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La parola alle donne. Letteratura al femminile

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La parola alle donne. Letteratura al femminile

28 giugno - 4 luglio 2020

Il consiglio della domenica

Gentili lettori, questa settimana per il nostro consiglio di lettura al femminile vogliamo proporvi la scrittrice polacca Olga Tokarczuk. Nata a Sulechów in Polonia il 29 gennaio 1962, è tra i più acclamati scrittori polacchi della sua generazione. Ha pubblicato diversi romanzi, libri di poesie e raccolte di racconti. Con l'opera I vagabondi (edito da Bompiani nel 2018) ha vinto il Man Booker International Prize e, il 10 ottobre 2019, le è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura per l'anno 2018, "per un'immaginazione narrativa che, con passione enciclopedica, rappresenta l'attraversamento dei confini come forma di vita". In occasione della conferenza stampa indetta per il Nobel, OlgaTokarczuk ha affermato: "Ho appreso la notizia del premio Nobel in circostanze stranissime: ero in autostrada, in un punto imprecisato tra il qua e il là, in un luogo senza nome. Non riesco a pensare a una metafora migliore per definire il mondo in cui viviamo oggi. Noi scrittori dobbiamo affrontare sfide ancora più improbabili, eppure la letteratura è un’arte che si muove lenta; il lungo processo della scrittura rende difficile cogliere il mondo sul fatto. Mi chiedo spesso se è ancora possibile descrivere il mondo, o se siamo già troppo incapaci e disarmati davanti alla sua forma sempre più fluida, al dissolversi di punti fermi e alla scomparsa dei valori. Io credo in una letteratura che unisce la gente e ci dimostra quanto siamo simili, che ci rende consapevoli del fatto che siamo tutti uniti da fili invisibili. Che racconta la storia del mondo come se fosse un tutt’uno vivo e unificato, che si sviluppa di continuo davanti al nostro sguardo: noi ne siamo solo una piccola parte, eppure al tempo stesso siamo una parte potente".

I vagabondi

La trama: La narratrice che ci accoglie all’inizio di questo romanzo confida che fin da piccola, quando osservava lo scorrere dell’Oder, desiderava una cosa sola: essere una barca su quel fiume, essere eterno movimento. È questo spirito-guida che ci conduce attraverso le esistenze fluide di uomini e donne fuori dell’ordinario, come la sorella di Chopin, che porta il cuore del musicista da Parigi a Varsavia, per seppellirlo a casa; come l’anatomista olandese scopritore del tendine di Achille che usa il proprio corpo come terreno di ricerca; come Soliman, rapito bambino dalla Nigeria e portato alla corte d’Austria come mascotte, infine, alla morte, impagliato e messo in mostra; e un popolo di nomadi slavi, i bieguni, i vagabondi del titolo, che conducono una vita itinerante, contando sulla gentilezza altrui. Come tanti affluenti, queste esistenze si raccolgono in una corrente, una prosa che procede secondo un andamento talvolta guizzante, come le rapide, talvolta più lento, come se attraversasse le vaste pianure dell’est, per raccontarci chi siamo stati, chi siamo e forse chi saremo: individui capaci di raccogliere il richiamo al nomadismo che fa parte di noi, ci rende vivi e ci trasforma, perché “il cambiamento è sempre più nobile della stabilità”.

Su Bibliotu sono inoltre disponibili i seguenti libri:

L'anima smarrita

Nella quiete del tempo

Guida il tuo carro sulle ossa dei morti

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