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Occhio al territorio: le dune di Capocotta

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Occhio al territorio: le dune di Capocotta

4 - 17 giugno 2021

Rubrica di approfondimento

 


Le dune sono rilievi sabbiosi accumulati dal vento che si sviluppano parallelamente alla linea di costa e vengono stabilizzati dalla vegetazione. La formazione delle dune deriva dal bilancio tra la sabbia che continuamente viene apportata e quella che in ogni momento viene asportata, soprattutto dal vento, ma anche, a volte, dalle mareggiate. Quando il bilancio è positivo, si formano le dune; quando è in passivo si ha l’erosione della costa. In generale, maggiore è la forza del vento e  maggiore è l’apporto di sabbia, quindi le dune sono più alte. Lungo il litorale di Roma, l’intensità del vento non è particolarmente elevata e, di conseguenza, le dune non sono né alte né profonde. I sedimenti che le costituiscono sono stati portati in mare dal fiume Tevere e distribuiti dalle correnti marine, in forma di cordoni litoranei, dapprima sommersi e poi emersi. Nel regime dei venti del litorale romano le piante svolgono un ruolo essenziale: rallentano il vento e quindi limitano  l’erosione della sabbia, che viene efficacemente trattenuta dalle radici delle piante e si accumula in dune. Dunque se non ci fosse vegetazione non ci sarebbero le dune nel nostro territorio e quando la duna costiera viene stabilizzata dalla vegetazione, costituisce una formidabile difesa contro l’erosione del litorale e diventa un’efficace barriera di protezione nei confronti dell’aerosol marino per gli ambienti naturali retrostanti. 

Lungo la battigia, a causa del vento e del riflusso del mare, la sabbia forma delle piccole onde. Su queste, il vento deposita numerosi semi, alcuni dei quali, germogliando, daranno inizio alla duna embrionale. Le piante pioniere, la cakile detta ravastrello e l’erba kali, di fondamentale importanza, sono le piante che per prime si insediano sulle spiagge. Si tratta di piante che crescono su sabbia pura, senza humus, vivono solo un anno, quindi fioriscono e liberano i loro semi. La Gramigna delle spiagge, una perenne che cresce dove le mareggiate arrivano un po’ più di rado, crea una prima barriera al vento che, rallentando, deposita sabbia alle spalle del ciuffo della pianta.  L’altra graminacea importante per l’ambiente è lo Sparto pungente, con ciuffi piuttosto alti e fitti e spighe del tutto simili a quelle del grano.  Ma tutte queste specie sono minacciate dal calpestio, perché vivono nella parte della spiaggia che viene “pulita” in estate. Quando le dune embrionali hanno raggiunto una certa consistenza e si trovano ad una certa distanza dal mare, inizia a crescere un’altra graminacea, l’ Ammophila, con ciuffi alti, fitti e giallastri.

L’Ammophila è l’ingegnere edile delle dune: ha radici fitte, ramificate e profonde, che formano una rete intricata che trattiene la sabbia. Inoltre quando questa pianta viene ricoperta, la sua crescita viene stimolata ed in questo modo la sabbia che man mano arriva dal mare viene immediatamente immobilizzata, così la duna si allarga e sale in altezza. Al riparo di questa pianta, l’ecosistema comincia a diventare abbastanza complesso perché si formi un po’ di suolo, ricco di sostanze nutritive: possono così crescere molte altre specie.                                                        

   

                                                                                                                                                                          

Questa fascia è quindi ricca di piante dalle fioriture vistose, come la Camomilla marina, la Calcatreppola marina, dalle larghe foglie cerulee e spinose, il Finocchio di mare, che durante la fioritura nasconde le sue foglie spinose in una nuvola di fiorellini bianchi, l’Erba medica marina e il Vilucchio di mare. Le piante delle dune hanno delle caratteristiche molto particolari che consentono loro di resistere alle condizioni climatiche avverse costituite da venti forti, salsedine, siccità estiva con elevate temperature. Questo ambiente, soprattutto nel mese di aprile e maggio, quando quasi tutte le piante della duna sono fiorite, è una visione emozionante. Nel nostro territorio, abbiamo un tratto di 7 km. lungo il litorale di Castelporziano e Capocotta che è un sito di importanza comunitaria, nonché zona di protezione speciale poiché conserva la caratteristica vegetazione della duna costiera.  Fioriture molto belle sono quelle del Vilucchio di mare e della Camomilla marina che forma dei grossi cuscini. Per superare la calda e secca estate, che è il periodo più critico, alcune piante adottano delle efficaci strategie: il Vilucchio, l’Erba medica marina e l’Ononide scompaiono alla vista mentre vive il loro apparato radicale sotto la sabbia. Come abbiamo visto, sono poche le specie che vivono in questo ambiente, circa una ventina e non sono molto appariscenti ma hanno una grandissima importanza per l’equilibrio dell’ecosistema.                                           

 

    

 

Nelle zone retrodunali di Capocotta e Castelporziano, protette da staccionate e sottratte al calpestio, si possono invece osservare piante che indicano un debole disturbo da parte dell’uomo. Presentano spesso fiori molto vistosi, come la Silene colorata, dai delicati fiori rosa o il bellissimo Giglio di mare che è specie protetta. Tra un cordone di dune e l’altro, si creano degli avvallamenti stretti e lunghi, paralleli al mare, dove spesso si formano degli stagni che ospitano specie particolari e rare, amanti dell’umidità: Canne e Giunchi, ma anche l’Iris giallo  e la Salcerella

Dopo il cordone dunale caratterizzato dallo Sparto pungente, la vegetazione, poiché protetta, si fa più fitta e rigogliosa e si possono trovare le specie tipiche della macchia mediterranea: siamo nella duna consolidata. Qui troviamo il Lentisco, il Ginepro coccolone, lo Stracciabraghe, l’Erica, l’Alaterno, la Fillirea, il Caprifoglio, il Corbezzolo. Tuttavia il vento sferza ancora le foglie dei cespugli che, pur crescendo fitti e compatti, si adattano formando la classica vegetazione a forma di cuscino: più bassa verso il mare, dove il vento ostacola la crescita e più alta verso terra, dove è protetta e cresce più velocemente.                                                                                                                     

Nella macchia si possono trovare le tracce di alcuni mammiferi, come conigli e istrici, e si possono udire uccelli come quaglie, usignoli, spazzole, capinere e occhiocotti. Tra gli insetti ricordiamo la falena del Giglio di mare, detto anche Pancrazio, il cui bruco a strisce bianche e nere si nutre delle sue foglie (Il Bruco della Falena del Pancrazio).    

Alle spalle della duna consolidata cresce il bosco di Leccio, con più o meno le stesse piante della macchia dunale, ma con aspetto di foresta. Il bosco viene protetto dalla duna consolidata e dalla sua vegetazione, infatti dove questa risulta distrutta, si osservano i tipici alberi a bandiera, ripiegati e contorti dal vento, a volte del tutto secchi.

Redatto da Maria Grazia Pirrone

Per  testi e immagini si ringrazia @Cyberia

Per  video e immagini si ringrazia @La mia Ostia di  Aldo Marinelli

Foto

Dune col drone

Capocotta

 

 (Mod. 18/06/2020-Don.Zap)

 

 

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Occhio al Territorio