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Vite celebri
4 novembre - 1 dicembre 2020
Biografie e memorie: segnalazioni dal catalogo del patrimonio della biblioteca Vaccheria Nardi. Rubrica del mercoledì
Il primo capitolo di questo libro, ricco di belle e interessantissime immagini e riproduzioni dell’epoca, si intitola “Aldo Manuzio. Venezia e l’invenzione del libro moderno” e inquadra storicamente l’importante ruolo culturale da lui svolto a Venezia, dove si trasferì intorno nel 1489-90. La Repubblica marinara adriatica aveva già conquistato una centralità strategica all’interno delle rotte mercantili rinascimentali e il suo pluralismo linguistico e culturale rendeva la città il luogo ideale per accogliere, sviluppare e diffondere la maggiore innovazione dell’epoca: l’arte della stampa.
Alla fine del XV sec., il fulcro dell’Umanesimo si era spostato nelle corti e università di Mantova, Ferrara e Padova. Venezia era la città dove il mercato del libro stampato era maggiormente sviluppato – vi lavoravano maestri stampatori tedeschi e francesi – e ospitava importanti biblioteche private e conventuali. Le prime edizioni a stampa del Decamerone di Boccaccio (1471) e della Commedia di Dante Alighieri (1477), uscirono lì.
L’editore e ricercatore Aldo Manuzio, che si dichiarava ammiratore e debitore verso i manoscritti che pubblicava a stampa, inventò l’ enchiridion (libretto che si poteva tenere in mano), il formato in ottavo e il carattere corsivo italico. Fu il più celebre editore dell’epoca, fondò l’Accademia veneta, fu il più attivo divulgatore della cultura ellenistica nell’Europa occidentale.
Protagonista indiscusso della rivoluzione culturale della prima metà del XVI sec., egli fu capace di interpretare e fondere insieme le due anime più caratteristiche del Rinascimento: idealismo letterario e ingegno tecnologico.
Il marchio ufficiale della sua casa editrice, celeberrimo a quei tempi, raffigurava un’ancora e un delfino. Morì nel 1515 e l’attività editoriale da lui avviata continuò fino al 1598.
Alla fine del XV sec., il fulcro dell’Umanesimo si era spostato nelle corti e università di Mantova, Ferrara e Padova. Venezia era la città dove il mercato del libro stampato era maggiormente sviluppato – vi lavoravano maestri stampatori tedeschi e francesi – e ospitava importanti biblioteche private e conventuali. Le prime edizioni a stampa del Decamerone di Boccaccio (1471) e della Commedia di Dante Alighieri (1477), uscirono lì.
L’editore e ricercatore Aldo Manuzio, che si dichiarava ammiratore e debitore verso i manoscritti che pubblicava a stampa, inventò l’ enchiridion (libretto che si poteva tenere in mano), il formato in ottavo e il carattere corsivo italico. Fu il più celebre editore dell’epoca, fondò l’Accademia veneta, fu il più attivo divulgatore della cultura ellenistica nell’Europa occidentale.
Protagonista indiscusso della rivoluzione culturale della prima metà del XVI sec., egli fu capace di interpretare e fondere insieme le due anime più caratteristiche del Rinascimento: idealismo letterario e ingegno tecnologico.
Il marchio ufficiale della sua casa editrice, celeberrimo a quei tempi, raffigurava un’ancora e un delfino. Morì nel 1515 e l’attività editoriale da lui avviata continuò fino al 1598.
Matilde Battistini, Stefano Zuffi, Capolavori della mente. Manuzio, Leonardo, Torricelli, Ferraris, Marconi, Electa, 2002