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Occhio al territorio : il raro Cisto giallo nella tenuta di Procoio
Approfondimenti
La tenuta di Procoio è un bellissimo scorcio di campagna romana situata tra l’abitato di Ostia (oltre Viale dei Promontori), Ostia Antica, via di Castel Fusano e Via dei Pescatori. Vi troviamo un’estesa pineta, vaste aree a macchia mediterranea, un boschetto di sughere con qualche esemplare ultracentenario, ampi campi coltivati con alcuni casali agricoli, alcuni canali a testimonianza delle opere di bonifica e moltissimi resti di epoca romana. Vi si possono incontrare le garzette nei pressi dei canali, aironi guardabuoi vicino ai maneggi, (si nutrono infatti di parassiti di animali sia domestici che selvatici) volpi, le upupe in primavera, gabbiani e cornacchie che amano passare qualche ora della loro giornata nell’ambiente tranquillo della campagna romana.
L’area è caratterizzata dalla presenza del Leccio insieme ad un bosco di Sughere, del tutto assenti nella vicina pineta di Castel Fusano, ed, oltre al Cisto bianco e rosa, da vaste aree di Cisto giallo ( Halimium halimifolium) dalle caratteristiche foglie grigio-argento, specie dall’ areale limitato a pochissime località dell’Italia peninsulare ed assai diffusa in Sardegna. Nel mese di maggio, il Cisto forma grandi cespugli fioriti, che interrompono il verde della macchia creando giochi di colore di grande effetto.
Intorno a questa umile ma preziosa pianta, si è sviluppata la leggenda di Venere ed Adone, bellissimo giovane che fece innamorare la dea suscitando la gelosia del marito Marte che gli aizzò contro un feroce cinghiale. Venere nascose Adone in un cespuglio di Cisto bianco, ma non bastò a salvarlo, il cespuglio si macchiò del sangue del giovane ed in sua memoria, si diffuse in tutte le selve. L’aspetto dei fiori ricorda la Rosa Canina e come essa è fragile ed ha vita breve, ma la pianta ha una particolare resistenza all’incendio e quando il fuoco divora la macchia, il Cisto insieme al Corbezzolo, è il primo a rispuntare dal duro terreno, con una vitalità che ha dell’incredibile. Ha moltissime proprietà antiossidanti, antibatteriche, antinfiammatorie ed antimicrobiche. La sua corolla a cinque petali è simbolo della vita ultraterrena: per gli antichi Greci il cinque indicava la fine di un ciclo (4) e l’inizio di uno nuovo (4 + 1)
Per sapere di più sulle piante che crescono tra le dune del delta del Tevere, ti invito a leggere questo libro:
Divine creature tra le Dune del delta del Tevere
Ogni pianta esaminata oltre alle caratteristiche proprie della specie vegetale ci fa scoprire un enorme bagaglio di storia, miti, tradizioni, ma anche usi pratici farmacologici e gastronomici cresciuti a poco a poco intorno ad essa. Per questo tali piante ci appaiono come “divine creature”
Per i testi e le immagini si ringrazia la Riserva del Litorale Romano e Cyberia Idee in Rete
Per il video si ringrazia @La mia Ostia di Aldo Marinelli
(Ins. 25/09/2020-Don.Zap.)