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Occhio al territorio: architettura moderna ad Ostia, gli stabilimenti balneari (2)

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Occhio al territorio: architettura moderna ad Ostia, gli stabilimenti balneari (2)

30 luglio - 12 agosto 2021

Rubrica di approfondimenti

DUILIO 1936  (oggi CAPANNO) 

Lo stabilimento Duilio fu costruito tra il 1936 ed il 1939 dall’architetto Luigi Moretti per la Società Elettroferroviaria italiana. Anche per questo stabilimento è evidente la scelta di un impianto razionalista nella distribuzione dei volumi e nel posizionamento, non casuale, in asse con l’area trapezoidale di proprietà della Soc. Tirrena che metteva in relazione il nuovo impianto con gli edifici di Libera e di Botti. L’impianto, caratterizzato a prima vista da una estrema semplicità, fu in realtà impostato secondo un notevole rigore geometrico ed una sapiente distribuzione dei vuoti e dei pieni di indubbia matrice modernista, testimonianza di scelte progettuali di alto livello. Una larga scalinata conduce a una piattaforma, sopraelevata rispetto al piano del marciapiede, dove i due blocchi rettangolari che contengono rispettivamente la direzione e gli uffici sono collegati superiormente da un solaio comune (adibito a terrazza-solarium). In posizione decentrata tra i due fabbricati, si apre un varco attraverso il quale è possibile raggiungere la spiaggia. Nel fronte verso il mare la bucatura dell’ingresso, che attraversa il volume prismatico, è ulteriormente sottolineata dalla gradinata, perfettamente in asse, che porta alla quota dell’arenile. Le grandi aperture vetrate del piano superiore fanno da contrappunto alle finestre ad oblò del piano seminterrato, presenti sia nel prospetto sul lungomare, sia nel lato interno. Questi particolari (le finestre a oblò, le aste portabandiera, le balaustre a tubi orizzontali) sono gli elementi caratteristici delle realizzazioni razionaliste in ambiente marino. Ma l’allusione alle costruzioni navali è ancora più evidente nella forma complessiva dell’edificio e soprattutto lo era, nel progetto originario, che presentava nel prospetto laterale  una scala, a terminazione curvilinea, che ricordava i battelli fluviali.   La piccola struttura del Duilio, nonostante le sue ridotte dimensioni (11,25 x 2,50 m.), che rendevano tra l’altro minimo il disturbo causato dall’oscuramento della visuale verso il mare, rappresenta sicuramente uno degli stabilimenti architettonicamente più interessanti dell’intera fascia di litorale compresa tra Ostia e Castelfusano. Di recente è stato ristrutturato senza grandi alterazioni.

  

Video del Capanno

 

LEGA NAVALE 1937  ristrutt. 2009/10

Composto da un edificio in muratura, decentrato rispetto all’asse del lotto, e da una serie di casotti in legno disposti a semicorte, lo stabilimento balneare della Lega Navale – fortemente voluto da Achille Starace, Segretario del Partito Nazionale Fascista e Commissario Straordinario della Lega Navale Italiana – venne realizzato nel 1937 su progetto di matrice razionalista dell’ing. Corrado Giovannetti.

La costruzione stabile, in posizione decentrata rispetto al fronte del lotto, è a tre livelli: il piano principale, che è accessibile dal lungomare salendo una scalinata, contiene gli uffici e un salone-ristorante caratterizzato da una terminazione curvilinea vetrata.  Questa ampia superficie finestrata, scandita da pilastri quadrati, consente di godere al meglio della visuale del mare, particolarmente suggestiva al tramonto. Il piano superiore è occupato da alcuni vani di servizio e da una terrazza-solarium, mentre al livello dell’arenile si trovano una rimessa per le imbarcazioni e alcuni locali per la scuola di vela.

   

Il fronte verso il mare, caratterizzato dal  volume curvilineo che esce prepotentemente dal corpo trasversale al livello del  salone-ristorante ed è interamente circondato da una terrazza all’aperto; mentre il prospetto sulla via litoranea risulta molto più bloccato, semplice e scarno essendo composto da una superficie piana scandita da pochissime bucature.

