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giovedì

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gennaio

Natale a Calais, IX Edizione

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Natale a Calais, IX Edizione

20 dicembre 2018 - 31 gennaio 2019

Mostra

A cura di Maria Ida Gaeta, il progetto è ideato e promosso dalla Biblioteca Casa delle Letterature, per celebrare la festa più importante dell’anno con parole di ieri e di oggi e con opere di artisti contemporanei. Tra l’allegro caos delle luci e dei regali, tra la spiritualità e l’intimità del rito, la Casa delle Letterature, come da tradizione, racconta un Natale della letteratura e dell’arte e presenta la mostra, realizzata in collaborazione con Vivarte s.r.l.s.  Natale a Calais con opere di TOMMASO SPAZZINI VILLA e letture di GALATEA RANZI

 

Nata da una ricerca artistica e filantropica durante la sua permanenza al campo profughi di Calais come volontario - a partire dal novembre 2015 fino al febbraio 2016 - “Migrazioni” è un ciclo di sette opere composte da migliaia di impronte digitali di migranti e di persone coinvolte nell’attività di volontariato. Per attuare il progetto l’artista si è più̀ volte recato e ha vissuto nel campo profughi di Calais - noto alle cronache come “la giungla” - dove ha raccolto migliaia di impronte digitali dei migranti e dei volontari che li aiutavano.

Le sette opere una volta realizzate sono state donate a Singa – organizzazione internazionale nata in Francia nel 2012 per l’integrazione dei migranti sul territorio europeo – che le ha vendute ad un’asta di Pierre Bergè et associèes finanziando con il denaro ricavato progetti di solidarietà e aiuto.

 

Il trittico della grande opera in mostra alla Casa delle Letterature, Presa di coscienza sulle migrazioni (2018), realizzato appositamente da Spazzini Villa termina la sua consolidata riflessione sulle migrazioni e nello stesso tempo la richiama nella sua interezza, raccontandone l’intero percorso.

L’opera è composta da tre grandi pannelli ricoperti di terra “bruciata” sui quali sono fissati dei chiodi che fanno da supporto alle impronte a inchiostro su carta, messe in rilievo rispetto alla base.

Le impronte, raccolte dall’artista nei giorni di permanenza a Calais, ribaltano il paradigma in cui i migranti vengono visti unicamente come attori passivi del sistema d’accoglienza, trasformando completamente il valore del gesto della raccolta delle impronte per l’identificazione. Ogni impronta rappresenta un individuo e più individui messi insieme come ad individuare le rotte dei lunghi viaggi compiuti o incompiuti. I chiodi reggono il flusso delle impronte: sono il simbolo del sostegno, non sempre sufficiente, che i migranti ricevono nel loro difficile percorso per la sopravvivenza.  La caduta e il deposito delle impronte è tutto ciò che resta: un numero smisurato e indefinibile di identità disperse di cui non si sentirà più parlare.

 

A distanza di tre anni dal Natale del 2015, anno in cui il suo progetto è iniziato e anno in cui il Natale Cristiano è coinciso con quello Musulmano, il lavoro di Spazzini Villa ci parla e ci interroga con ancora maggiore forza. Oltre al trittico, saranno esposti come parte essenziale della mostra, nelle bacheche, i materiali di lavoro del progetto.

 

Il 20 dicembre, giorno dell’inaugurazione della mostra e del brindisi di Natale della Casa delle Letterature, Galatea Ranzi leggerà i racconti scritti dall’artista nel periodo in cui era al campo profughi di Calais e in cui prendeva corpo il suo progetto artistico.

 

Tommaso Spazzini Villa

 

Nasce a Milano nel 1986 ma vive e lavora a Roma, nel suo studio di Trastevere.

Laureato in Economia presso l’Università Bocconi di Milano, nel 2008 decide di stravolgere la sua carriera seguendo le sue vocazioni artistiche. Trasferitosi a Roma, segue lezioni di disegno all’Accademia di Belle Arti, scopre e studia l'inestimabile patrimonio artistico della città iniziando a delineare un percorso spesso segnato da relazioni concettuali tra passato e presente.