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Occhio al territorio: le statue misteriose di Ostia

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Occhio al territorio: le statue misteriose di Ostia

23 aprile - 6 maggio 2021

Rubrica di approfondimenti

Da un po’ di anni succede che a Ostia spuntino, come per magia, alcun statue che diventano subito dei simboli fotografati e seguiti nelle loro vicissitudini. Venere, Nettuno e "Diana", fanno parte ormai della nostra città ma anche degli sfondi di cellulari, orologi o pc.
Questo attaccamento verso i nuovi simboli si manifesta ancora più concreto e forte quando essi subiscono “infortuni”.

 

VENERE

Proprio davanti alla Biblioteca Morante il 6 giugno 2014, sul Pontile dei Pescatori, aperto nel 2006, distrutto da una mareggiata nel 2012 e da allora lasciato in balia della furia del mare, compaiono all'improvviso molte corde e una statua: la Venere delle Corde. Aevo è la firma posta alla base di questa scultura: l'A-EVOLUZIONE nata dal Mare.
"Una Venere contemporanea emersa dal mare per ricollegare i troppi ponti interrotti con la nostra cultura, il nostro mare e la nostra vera natura. Sembra lanciare, con le sue cime colorate, un ponte tra passato e presente, tra mare e terraferma, quasi a contagiare con la sua bellezza il nostro territorio."

Piano piano la Venere diventa un simbolo della lotta contro il degrado, posta su quel pontile spesso colpito dalle intemperie

       

Dopo pochi giorni viene ristrutturata con speciali resine e l'11 febbraio dello stesso anno viene finalmente riposizionata nell'esatto punto, pronta per combattere altre tempeste. Pochi giorni dopo, sempre a febbraio 2018, arriva la magia: in una mattina gelida la neve imbianca la Venere e il pontiletto.

 

 

NETTUNO

 

Il 5 marzo 2019 una statua di Nettuno compare sulla scogliera vicino al Pontile.  Ma perché proprio la scelta di Nettuno? La risposta la troviamo sotto la statua, in una citazione dal “De natura deorum” di Cicerone:

“Il primo regno, cioè il dominio su tutto il mare, fu affidato a Nettuno che la tradizione vuole fratello di Giove”. Nettuno è il dio del mare e Ostia è “mare”.

Tutto è iniziato nel settembre 2018: tre ragazzi di Ostia, colpiti dall’amore di tutta la città verso la Venere delle corde, decidono di esaudire un loro sogno, quello di posizionare una nuova statua, sogno che nasce dal profondo amore di questi giovani per il mare, per le sfide personali e per stupirsi e al tempo stesso stupire.

Cominciano quindi gli studi per collocare la scultura alla perfezione: si cerca il luogo più protetto dalle mareggiate, soprattutto quelle di scirocco che portano più acqua di quelle di ponente.
Alla statua, realizzata da un artigiano locale, viene aggiunto un grande tridente, costruito da un amico fabbro, imponente e vistoso per conferire al dio del mare ancora più autorità.

Per posizionarla sugli scogli una base di acciaio viene attaccata alle pietre di basalto della scogliera, è un’operazione che richiede del tempo: al massimo 4 buchi alla volta, nella notte e almeno una volta a settimana, ricoprendo ogni volta la zona con delle rocce in modo che nessuno possa scorgerla dal pontile. Le serate preferite sono quelle di tramontana perché col mare calmo si riescono ad usare i trapani. Si aspetta che tutti vadano via dal pontile e poi con le luci frontali si inizia il lavoro.

La statua arriva la settimana prima del suo posizionamento e, quando tutto è pronto per poter sostenere i 400kg della statua, per 185 cm. di altezza, sono in 6 a tirarla su con la forza delle sole braccia. Alle prime mareggiate iniziano l’ansia e le palpitazioni, ma il lavoro sembra ben fatto e resiste a lungo; nel dicembre 2019 il mare in burrasca mutilò la statua trascinando via il tridente insieme a parte del braccio e della mano e gli eroi prontamente la ripararono con un nuovo tridente scintillante al proprio posto. Ma nel febbraio scorso, purtroppo, non la furia delle onde ma la cattiveria dei vandali  aveva nuovamente sottratto al Dio del mare il suo simbolo ed i nostri piccoli grandi eroi hanno compiuto una nuova impresa garantendo per la seconda volta un nuovo tridente al Nettuno.

 

 

AMAZZONE

 

 

 

Il 23 dicembre 2019 una nuova statua è stata posizionata nel Canale dei Pescatori, lì dove si forma una piccola darsena di fronte all’incrocio con  via Mar dei Coralli, un nuovo simbolo che ci auguriamo diventi caro come la Venere e il Nettuno.
A prima vista si è pensato fosse Diana Cacciatrice: dea dei boschi, protettrice degli animali selvatici, colei che custodisce le fonti e i torrenti, e il nostro Canale dei pescatori è il luogo perfetto per lei. Da una parte l’acqua dolce che sfocia nel mare e dall’altra la fitta lecceta di Castelfusano.

In seguito Loretta Buonamico, archeologa e guida del CEA – Centro di Educazione Ambientale, Riserva Litorale Romano, osservandone meglio i particolari,  ha chiarito che si tratta della copia di una celebre opera del famoso scultore greco Fidia della seconda metà del V secolo a.C. conosciuta come “L’Amazzone ferita” e nota solo da copie romane, tra cui la migliore è esposta nei Musei Capitolini di Roma.

 

Infatti, nonostante la faretra, le frecce e la gonnellina corta, ha un seno scoperto e l’iconografia non corrisponderebbe alle rappresentazioni di  Diana, Dea vergine, ma  è invece è tipica della raffigurazione delle Amazzoni; rappresenta tuttavia certamente l’immagine della donna forte e  guerriera, che in un momento così difficile, potrebbe avere un significato, consapevole o meno, ancora più bello, per ricordare la forza delle donne  in un mondo in cui le vittime di violenza sono ancora troppe.

Per i video e le immagini si ringrazia @La mia Ostia di  Aldo Marinelli

clicca qui 

 

Venere

Recupero Venere

Venere restaurata

La Venere torna al suo posto 2018

 

Nettuno

Nettuno è tornato

Nettuno ha il suo nuovo tridente

 

Amazzone

 

(Ins. 17/04/2021-Don.Zap.)

 

 

 

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