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settembre
Il significato del perdono in psicologia
24 settembre 2016 ore 11:00
a cura della Dott.ssa Monica Napoleone
Nei precdenti incontri dal titolo Psicologia ed Economia della felicità, si è parlato di: resilienza, empatia, autoefficacia, autostima e assertività.
In questo secondo ciclo vorremmo parlare, sempre in ottica del Benessere Psicologico, del significato del Perdono e del valore della comunicazione. Un nuovo momento di condivisione e confronto.
Che cos’è il Perdono in Psicoterapia?
Parlare di Perdono è bello intenso ma ci mette in contatto con delle decisioni difficili da prendere perché emotivamente coinvolge molti aspetti di noi stessi.
Da alcuni anni la Psicologia sta ponendo l’attenzione sul tema del perdono, dopo aver riscontrato i numerosi benefici nelle persone coinvolte. In passato è stato spesso associato alla religione; questa rivisitazione del suo significato ha permesso di spogliarlo dalle uniche implicazioni morali e religiose spostando la sua attenzione sullo stato di benessere, in quanto perdonare non è più un atto di carità ma un modo per proteggersi dalla rabbia e dalle emozioni negative.
Il perdono in se, è uno strumento per combattere l’autocritica costante, la depressione, atti di autolesionismo e differenti forme di dipendenza (La terapia del perdono, B. Corte 2009).
Anche le neuroscienze applicate al perdono ci forniscono alcuni interessanti insights relativi a quello che succede nel cervello quando un individuo perdona. Il processo del perdono coinvolge le regioni cerebrali relative all’empatia, al decision making, all’attenzione, alla memoria e alla cognizione sociale rivelando la sua natura di processo complesso e integrato che in realtà potrebbe riorganizzare l’intera rete cerebrale coinvolta nella coesione sociale, relazioni intime, benessere psicologico e la salute globale
Da alcuni anni la Psicologia sta ponendo l’attenzione sul tema del perdono, dopo aver riscontrato i numerosi benefici nelle persone coinvolte. In passato è stato spesso associato alla religione; questa rivisitazione del suo significato ha permesso di spogliarlo dalle uniche implicazioni morali e religiose spostando la sua attenzione sullo stato di benessere, in quanto perdonare non è più un atto di carità ma un modo per proteggersi dalla rabbia e dalle emozioni negative.
Il perdono in se, è uno strumento per combattere l’autocritica costante, la depressione, atti di autolesionismo e differenti forme di dipendenza (La terapia del perdono, B. Corte 2009).
Anche le neuroscienze applicate al perdono ci forniscono alcuni interessanti insights relativi a quello che succede nel cervello quando un individuo perdona. Il processo del perdono coinvolge le regioni cerebrali relative all’empatia, al decision making, all’attenzione, alla memoria e alla cognizione sociale rivelando la sua natura di processo complesso e integrato che in realtà potrebbe riorganizzare l’intera rete cerebrale coinvolta nella coesione sociale, relazioni intime, benessere psicologico e la salute globale
INFO E PRENOTAZIONI:
monica_napoleone@libero.it