 

 

     

Nel suo insieme il fabbricato ricorda la plancia di un battello e questa affinità è ulteriormente sottolineata dall’uso di dettagli navali (balaustre a tubi orizzontali che recingono le terrazze, emergenza del torrino delle scale, aste portabandiera, ecc.). L’edificio è stato fortunatamente poco alterato nel corso degli anni e rappresenta tutt’ora uno degli stabilimenti balneari più interessanti del litorale romano.

 

 

DOPOLAVORO DEL GOVERNATORATO DI ROMA 1938 (oggi MAMI e Cral Comune di Roma)

L’impianto fu inaugurato con una grande cerimonia il 2 luglio 1938 ed offriva, in uno stabilimento di primissima categoria, servizi e sale per divertimenti a prezzi veramente accessibili a tutti gli stipendi ed i salari. L’esperimento era risultato più che felice, giacché 500 persone al giorno frequentavano lo stabilimento, anche nelle giornate di tempo incerto. Non è noto il nome del progettista; l’edificio si sviluppava su tre piani, con l’ingresso posto al livello del lungomare fiancheggiato da due ali simmetriche di forma concava, bucate da finestre alte e strette. L’ingresso dava accesso ad un ambiente rettangolare, posto al centro di una terrazza semicircolare e sovrastato da un solarium concluso da un torrino. Al livello inferiore la terrazza formava un porticato aperto verso il mare e comunicava direttamente con la spiaggia, dove erano collocate le cabine dalla caratteristica disposizione “a spina di pesce”. Poco dopo il 2000 lo stabilimento è stato oggetto di un restauro, che almeno nei volumi del prospetto sulla strada non ha alterato troppo le forme originarie.

     

Vale la pena, infine fare un cenno ad altri due stabilimenti balneari: il Dopolavoro del Min. delle Comunicazioni 1937 (oggi Delfino) ed il Belsito del 1941. Entrambi andarono completamente distrutti nel corso degli eventi bellici e furono poi totalmente ricostruiti.

 Il primo, progettato da R. Cappellini ed F. Uras era un edificio estremamente semplice e lineare, sviluppato intorno ad un grande salone rettangolare affacciato su una terrazza verso il mare, al centro della quale era collocata la scala che portava al livello dell’arenile. La semplicità dell’impianto era sottolineata dal disegno dei prospetti: l’edificio era realizzato in tufo con ricorsi di mattoni ogni metro. Nel fronte sulla strada, il volume rettangolare era appena scandito dal vuoto dell’ingresso, fiancheggiato dalle strutture del pergolato e dalle finestre a griglia degli ambienti di servizio. Il fronte verso il mare, più articolato, presentava l’emergenza del blocco del salone centrale.

Il Belsito, progettato dall’ing. Giuseppe Di Gioja nel 1941 ricalcava un precedente progetto, sospeso dalla Commissione Edilizia, del prof. Mario Rossano. Nel fronte verso il mare era ricavata una terrazza, dalla quale attraverso una rampa rettilinea si poteva raggiungere l’arenile, oppure il piano superiore salendo due scale curvilinee simmetriche, che conferivano grande dinamicità all’insieme.

 

 

 

 

Per  le foto si ringrazia @La mia Ostia di  Aldo Marinelli;

Le foto in b/n sono tratte dal libro:

Ostia. Gli stabilimenti balneari : il mare di Roma e la sua storia, dai primi del '900 ai giorni nostri, attraverso l'architettura della balneazione, 1996.

In questo AUDIO per il quale si ringrazia @viaggineiparaggi.it/

Open House Roma potete ascoltare: al min. 26,12 Il Duilio; al min. 32,51 La Lega Navale

 

STABILIMENTI BALNEARI PARTE 1^

(Ins. 29/07/2021-Don.Zap.)

 

 

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