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#AtuttaBill - La macchina del tempo

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#AtuttaBill - La macchina del tempo

17 - 24 giugno 2020

Consigli di lettura

Iniziamo la scoperta del collezione BILL - Biblioteca della Legalità   con un viaggio nel tempo...
 
di Herbert George Wells, traduzione e cura di Michele Mari
Einaudi, 2019
copertina 
 
Fantascienza, critica sociale, romanzo distopico: il capolavoro di Wells è soprattutto l’opera di un grande visionario.
«Era orribile sentire nel buio tutte quelle creature viscide ammucchiate su di me, come essere in una mostruosa ragnatela»

Un inventore mette a punto una macchina del tempo con la quale riesce a raggiungere l’anno 802 701. Vi trova un mondo diviso in due razze umane: gli Eloj, creature delicate e pacifiche che conducono una vita di svaghi, e i Morlock, esseri pallidi e ripugnanti che vivono nei sotterranei. Dopo angoscianti avventure, riuscirà ad andare ancora più lontano nel tempo, vedrà una Terra senza più tracce di uomini, abitata soltanto da crostacei con «occhi maligni» e «bocche bramose di cibo». Michele Mari, nel ritradurlo, ha trovato pane per i suoi denti: il fantastico, l’avventura, l’horror vampiresco, lo sguardo cosmico sugli affanni del mondo. L’incontro tra lo scrittore-traduttore e uno dei suoi romanzi preferiti era destinato a produrre scintille…

 

"La Macchina del Tempo è del 1895, l’edizione definitiva dell’Uomo delinquente di Lombroso è del 1897: a Darwin, rapidamente divulgato, era già subentrato il darwinismo, tanto che Wells, che pure aveva fatto un discreto tirocinio prima come studente e poi come docente di biologia, arriva a concepire la regressione per una via tutta formale: se dalla scimmia è derivato l’uomo, si chiede, perché non immaginare un’ulteriore evoluzione non in avanti ma all’indietro? Perché escludere «l’idea opposta», cioè una «regressione zoologica»? Per questa via Wells giunse a ipotizzare la totale estinzione del genere umano, come inscenato appunto nella parte finale (la cosiddetta «visione ulteriore») della Macchina del Tempo. Dipendendo dal raffreddamento del Sole, la visione finale – un mondo senza esseri umani né mammiferi – ha comunque una sua pace; la cupezza della profezia wellsiana è invece tutta nel complementare destino dei ricchi e dei poveri rispettivamente come vegetali e come bruti, secondo la logica di un dissidio tutto interno all’evoluzionismo: da una parte Huxley e Wells, dall’altra un evoluzionista della prim’ora come Herbert Spencer, convinto che l’uomo avrebbe indefinitamente migliorato se stesso".[Dalla prefazione di Michele Mari]

.........
 
Alla trama del romanzo sono direttamente ispirate due opere cinematografiche:

L'uomo che visse nel futuro  diretto da George Pal del 1960

 

The Time Machine diretto da Simon Wells del 2002

 

 

[17/06/2020]