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Occhio al territorio: Tor Boacciana

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Occhio al territorio: Tor Boacciana

9 - 22 aprile 2021

Rubrica di approfondimenti

Il Dantedì da poco celebrato dal Parco archeologico di Ostia antica, con l’ottimo intervento curato dall’archeologo Dario Daffara, ci suggerisce l’occasione di parlarvi di Tor Boacciana

«Ond’io, ch’era ora a la marina vòlto
dove l’acqua di Tevero s’insala,
benignamente fu’ da lui ricolto.»

“Così racconta Casella, musico e amico di Dante, nel secondo canto del Purgatorio della Divina Commedia (vv. 100-102). È significativo che il Poeta, evocando l’imbarco delle anime del Purgatorio sulla nave angelica, abbia deciso di ambientare questa scena nel luogo di incontro tra Tevere e Tirreno, in un territorio desolato che nel XIV secolo era caratterizzato dalle imponenti rovine della città romana di Ostia.” Appare comunque evidente il significato allegorico della localizzazione: in contrapposizione all’Acheronte, il fiume dei dannati, il Tevere che traversa Roma, centro della cristianità, è il fiume dove si raccolgono le anime destinate alla salvezza eterna

All’epoca di Dante Tor Boacciana, vigilava la foce del fiume;  era  una torre di avvistamento realizzata probabilmente nel XII secolo sopra i resti del faro della città di Ostia. Oggi l’edificio, che deve il suo nome dalla famiglia dei Bobaziani, come risulta da un documento del 1368, si trova a circa 3 km dal mare a causa dell’avanzamento della linea di costa.

Non sappiamo se Dante abbia mai visto la torre e le rovine di Ostia: certamente fu a Roma nel settembre del 1301 come rappresentante di Firenze in una ambasceria a papa Bonifacio VIII. È invece sicuro il passaggio di altri personaggi illustri all’ombra della torre, infatti nel 1190 viene menzionata nelle cronache ufficiali del regno di Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra sbarcato a Ostia durante il suo viaggio verso la Terrasanta per la sua terza crociata: “turris pulcherrima sed soltiaria” (“torre bellissima ma solitaria”).

 

Nel Rinascimento venne restaurata nel 1406 da papa Innocenzo VII e nel 1420 per ordine di papa Martino V: a questo periodo dovrebbero risalire le murature in laterizio ancora visibili. Venne utilizzata come dogana pontificia dal 1557, data dell'alluvione che deviò il corso del Tevere, rendendo inutilizzabile a questo scopo il castello di Giulio II a Ostia Antica.  Risulta infatti che nel 1562 la torre venisse a trovarsi a metà strada tra la rocca di Ostia e la foce del Tevere e Pio IV ordinò che fungesse da controllo e dogana delle imbarcazioni dirette o provenienti da Roma.  Svolse tale ruolo fino al 1568, quando fu vuotata da tutti i pezzi di artiglieria; questa infatti è la data in cui la dogana venne trasferita nella nuova Tor San Michele, costruita per volere di Pio V più vicina alla nuova linea di costa nel frattempo avanzata (vedi altra rubrica di Occhio al territorio).

Seguirono poi lunghi secoli di abbandono: diventata un deposito agli inizi del 1800, alla fine dello stesso secolo passò in proprietà agli Aldobrandini, che la affittarono a Tancredi Chiaraluce, il quale vi abitò e vi allestì un punto di ristoro per i cacciatori, con rivendita di vino.

Le mura della torre sono realizzate con mattoni e frammenti marmorei romani di reimpiego. L’ingresso leggermente decentrato, si trova nella parete sud-ovest ed  era rialzato e raggiungibile con una scala direttamente ricavata nei resti di una struttura romana. Nello stesso lato sono visibili due finestre e due troniere per le bocche da fuoco, mentre nella parte superiore rimangono tracce delle mensole in laterizio che sorreggevano un parapetto a beccatelli.

Inoltre tra Otto e Novecento la Torre fu ancora testimone di imbarchi: il vicino traghetto della Scafa, che ha dato il nome al ponte moderno, trasportava da una riva all’altra gli scariolanti romagnoli, vere e proprie “anime del purgatorio” incaricate della bonifica del territorio ostiense, all’epoca afflitto dalla malaria.

Passata al demanio dello Stato, la Torre è stata più volte restaurata, e oggi continua a sorvegliare il corso del fiume.

 

Per il  Parco archeologico di Ostia antica

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Per i video e le immagini si ringrazia @La mia Ostia di  Aldo Marinelli

Foto di Aldo Marinelli

Video di Aldo Marinelli

 

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(Ins. 07/04/2021-Don.Zap.)

 

 

 

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