Cari lettori, vi siete mai chiesti perché, sentendo la parola comics, viene così naturale pensare ai supereroi? L’immaginario collettivo del fumetto è costellato di icone note in tutto il mondo - quali Superman, Wonder Woman, Batman, Spiderman e altri ancora - che appaiono familiari anche a chi non ha mai nutrito una gran passione per la nona arte. Oggi ripercorreremo velocemente le principali tappe della storia del fumetto di supereroi, mentre la prossima puntata sarà dedicata ad un grande autore che, sebbene abbia contribuito a rivoluzionare il genere, in una recente intervista ha affermato che i supereroi “sono stati creati per i bambini alla fine degli anni Trenta e sono perfetti come intrattenimento per loro”, ma rischiano di diventare “un qualcosa di grottesco, se si prova a rifarli per il mondo degli adulti”.

La storia del fumetto di supereroi è tradizionalmente suddivisa in quattro epoche, che vanno dalla fine degli anni Trenta del Novecento ad oggi; si tratta ovviamente di una periodizzazione convenzionale che, come tutte le schematizzazioni, non va intesa in maniera rigida.  

> Golden Age: nel giugno del 1938 Superman compare nelle pagine di “Action Comics” (della National, poi DC Comics). In realtà la sua creazione risale a cinque anni prima, ma fino ad allora nessuno aveva voluto pubblicare il personaggio nato dalla fantasia di Jerry Siegel e Joe Shuster. Il successo arriva improvvisamente, le vendite salgono in maniera vertiginosa, Superman incarna quel bisogno di giustizia, certezza e salvezza, propri di un’America sfiancata dalla recessione e di un mondo sul quale sta per calare la coltre del secondo conflitto mondiale. Sulla scia di quest’enorme successo, nasceranno di lì a poco altri celebri personaggi, tra i quali ricordiamo Batman nel 1939 e Wonder Woman nel 1941

> Silver Age: dopo la guerra, il fumetto supereroistico era già entrato nella sua fase di declino, ma l’istituzione nel 1954 della Comics Code Authority, organo di censura del fumetto statunitense, nato sotto la spinta del libro “Seduction of the Innocent” di Fredric Wertham, rappresenta senz’altro uno spartiacque (ne abbiamo parlato approfonditamente nella nostra prima pillola di fumetto). La violenza e il sesso erano banditi, non doveva esserci traccia di critica verso le autorità e i personaggi dei supereroi vengono adattati alle nuove regole. Il colpo inferto alle case editrici che pubblicavano fumetti horror e thriller fu durissimo e in molti casi fatale.

Negli anni Sessanta la Marvel compie una piccola rivoluzione che dà nuova linfa al mondo dei supereroi: personaggi come i Fantastici Quattro, l’Uomo Ragno, Hulk e gli X-Men sono sì dotati di superpoteri, ma vivono conflitti e difficoltà che li rendono più umani.

> Bronze Age: la cultura degli anni Settanta, con la nuova consapevolezza politica portata dalle contestazioni giovanili, è critica nei confronti dell’universo supereroistico (anche quello più “umano” della Marvel) che viene percepito come rappresentazione del potere e dell’egemonia statunitense. Sopravvivono poche serie e il fumetto americano di supereroi sembra vicinissimo alla sua fine.

> Modern Age: tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta si assiste a una graduale ripresa commerciale del settore, con un’impennata nel 1986 quando viene pubblicato il capolavoro di Frank Miller, “Il ritorno del cavaliere oscuro”: pietra miliare della storia del fumetto, non solo americano, quest’opera cambia la percezione del genere supereroistico che ora si apre ai lettori adulti, attraverso tematiche più complesse e una più alta qualità artistica.