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I commenti più recenti

  • A single man

    • 08/12/2025 Colin firth e l'amore omosessuale
      Il bravo Colin firth alle prese con il dolore dovuto alla perdita del suo amore che si interroga sul senso della vita fino a morire di crepacuore
  • Ifalchi del deserto

    Flaccomio, Sergio

    • 08/12/2025 Non per retorica
      Le generazioni successive , compresa la mia naturalmente, non credo siano migliori dal punto di vista dell'attaccamento al dovere e allo spirito di sacrificio, anzi.... Scrittura semplice, diretta, senza fronzoli e onesta
  • Tatà

    Perrin, Valérie

    • 08/12/2025
      Giselda Massari Un fritto misto indigesto
      ….dove non manca nessuno degli stereotipi consueti. Li elenco di seguito perché il libro l’ho letto tutto nelle sue inutili 601 pagine: 1) scrittura a più voci con storie che si intersecano in modo improbabile e inverosimile 2) tema dell’abbandono infantile 3) tema della famiglia che non svolge il suo ruolo di supporto alla crescita 4) la Storia riflessa nei personaggi, ebrei e perseguitati 5) la pedofilia 6) l’ AIDS 7) l’amicizia 8) il tradimento 9) gli intrecci inverosimili 10) l’amore impossibile. Ponderoso, a tratti noioso, con improvvisi cambi di registro dal tragico al comico davvero incomprensibili. Tata’ ovvero la zia Colette, protagonista del romanzo, non riusciamo a immaginarla. L’autrice nonostante il dispendio di parole non riesce a tratteggiarne il profilo fisico. Una vera delusione. Un feullieton della peggiore specie.
  • Abitare l'errore

    Guridi

    • 08/12/2025
      Bianca Tirocchi manuale che apre la mente
      Con gli occhi ed il cuore d’artista, l’autore ci porta in un viaggio meraviglioso , quello della creazione … ci invita a sentire e guardare alle cose senza una vera e propria regola…. bellissimo
  • A volte ritorno

    Niven, John <1966- >

    • 08/12/2025
      Non proprio letteratura
      Una vita in vacanza una vecchia che balla Gesù che riavanza e tutta la gente che suona e che balla
  • Uccidi i tuoi amici

    Niven, John <1966- >

    • 08/12/2025
      Niven e il mostro alla fine del romanzo
      Steven Stelfox quando tutto muore le ideologie le nazioni e i desideri è pronto a cannibalizzare il mondo sarà lui l'esempio
  • La trilogia di Cicerone

    Harris, Robert <1957- >

    • 08/12/2025
      Per la repubblica morire
      Gli ideali ferrei sono una baggianata vengo attraversati come fossero una passeggiata qui la storia si mangia tutti a colazione anche il rigidissimo Cicerone
  • Dictator

    Harris, Robert <1957- >

    • 08/12/2025
      Giulio Cesare è la verità che cammina
      Morire da giovani è cosa di poco conto meglio morire da eroi o verso il Ponto a Cicerone andò male ma solo poco prima che tutto finisse nel canale
  • Conspirata

    Harris, Robert <1957- >

    • 08/12/2025
      Sempre meglio
      Harris riesce a sovvertire un poco le regole del genere e decifrare gli strumenti del potere all'interno della Roma quasi imperiale
  • Nel nome del figlio : Hamnet

    OʼFarrell, Maggie

    • 08/12/2025
      Sentimentale e cinematografico
      Avevo grandi aspettative per una simile storia: tutto mi aspettavo fuorché un romanzo sentimentale su una storia d'amore impedita e sulle vessazioni subite da una "strega". Il montaggio alternato dei capitoli - ognuno una scena all'interno di due linee temporali diverse, ovvero il passato ed il presente - all'inizio è disorientante e poi diventa banalmente chiaro. L'aspetto dell'arte teatrale di Shakespeare è completamente messo da parte: ho apprezzato il fatto che il nome del drammaturgo non venisse mai nemmeno citato, perché del resto questa non è l'ennesima biografia romanzata sul grande autore inglese. Ad ogni modo però il titolo può sembrare fuorviante perché non si tratta nemmeno della storia del figlio morto prematuramente: la protagonista indiscussa è la Moglia di Shakespeare e madre di Hamnet. Molti passaggi sono interessanti: la descrizione della sua infanzia sui generis, la saggezza di erboristeria e cure ad ogni malanno tramandata dalla madre, il parto nel bosco. Tutte scene in cui la femminilità-altra trova il suo spazio di esistere. Eppure ci sono state altrettante scene terribilmente viste e riviste: dialoghi da telefilm, una banalissima prima notte di nozze, lotte e discussioni tra maschi alfa che rendevano il patriarcato del Seicento inglese uno stereotipo da romanzo erotico in cui l'eroina è vittima degli eventi. Solamente le ultimissime pagine sono davvero degne di nota: la scoperta della tragedia ispirata alla morte del figlio, il viaggio a Londra alla ricerca del marito in scena, l'agnizione finale del marito che per anni è stato distante da casa e che adesso ritrova un figlio e un padre dietro al trucco e alle maschere del teatro. Un finale poetico e commovente che però non giustifica tutta la bassezza attraversata prima. Sarà perché avevo alte aspettative, ma per me è stata abbastanza una una delusione.
  • Memoires d'Hadrien ; suivi de Carnets de notes de Memoires d'Hadrien

