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Occhio al territorio: La stazione vecchia e il Palazzo del Governatorato
Rubrica di approfondimenti
LA STAZIONE VECCHIA
La possibilità di collegare Roma al mare era un’idea considerata già nella seconda metà dell’Ottocento, ma si dovette attendere il 1914 con l’ing. Paolo Orlando perché si avviasse la costruzione della linea ferroviaria, per la quale lavorarono molti prigionieri di guerra. La realizzazione della Stazione Ferroviaria di Ostia era chiaramente legata alla costruzione della linea di cui rappresentava la testata al mare, ma i lavori iniziati a Roma Porta S. Paolo nel 1918 furono lunghi e complessi e subirono numerose sospensioni. Solo il 10 agosto 1924 la linea fu ufficialmente inaugurata. E’ interessante ricordare che nel febbraio 1924, dopo l’ultima sospensione di due anni, il Capo del Governo, Mussolini, sollecitò la conclusione dei lavori, comunicando di doversi recare ad Ostia-Mare il 10 agosto per l’inaugurazione dello Stabilimento Roma e per la posa della prima pietra del costruendo Palazzo del Governatorato. I lavori ripresero a maggio e furono ultimati a tempo di record dopo soli tre mesi.
La stazione originaria, ora distrutta, fu progettata da Marcello Piacentini e, come previsto dal Piano Regolatore del 1916, era collocata nel “Centro Civico” insieme ad altri edifici pubblici come la Chiesa, la Delegazione Comunale, il Mercato; questo Centro cittadino, posto tra il quartiere popolare e quello dei villini signorili, fu poi realizzato solo in parte. L’edificio, quasi gemello di quello di Porta S. Paolo con piccole differenze nei prospetti e nelle decorazioni, si affacciava sul Piazzale della Stazione (ora Piazza della Stazione Vecchia). La prima pietra fu posta da re Vittorio Emanuele III nel 1921, come si può leggere nella lapide originale ora collocata nell’atrio dell’attuale Stazione di Lido Centro e fu terminata nel 1922 in un solo anno. Aveva una facciata simmetrica ed un portico di accesso tripartito; tale portico, coperto da una pensilina aggettante, portava al vasto atrio sul quale si affacciavano tutti i settori nevralgici della stazione. Di fronte all’ingresso era collocata la biglietteria, tra i due varchi per l’entrata e l’uscita dei passeggeri provenienti dalle banchine, sulla destra c’era un grande locale adibito a ufficio postale e telefonico, mentre sulla sinistra c’era un ristorante e dei negozi. Il servizio bagagli era volutamente decentrato rispetto all’atrio per non intralciare il movimento dei viaggiatori; infatti la ferrovia era utilizzata principalmente da passeggeri privi di bagagli e nella stagione estiva la stazione doveva accogliere un grande flusso di persone in partenza ed arrivo. E’ interessante sapere che il sistema di costruire i marciapiedi delle banchine rialzati al piano di ingresso vettura, fu il primo esperimento attuato in Italia al fine di poter rendere comodo e veloce il massimo afflusso di pubblico nelle carrozze.
Tuttavia, nonostante la stazione fosse pronta dal 1922, come già detto, si dovette attendere il 1924 per l’entrata in funzione della ferrovia; inizialmente la trazione fu a vapore e su un solo binario, poi nel 1925 iniziò la trazione elettrica e venne attivato il secondo binario.
I passeggeri, una volta giunti ad Ostia, si trovavano, all’uscita della stazione, in una graziosa piazzetta “arredata” con un giardino centrale arricchito da palme, che lasciavano intravedere sulla sinistra il Palazzo del Governatorato e, oltre una quinta di alberi, la Basilica di Regina Pacis. Sulla destra della piazza, un largo viale alberato conduceva al mare.
L’attivazione della linea ferroviaria rappresentò un fatto fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico di Ostia e della sua vocazione turistica, con la nascita di nuovi stabilimenti balneari, negozi, ristoranti, caffè, alberghi, pensioni ecc. L’ importanza del collegamento ferroviario con Roma e le aspettative in esso riposte dagli abitanti dell’epoca sono testimoniate dalla grande espansione demografica del periodo tra il 1921 ed il 1927. Nel 1921 la popolazione era composta da 119 persone e nel 1927 era salita a 779 con un incremento del 654% nel giro di soli sei anni.
