Girovagando per le strade di Roma, durante l'asfissiante estate del 2003, l'autore ricorda l'amico poeta Pietro Tripodo (scomparso nel '99), esplorando nel contempo sotterranei, chiostri, chiese e musei. Questo peregrinare nel quartiere a ridosso della basilica di Santa Maria Maggiore parte dai sotterranei di San Clemente per ritornare a Via Labicana, al chiostro di via Berni, agli affreschi di Villa Massimo, per concludersi alla palazzina gialla di via Tasso adibita a prigione nazista durante l'occupazione tedesca.
Pensieri e ricordi si rincorrono nella mente di Emanuele Trevi come se strade e palazzi fossero squarciati da riverberi del passato. Vibrazioni di voci e frammenti di vita, illuminati dal riflesso del ricordo, fanno riapparire personaggi eroici (come il partigiano Guglielmo Petroni) e millantatori simpatici come Ivan il Coglione, fino al ricordo impregnato di nostalgia dell'amico Pietro Tripodi, poeta che attraversa la vita mite e spaventato, malinconico e comico, sordo all'ossessionante rumore del mondo, vittima del sadico "omino gobbo".
Con una prosa poetica e ricercata, spesso ironica, divagante tra arte e letteratura, Trevi trasmette al lettore il ricordo commosso e il valore umano di un'autentica amicizia.

(Gabriella Buttafoco)

 

 

 

Emanuele Trevi, Senza verso, Laterza, 2004

 

https://www.bibliotechediroma.it/opac/resource/senza-verso-unestate-a-roma/RMB0230791