    Yourcenar, Marguerite

    • 08/12/2025
      Una bibbia
      È difficile descrivere ciò che questo libro contiene e ciò che trasmette ad ogni pagina: saggezza, lentezza, amarezza per il passato, nostalgia. Penso che a differenza diolti altri capolavori della letteratura questo dovrebbe essere letto in tutte le grandi fasi dell'evoluzione umana: adolescenza, età adulta, vecchiaia. È una antologia di ricordi e riflessioni, è un testamento di un grande uomo fatto per un altro grande uomo: è soprattutto un'opportunità di confronto con gli errori, gli orrori, le speranze e le virtù di una persona straordinariamente umana. pochi libri mi hanno lasciato così tanto silenzio dopo la loro conclusione. So tratta di un silenzio denso, riflessivo, di uno sguardo sereno e distaccato dalla realtà che però la comprende: Le memorie di Adriano saranno custodite con orgoglio nella mia memoria.
  • Voyage au bout de la nuit

    Céline, Louis-Ferdinand

    • 08/12/2025
      Un classico contemporaneo che sembra un'enciclopedia della vita moderna
      il titolo rende perfettamente l'idea di fondo di questo viaggio-flusso di coscienza e di esperienze in cui il protagonista si trova costantemente trascinato. Attraversa la prima guerra mondiale, il sogno e la disillusione americana, lo sfruttamento del proletariato, l'alcolismo, scala e scende costantemente gli strati della società, come guidato da questo istinto di fuga che gli impedisce di creare qualcosa di realmente stabile e duraturo. È un libro impossibile da leggere tutto d'un fiato, complesso nella narrazione e nella sintassi, e soprattutto completamente discontinuo: la prima metà per me è stata davvero avvincente, un'avventura dopo l'altra. Il resto purtroppo no, ed ho fatto fatica a finirlo. Ad ogni modo, per chi ha alcuni rudimenti di storia della letteratura o di letteratura francese nello specifico, ritengo che questo romanzo sia una tappa imprescindibile per capire il momento di svolta e di rottura degli schemi che ha influenzato così profondamente la letteratura del Novecento.
  • Il mio anno di riposo e oblio

    Moshfegh, Ottessa

    • 08/12/2025
      Nope.
      Decisamente non per me. 70% è stato il punto in cui non ce la facevo più. Personaggio principale tremendo, e l’unico decente viene punito over and over and over again. Cultura pop citata in una maniera fastidiosa e ripetitiva, descrizioni disgustose e fastidiose, e ABILISMO. No, grazie
  • Come l'arancio amaro

    Palminteri, Milena

    • 07/12/2025
      L'albero madre
      L'arancio amaro, albero pieno di spine, che genera frutti così aspri da essere inutilizzabili senza prima essere trasformati in qualche modo, è tuttavia anche l'albero madre per eccellenza perché può ospitare innesti di altri agrumi rendendoli bellissimi. Sabedda è come un arancio amaro, selvatica e intrattabile, almeno apparentemente, ma è in grado di portare in grembo la vita e di affidarla a un altro destino per farla splendere completamente.
  • Come se non fossimo stati

    Ciarapica, Giulia

    • 07/12/2025
      Graphic novel breve, in cui il prologo è narrato senza illustrazioni (cinque pagine che raccontano l'antefatto) così come l'epilogo (una sola pagina). La storia si ispira ad una leggenda tramandata tra gli abitanti di Casette d'Ete, paesino delle Marche realmente esistente, i cui eventi risalgono ai primi anni venti del Novecento. In appendice al testo una spiegazione della simbologia (numeri, nomi, oggetti) che l'autrice dichiara di aver usato nella narrazione, ma che io non ho ravvisato. La vicenda illustrata è infatti abbastanza semplice ed ha poco di misterioso. Un testo anomalo purtroppo, a mio giudizio, non riuscito, incapace di trasmettere alcunché. Titolo interessante ma del tutto fuori luogo.