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15 - 21 gennaio 2021

Rubrica di approfondimento

Di recente la Coconico Press ha pubblicato in un volume unico Il rapporto di Brodeck, adattamento grafico dell’omonimo romanzo di Philippe Claudel, realizzato da Manu Larcenet e uscito originariamente in Francia con l’editore Dargaud in due tomi, tra il 2015 e il 2016.

«Nessuno di noi ha mai saputo il suo nome. Forse non ce l’ha mai detto. Quando è arrivato qui lo abbiamo soprannominato l’Anderer, che nel nostro dialetto significa più o meno l’altro. Era sbucato dal nulla, era diverso». Con queste parole Brodeck inizia il racconto o, per meglio dire, il rapporto su quanto accaduto, poco dopo la fine della guerra, nel paese di montagna al confine franco-tedesco in cui vive. Brodeck fa questo di mestiere, scrive rapporti, sullo stato dei boschi, dei sentieri, dei fiumi. È un lavoro che fa per l’amministrazione, in cambio di pochi soldi. Ma questa volta dovrà raccontare una storia.

Nessuno pretende da te un romanzo, Brodeck! - gli dicono gli abitanti del villaggio - Dirai le cose come stanno, proprio come in uno qualunque dei tuoi rapporti. Brodeck è un ex deportato, scampato a due anni di prigionia in un campo di concentramento. Anche lui, come l’Anderer, è uno straniero che, nonostante abiti lì da molti anni, non è mai appartenuto veramente a quel luogo e a quella comunità. Nessuno sa chi è l’Anderer, né da dove venga: non ha voluto dire il suo nome, non ha risposto alle domande di chi, curioso, si avvicinava a lui. È un uomo stravagante, che ama l’arte, realizza ritratti delle persone che incontra e se ne va in giro con i suoi due fedeli animali, un baio di nome Julie e un asino che chiama Socrate. La trama è di per sé semplice. Quell’uomo, uno straniero, viene assassinato. Brodeck deve scrivere come sono andate le cose, ma lui farà di più perché, si sa, la memoria non è una questione semplice. Accanto al rapporto ufficiale, ci sarà un altro rapporto, destinato a noi, dove verrà raccontata la verità.

Larcenet sceglie per questo romanzo il formato orizzontale all’italiana, utilizzando un linguaggio grafico che si fa, come sempre nelle sue opere, portatore di significato: i paesaggi umani e naturali sono delineati in bianco e nero, attraverso segni densi e forti contrasti di luci e ombre. Nella storia si susseguono numerose tavole mute che, attraverso bellissimi disegni, ricreano le atmosfere cupe del romanzo. Leggere Il rapporto di Brodeck vuol dire immergersi nel nero dell’animo umano, dove abitano il male, la crudeltà e la spietatezza. Man mano che la narrazione prende forma, vengono rivelati diversi nuclei di significato, primo fra tutti la memoria. Anche se gli assunti di partenza sono la guerra, l’olocausto e i campi di concentramento, tutto si svolge in un dove e in un quando che diventano universali. Raccontare vuole dire compiere un atto di responsabilità, individuale e collettivo, per svelare e proteggere la verità oppure dare corpo a una versione condivisa della realtà?

Nel consigliarvi la lettura sia dello splendido graphic novel di Larcenet che del romanzo di Philippe Claudel, vi salutiamo con una citazione tratta da I sommersi e i salvati di Primo Levi: «La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace. È questa una verità logora, nota non solo agli psicologi, ma anche a chiunque abbia posto attenzione al comportamento di chi lo circonda, o al suo stesso comportamento».

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