sabato
25
gennaio
Il diritto di restare di Stefano Portelli
Incontro con l'autore
Espulsioni e radicamento tra Roma e Ostia
Cosa ne è stato degli abitanti dei borghetti autocostruiti intorno al centro di Roma, le cosiddette “baracche” demolite negli anni Settanta? Questo libro racconta i decenni successivi alla grande stagione delle lotte per la casa, quando migliaia di persone trasferite sul litorale romano iniziarono a sentirsi deportate, sradicate, emarginate in un modo nuovo. “Ostia o Bombay, è uguale”, scrisse Pasolini: in tutto il pianeta milioni di persone subiscono sfratti, sgomberi e trasferimenti, a volte per ragioni speculative, altre volte con buone intenzioni. Ma quando le ruspe demoliscono case, spazi sociali, luoghi di culto, chi viene sradicato percepisce una violenza i cui effetti possono riemergere altrove, in forme anche difficili da decifrare. Il “diritto di restare” che reclamano oggi gli abitanti dell’Idroscalo di Ostia, l’ultimo borghetto di Roma, come di molte altre zone considerate informali in tutto il mondo, può essere la chiave per immaginare quartieri contro lo sradicamento, città basate sui bisogni e sui desideri di chi le abita, anziché su interessi altrui.
Stefano Portelli è ricercatore in antropologia urbana. Ha scritto La città orizzontale (Monitor, Napoli 2017), e Le nuove recinzioni (Carocci, 2023) con Luca Rossomando e Lucia Tozzi. Questo libro si basa sui risultati di una ricerca di dottorato in Ingegneria dell’architettura e dell’urbanistica diretta dai professori Giovanni Attili (Università Sapienza di Roma) e Michael Herzfeld (Harvard University).
(Ins.02/01/2025-Don.Zap.)