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Van Gogh - sulla soglia dell'eternità

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Van Gogh - sulla soglia dell'eternità

22 ottobre - 4 novembre 2020

Questo giovedì per la rubrica Bibliomovie proponiamo “𝙑𝙖𝙣 𝙂𝙤𝙜𝙝 - 𝙎𝙪𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙤𝙜𝙡𝙞𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡'𝙚𝙩𝙚𝙧𝙣𝙞𝙩𝙖̀”, di Julian Schnabel
Presentato in anteprima nel 2018, in occasione della settantacinquesima Mostra internazionale d’arte Cinematografica di Venezia, “Van Gogh. Sulla soglia dell’eternità” può essere definito un film evento, acclamato dalla critica ancora prima della sua uscita ufficiale nelle sale cinematografiche, avvenuta il 3 gennaio 2019.
Il regista Julian Schnabel è egli stesso un pittore ed infatti il suo approccio alla realizzazione del film è del tutto originale e non una semplice ricostruzione biografica della vita dell’artista. E’ riuscito a ricostruire un racconto traendo ispirazione dalle lettere che Van Gogh stesso ha scritto durante la sua esistenza al fratello Theo, con il quale ha avuto un rapporto viscerale.
Vengono quindi analizzate la forte passione e la dedizione totale che Van Gogh ha avuto per la pittura, nonostante la complessità del genio ed alcune sue difficoltà: dalla problematica nell’instaurare rapporti interpersonali, al desiderio di cambiare spesso luoghi e paesaggi, alla malattia con la quale l’artista si è trovato a combattere negli ultimi anni della sua vita e che lo porterà al ricovero in un istituto psichiatrico. Un’esistenza caratterizzata da fatica e passione, che sarà ricompensata solamente dopo la morte dell’artista, quando la sua arte inizierà a essere considerata e apprezzata. Indicativo è il finale, nel quale è ben dichiarata questa “soglia dell’eternità” dal punto di vista artistico.
L’eccellente capacità del regista è accompagnata da una altrettanto straordinaria recitazione dell’attore protagonista. Magistrale è, infatti, l’interpretazione di Willem Dafoe nei panni di Van Gogh, premiato a Venezia con la Coppa Volpi come miglior attore e candidato ai Golden Globe 2019 come miglior attore in un film drammatico.
Il film si concentra sugli ultimi anni di vita di Van Gogh, ovvero dal 1888 al 1890, anno della sua prematura scomparsa all’età di soli trentasette anni. La pellicola prende le mosse dalla decisione dell’artista di abbandonare il freddo e piovoso clima parigino, città in cui si era trasferito dal febbraio 1886 e dove viveva con il fratello Theo, per spostarsi nell’area meridionale della Francia, in Provenza: l’artista stava cercando una nuova luce. Qui avrebbe potuto realizzare quadri luminosi, dipinti alla luce del sole “en plain air” e avrebbe dipinto la sterminata natura che caratterizzava quei luoghi.
Per i suoi atteggiamenti e per il suo aspetto alquanto strano per gli abitanti di quella zona della Francia, Van Gogh viene spesso sbeffeggiato e deriso e le reazioni dell’artista sono incontrollate, al limite della pazzia e lo porteranno ad essere rinchiuso nell’ istituto psichiatrico a Saint-Rémy-en-Provence. Accorre il fratello Theo, come sempre al suo fianco, che seppur più giovane di quattro anni, è stato sempre un punto di riferimento fondamentale per il pittore. Dalle loro lettere emerge questo legame forte ed intimo tra i fratelli, in cui Theo esercita una sorta di paterna protezione, e nei momenti di sconforto, incoraggia Vincent nel proseguimento della sua arte.
È un’opera cinematografica drammatica, commovente ed introspettiva, che guarda all’interiorità dell’artista. Forse, ciò che colpisce maggiormente è la contrapposizione creata tra le fragilità di Van Gogh dal punto di vista umano e la grande forza nel portare avanti la sua arte con dedizione e passione, nonostante le avversità.
“Penso solo al mio rapporto con l’eternità. Il mio dono al mondo è la mia pittura”, dichiara l’artista quasi al termine della sua vita. Una previsione divenuta effettivamente realtà.
il film è disponibile nel bibliotu a questo link
 
inserita 21/10/20

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BuonaVisione. Spazio cinema