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Poetry Corner
15 - 21 maggio 2021
Poesie per il Maggio dei Libri
LENORE di Edgar Alla Poe
Ah! Rotto è l'aureo bacino! Lo spirito volato per sempre!
La campana suoni a rintocchi! - una santa anima ondeggia nella Stigiana riva -
Guy de Vere, hai tu nessuna lacrima? Piangi ora o mai più!
Ecco! Laggiù nella tetra e rigida bara vilmente giace la tua amata, Lenore!
Vieni! - permetti che il mortuario rito sia letto - che il funebre canto sia cantato!
Vieni! - permetti che il mortuario rito sia letto - che il funebre canto sia cantato!
Un'antifona per la giacente morta, la più nobile che sempre morì così giovane -
un canto funebre per lei, la doppiamente morta perché morì così giovane.
"Disgraziati! Voi l'amaste per la sua ricchezza e l'odiaste per il suo orgoglio,
e quando essa cadde in debole salute voi la benediceste – ché essa moriva!
In qual modo sarà ora il rituale per essere letto? La requie in qual modo sarà per essere cantata
da voi? dai vostri malvagi occhi - dalle vostre maledicenti lingue
che spinsero alla morte l'innocenza che morì, che morì così giovane?"
Peccavimus: ma non delirare così – e il Sabba - Canto
vada su a Dio così solennemente che la morta non senta male!
vada su a Dio così solennemente che la morta non senta male!
La dolce Lenore è andata innanzi con la Speranza che volava a fianco,
abbandonando te nello smarrimento per la cara fanciulla che avresti avuto per tua sposa
per lei la bella e benigna che ora giace così umilmente,
la vita sulla sua bionda capigliatura ma non ne' suoi occhi,
la vita ancora sulla sua capigliatura, la morte ne' suoi occhi.
per lei la bella e benigna che ora giace così umilmente,
la vita sulla sua bionda capigliatura ma non ne' suoi occhi,
la vita ancora sulla sua capigliatura, la morte ne' suoi occhi.
"Via di qua! Questa sera il mio cuore è chiaro. Nessun canto funebre io voglio innalzare,
ma condurre l'angelo nel suo volo con un peana d'antichi giorni!
Nessuna campana suoni a rintocchi! Per timore che la dolce anima, in mezzo alla sacra gioia
dovesse osservare come piega la zattera per la dannata terra
per gli amici su, dai demoni giù, l'indignato spettro è diviso
dall'inferno verso l'alto stato lontano lassù nel Cielo
dal dolore e dal gemito, verso l'aureo trono accanto al Re del Cielo".
da
Poesie di Edgar Allan Poe, prima versione italiana in prosa di Ulisse Ortensi, Lanciano: Rocco Carabba, 1892
Le poesie di Edgar Allan Poe (Boston, 1809 – Baltimora, 1849) conducono il lettore in una dimensione oscura e misteriosa, connotata dalla presenza di personaggi solitari e ambientazioni spettrali. I turbamenti dell'animo e l'inquietudine della condizione umana si celano dietro ad immagini e suggestioni gotiche e romantiche che rappresentano metaforicamente le tensioni della vita del suo tempo. "Lenore" è un componimento in quattro stanze, rimaneggiato più volte negli anni dall'autore e pubblicato nella sua versione definitiva nel 1845: nella poesia prende forma un dialogo che si svolge tra un personaggio anonimo e Guy de Vere, amante della defunta Lenore, durante il funerale della giovane donna.
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