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Incollati alla poltrona
La rubrica del mercoledì
Gentili lettori, eccoci al secondo appuntamento della rubrica "Incollati alla Poltrona".
Dopo Edgard Allan Poe vi presentiamo Sir Arthur Conan Doyle: scrittore e drammaturgo britannico, fu amato da più generazioni di lettori e ha spaziato fra diversi generi letterari, dal giallo al fantasy, dal romanzo storico a quello d'avventura ... e molto altro ancora.
Conan Doyle (Ediburgo 22 maggio 1959 - Crowborough 7 luglio 1930) è considerato, insieme a Poe, il fondatore dei due generi letterari: il giallo e il fantastico. In particolare è il capostipite del sottogenere noto come giallo deduttivo, reso famoso dal personaggio dell’investigatore Sherlock Holmes.
Doyle studiò medicina all’Università di Edimburgo e in quegli anni scrisse i suoi primi racconti tra cui Il Mistero di Sasassa Valley, pubblicato nel 1879, seguito l’anno dopo da Il Racconto dell’Americano.
Durante il terzo anno di medicina, Doyle accettò l'incarico di medico di bordo su una baleniera diretta al Circolo Polare Artico: questa esperienza, descritta nel romanzo di formazione Avventura nell’Artico. Sei mesi a bordo della baleniera Hope, gli ispirò il racconto Il Capitano della Stella Polare, pubblicato nel 1883.
Nel 1880 rientrò in patria, conseguì la laurea in medicina e l'anno successivo partì per una nuova avventura; ottenne infatti l'incarico di medico di bordo sulla nave Mayumba che collegava Liverpool alle coste dell'Africa Occidentale.
Tornato in Gran Bretagna cercò di avviare la sua carriera di medico ma, dopo varie vicissitudine e complicazioni, rinunciò alla medicina per dedicarsi completamente alla carriera letteraria.
Il successo giunse nel 1886 con il romanzo poliziesco Uno Studio in Rosso, nel quale fa la sua comparsa Sherlock Holmes, un detective privato molto abile, dall'ingegno acuto e attento osservatore di tutti gli indizi a lui disponibili.
A questa prima opera fecero seguito ben 62 tra racconti e romanzi, con protagonisti Sherlock Holmes e il suo inseparabile amico, il Dottor Watson.
Conan Doyle, nonostante l'enorme successo, non legò mai abbastanza con il suo personaggio più popolare, tanto che decise di far morire il detective. I lettori ne rimasero sconvolti; addirittura alcuni gentiluomini della City indossarono il lutto al braccio e lo stesso Doyle ricevette lettere minacciose. Holmes quindi, riportato in vita nel romanzo Il Mastino dei Baskerville pubblicato nel 1902, tornò a essere protagonista di tante altre storie.
La prolifica produzione di Doyle spazia però tra diversi generi letterari quali l'avventura, il fantastico e le opere di ricerca storica, come La compagnia bianca (1891), il suo antefatto Sir Nigel (1905) e la serie di sedici racconti storico-satirici sulle immaginarie avventure del brigadiere Gérard (pubblicati tra il 1894 e il 1903). Classico testo di storia militare fu invece The Great Boer War del 1900, scritto mentre era corrispondente della guerra anglo-boera in Sudafrica, per il quale fu insignito del titolo di baronetto. Fu anche corrispondente di guerra durante la Grande Guerra.
Doyle coltivò per tutta la vita uno spiccato interesse per lo spiritismo, in modo particolare per la ricerca del contatto con l'aldilà. Prima della sua morte fece in tempo a pubblicare il suo ultimo lavoro, The Edge of Unknown, nel quale spiega le sue esperienze parapsicologiche, ormai divenute sua unica fonte di interesse.
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