biblioteche, roma, libri, cd, dvd, prestito, consultazione, autori, editori, scuole, lettura, multicutura, multietnica, internet, wifi, biblioteche roma, biblioteche comune di roma

lunedì

31

gennaio

Occhio al territorio: Lo stabilimento Roma

giovedì

30

dicembre

lunedì

31

gennaio

Occhio al territorio: Lo stabilimento Roma

30 dicembre 2021 - 31 gennaio 2022

Rubrica di approfondimenti

 

Lo Stabilimento Roma fu costruito e gestito dalla SEFI (Società ElettroFerroviaria Italiana) ed iniziò le stagioni balneari nel 1922 con il primo edificio frontale a tre fornici che si sviluppava su un fronte di 54 metri e raggiungeva un’altezza di 13 metri.  Fu pubblicizzato come il più grande stabilimento balneare al mondo ed effettivamente la sua imponenza era notevole, soprattutto considerando che sul Lungomare si affacciavano villini alti non più di due piani.

 

  

Era fornito di eleganti strutture e servizi  per lo svago e  lo sport  ed era senz’altro destinato ad una ristretta élite: i pochi che potevano permettersi di usufruire delle sue molteplici e lussuose dotazioni.

Il progetto di Giovan Battista Milani, noto professionista romano e docente presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma, venne realizzato tra il 1922 ed il 1927 ed introdusse la grande novità di usare per la prima volta in una costruzione balneare, il cemento armato, che fu lasciato a faccia vista. Era composto da due corpi di fabbrica: una grande aula rettangolare a terra ed una rotonda a mare. Con le dovute proporzioni, era in parte ispirato, sia nello sviluppo sulla spiaggia che sul mare, a strutture ottocentesche e novecentesche, quali la rotonda della Jetéepromenade di Nizza e la rotonda a mare di Scheveningen in Olanda (vedi foto)

La sua collocazione, lungo l’asse viario di collegamento al mare della Chiesa Regina Pacis (costruita a partire dal 1918 su progetto di Giulio Magni), metteva in dialogo la cupola della chiesa con quella della grande rotonda situata al polo opposto.

 

Complessivamente lo stabilimento copriva 1000 mq e per gli ospiti c’erano 400 camerini e 100 casotti sulla spiaggia; il ristorante poteva soddisfare fino a 250 coperti e, nel 1925, un pranzo completo di caffè, costava lire 5,50.

L’edificio a terra riproduceva la forma di un tepidarium termale, anche nella sagoma e nella decorazione delle bucature; conteneva l’ingresso, il bar e la sala per il caffè da un lato e la biglietteria, la sala di lettura e scrittura e i telefoni dall’altro. I soffitti degli ambienti raggiungevano i 9/10 m. di altezza ed erano a volta con lacunari come nella Basilica di Massenzio. Dalle terrazze che contornavano l’edificio si staccava un pontile, lungo 62 m. e largo 6 m., di collegamento con la “Rotonda”.

    

L’edificio a mare era costituito da un grande salone circolare del diametro di 24 m. e poggiava su 270 pali di cemento armato conficcati nel fondo sabbioso legati tra loro da barre trasversali per resistere alla furia del mare. Al piano inferiore c’era il salone più grande adibito a ristorante illuminato da 12 enormi finestroni, mentre al piano superiore una sala più piccola era utilizzata per convegni, riunioni e  feste danzanti. Entrambi i saloni erano contornati da ampi terrazzi all’aperto per la stagione estiva, dotati di scalinate che li collegavano tra loro e direttamente con l’acqua. La  grande cupola era realizzata con una struttura in ferro, rivestita all’interno in legno  e all’esterno con lamiere di rame; il suo peso era sorretto da 8 pilastri e da altrettanti archi rampanti a controbilanciare la sua spinta. Essi erano decorati con bassorilievi raffiguranti la “Vittoria Alata”, in ricordo dell’originale rinvenuto nel 1907 negli Scavi di Ostia Antica, il cui prototipo fu scolpito dall’artista Mario Bucci. Sempre dello stesso artista erano anche le 8 sculture in bronzo degli angeli che sormontavano le colonne dei terrazzi, mentre gli affreschi che decoravano gli ambienti interni erano del pittore Antonino Calcagnadoro.

Lo stabilimento Roma rappresentò il fulcro delle vacanze balneari del bel mondo romano per circa vent’ anni e fu frequentato dai principali esponenti dell’aristocrazia e dell’imprenditoria locale e dalle alte gerarchie politiche e militari dell’epoca. Nei suoi saloni e nelle acque circostanti si svolsero alcuni dei principali avvenimenti di cronaca e  sportivi della capitale; nel giugno del 1927 nei suoi pressi ammarò la squadriglia di idrovolanti comandata dal colonnello Francesco De Pinedo e nel luglio del 1930 si svolse anche la “Coppa Mussolini”, importante gara di motonautica. 

La notte del 12 dicembre del 1943 lo stabilimento fu fatto saltare in aria dalle truppe tedesche, preoccupate di distruggere tutte le costruzioni che potessero offrire un punto di riferimento durante le ricognizioni aeree nemiche per un ipotetico sbarco degli Alleati a Ostia. Salvo poi che, il 22 gennaio del 1944, gli alleati sbarcarono ad Anzio ed Ostia perse per sempre, insieme allo stabilimento Roma, gli edifici più importanti e famosi dell’epoca. Le rovine rimasero in situ  per diversi anni e sul bagnasciuga dello stabilimento Lido, rimase a lungo il cartello "Attenzione scogli" che avvertiva i bagnanti di non immergersi in quella porzione di mare in corrispondenza dei pilastri di fondazione della rotonda del Roma.

 

 

Nel dopoguerra ci furono varie proposte di ricostruire la struttura, ma poi negli anni ’40, al suo posto, furono realizzati gli stabilimenti Lido e Marechiaro.

Redatto da Mariagrazia Pirrone

 

Per i video e le immagini si ringrazia @romaierioggi.it e @ostialove.it

per consultare sui nostri scaffali clicca qui

 

(Ins.30/12/2021-Don.Zap.)

 

Fa parte di

Occhio al Territorio