regimi totalitari del vecchio continente, per poi ritrovarsi a vivere in una democrazia che negli ultimi anni ha dato ben chiari segni di cedimento. In una recente intervista rilasciata a Emilio Cirri per il magazine on line Lo spazio bianco, Žeželj racconta che ha iniziato a lavorare con Kot alla serie “più o meno quando Donald Trump è diventato presidente. Sia io che Ales siamo immigrati negli Stati Uniti dall’Europa, quindi il nostro punto di vista è sempre stato un po’ distaccato e diverso da quello degli altri. Tutti quei cambiamenti che ora sembrano così evidenti erano presenti nella società già da molto tempo”.

I disegni di Žeželj incarnano alla perfezione il senso di oppressione e le atmosfere cupe della storia: le città deserte, gli scenari scarni e desolanti, i volti e gli sguardi tagliati da linee spigolose e grezze creano un ritmo serrato e claustrofobico, valorizzato alla perfezione dalle scelte cromatiche di Jordie Bellaire, affermata colorista americana, naturalizzata irlandese, che ha collaborato con le principali case editrici di fumetti americane.

Ricordandovi che i due volumi di Days of hate (atto primo e atto secondo) sono entrambi disponibili su Bibliotu per il prestito, non ci resta che augurarvi una buona lettura e darvi appuntamento al prossimo venerdì.

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