I pedofili, l'inquinamento, l'eccesso di violenza, il lavoro minorile, gli alimenti Ogm, i giocattoli d'importazione, i programmi televisivi da bollino rosso, i videogames violenti, i bulli. Non vi è, o quasi, piega della società che non nasconda qualche potenziale nemico per i nostri bambini.
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La difesa dell'infanzia è diventata uno dei principi etici fondamentali delle società occidentali, una delle nostre bandiere da esportare. Tuttavia questa infanzia intoccabile nasconde un lato oscuro. Con una mano chiediamo che i bambini siano tutelati dagli aspetti più immorali del mondo degli adulti. Con l'altra ci aspettiamo che vi si immergano assorbendone i principi e le regole. Li proteggiamo dal lavoro minorile ma facciamo di tutto per renderli vittime del consumo. Li vorremmo magri e atletici ma li sommergiamo di cibi. Ci aspettiamo che scelgano la fidanzatina e comprino scarpe con il tacco già a otto anni, ma li vorremmo vergini e intonsi. Nel chiedere ai bambini di comportarsi da piccoli adulti consumare, intrattenersi, agghindarsi e imitarci esercitiamo in modo ancor più radicale quel controllo un tempo svolto dalla segregazione fisica e pedagogica. Saturiamo la loro cameretta di giochi affinché non possano inventarne mai uno nuovo. Rendiamo le loro fantasie prevedibili così da stabilirne con esattezza il confine. Sorvegliamo i loro desideri per reprimere ogni possibile trasgressione sul nascere.