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Il futuro non è più quello di una volta

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Il futuro non è più quello di una volta

24 - 30 novembre 2020

Rubrica di approfondimento

Care amiche e cari amici, ben trovate e ben trovati!

Siete pronti per riprendere il cammino interrotto la scorsa settimana? Ricordate? Stavamo seguendo le orme di Aldous Huxley, lungo quel sottile crinale che separa le visioni distopiche da quelle utopiche.

Forse, un po’ pentitosi del pessimismo profuso nell'opera Il mondo nuovo, Huxley provò a disegnare una concreta, ambigua, appassionante utopia con L’isola, ultima e matura opera pubblicata nel 1962.

Un giornalista cinico, Will Farnaby, sopravvive a un naufragio e si ritrova sull'isola di Pala, un luogo sconosciuto e mai precedentemente descritto. Dopo un primo periodo di esplorazione, durante il quale riesce a sopravvivere grazie alle risorse naturali dell'isola, il protagonista scopre di non essere solo: una società sviluppata e indipendente ci vive da molti anni. Gli abitanti del luogo, infatti, quasi completamente privi di contatti con l'esterno, hanno tentato di realizzare un progetto di società ideale, basata sul superamento di ogni complesso, sull'ampliamento della consapevolezza e sulla fusione armonica con la natura.

Ma anche questa volta, la delusione è dietro l’angolo … questa moderna, solare Utopia è destinata a venire travolta dalla barbara violenza della "civiltà" moderna.

Scritto nel periodo in cui l'autore stava realizzando esperimenti con la Mescalina, L'isola, nel suo duplice aspetto di romanzo e di saggio, si presenta come la descrizione di una lucida e stimolante realtà possibile, in netta contrapposizione al precedente romanzo Il mondo nuovo, nel quale il futuro era invece rappresentato nella sua drammatica conflittualità tra dilemmi sociali ed esistenziali.

Con quest'opera Huxley ci annuncia la new age: è praticamente un “manifesto” delle aspettative idealistiche dei gruppi alternativi e hyppies di inizio anni ’60.

L'isola non è solo un romanzo, è il testamento spirituale e pratico di Huxley, è il compendio di tutto ciò che lui ha compreso e cercato in tutta la sua vita.

Una vita pienissima, una morte “strana” (sul letto di morte, come ultimo desiderio, chiese alla moglie un’iniezione intramuscolo di 100 mg di Lsd … e fu accontentato!), sperimentazioni, libri di ogni tipo: Aldous Huxley merita di essere riscoperto!

Sicuramente qualcuno si starà chiedendo: «ma per caso questo Aldous Huxley è quello che scrisse anche I diavoli di Loudon, La scimmia e l’essenza, L'arte di vedere? Ed è quello che sperimentava LSD e scriveva Le porte della percezione (che avrebbe ispirato il nome dei Doors) e sarebbe diventato il guru della generazione hippy?».

Sì, è proprio lui, ma questa è un'altra storia e, caso mai, ne riparleremo un’altra volta.

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