La vecchia stazione è oggi scomparsa, infatti nel 1943 fu minata e resa inutilizzabile dai tedeschi per il pericolo di improvvisi sbarchi nemici.
Nel dopoguerra è stata ricostruita in forme moderne in una posizione più arretrata, come in effetti era già stato previsto dal Piano Regolatore del 1933, per creare meno disagio al transito dei veicoli nella città e per consentire il prolungamento della linea stessa, prima fino a Stella Polare (1948), poi a Castelfusano (1949) ed infine a Cristoforo Colombo (1959).
Qui un interessante articolo sui ricordi di un negozio all’interno della stazione di lido centro
IL PALAZZO DEL GOVERNATORATO
Ill Palazzo del Governatorato, sede del X Municipio, sorse in sostituzione di un precedente edificio del 1915, più precisamente uno chalet in legno e ferro con copertura in eternit, che si trovava sulla sinistra di Piazza dei Ravennati. Infatti per soddisfare le accresciute esigenze degli abitanti di Ostia e delle zone limitrofe, si rese quasi subito necessaria la costruzione di un edificio più grande, che potesse anche rappresentare al meglio, con la monumentalità delle sue forme, l’importanza acquisita dalla giovane borgata marittima.
Il 10 agosto del 1924, alla presenza del cardinale Vincenzo Vannutelli, vescovo della Diocesi di Ostia, fu posta la prima pietra del nuovo palazzo, la cui costruzione durò all’incirca due anni e si concluse nel 1926.
Il Palazzo del Governatorato dialogava con la vecchia stazione fino al 1943, quando quest’ultima fu distrutta, affacciandosi sulla medesima piazza e formando con essa un piacevole sistema urbano amalgamato dai giardini che fronteggiavano le due costruzioni. Il progetto è dell’architetto Vincenzo Fasolo, tecnico dell’Ufficio Architettura del Comune di Roma, lo stesso progettista della Colonia Vittorio Emanuele III (vedi post precedente). L’edificio è composto da tre corpi di fabbrica che si sviluppano attorno ad un grande cortile quadrangolare porticato, al centro del quale è posto un pozzo inquadrato da due colonne sormontate da un architrave, proveniente probabilmente dai vicini Scavi di Ostia Antica.
Gli ingressi principali sono due: il primo destinato alle sale consiliari, si apre sul Piazzale della Stazione con un arco a tutto sesto sovrastato da una torre decorata con altorilievi realizzati con un impasto di polvere di travertino; il secondo si trova su via Claudio e, con un arco a tutto sesto nella recinzione, immette in uno spazio aperto dove una breve scalinata porta all’ingresso degli uffici e degli sportelli al pubblico. Si entra in un atrio di forma circolare che funge da cerniera tra i due corpi di fabbrica adiacenti; ai livelli superiori, il vestibolo, che disimpegna gli ambienti per il pubblico e gli uffici, si trasforma in una svettante torretta ottagonale. La delegazione comunale, come i numerosi altri progetti realizzati a Roma da Vincenzo Fasolo , denunciano il suo gusto eclettico, attuato attraverso l’inserimento di elementi desunti dall’architettura medievale romana e dagli edifici rinascimentali del Veneto, sua terra d’origine. Anche le facciate riflettono le tendenze eclettiche e pittoresche del progettista, sono realizzate in tufo dorato della campagna romana (bugnato sullo zoccolo e liscio sui piani superiori), mentre in travertino di Tivoli sono realizzati numerosi dettagli: marcapiani, spigoli, capitelli e contorni di archi e finestre. Inoltre le facciate ed anche le pareti all’interno del chiostro sono caratterizzate ed impreziosite da un ricco apparato decorativo realizzato ad encausto da Umberto Calzolari nel cosiddetto “Dalmata italiano”.
Redatto da Mariagrazia Pirrone
Per i video e le immagini si ringrazia @La mia Ostia di Aldo Marinelli
(Ins. 07/10/2021-Don.Zap.)