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Wonder

Palacio, R. J.

Letteratura per ragazzi Giunti <editore> 2013

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È la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento

    Stefania Calo'

    15/03/2025
      

    Un vero prodigio

    Ho letto questo libro che aveva preso in prestito mia figlia, ma che lei non ha finito. A scuola ne avevano parlato, ma si erano accontentati della versione ridotta, " siamo tutti wonder" che è davvero troppo riduttiva e non rende bene l'idea. A casa avevamo visto il film che è fatto molto bene, ma questo libro mi è piaciuto molto di più. È toccante, divertente e trovo simpatica la strategia di scrivere i pensieri dai punti di vista dei vari personaggi. So che sono stati scritti altri libri con altri personaggi e sono curiosa di leggere anche quelli. Lo consiglio a grandi e piccoli lettori a partire dalle medie secondo me (mia figlia è in terza elementare).
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  • 8 / 9 utenti hanno trovato utile questo commento
    25/01/2025
      

    La scelta di essere gentili.

    Sebbene sia un romanzo destinato principalmente ai ragazzi, ritengo che possa toccare le corde anche di chi, come me, è "diversamente giovane”. La storia è quella di August, un ragazzino quasi undicenne, intelligente e sveglio, affetto dalla nascita da una rara malattia genetica che gli ha causato una grave deformazione craniofacciale, la “disostosi mandibolo-facciale”. Mentre lui si percepisce e si rappresenta come un’anatra, convinto di somigliarle, agli occhi degli altri appare come uno zombie, capace di suscitare paura e disgusto. Auggie – così è chiamato in famiglia – vive in un ambiente protettivo, circondato dall’affetto dei genitori e della sorella maggiore Olivia, detta Via. A causa delle numerose operazioni chirurgiche subite (ben ventisette fin dalla nascita), non ha mai frequentato una scuola vera e propria. Alla soglia degli undici anni, però, i genitori decidono che è giunto il momento di metterlo in contatto con la realtà esterna e aiutarlo a farci i conti. Così Auggie inizia la prima media in una scuola nuova sia per lui che per i suoi coetanei. Il racconto prende avvio dalla settimana precedente l’inizio della scuola, momento in cui il ragazzo si prepara ad affrontare un ambiente estraneo, privo della costante protezione dei familiari. Qui vivrà situazioni di disagio ed esperienze che procedono per alti e bassi: c’è chi lo deride, chi lo evita palesando disgusto, chi tenta di isolarlo con atteggiamenti da bullo. Tuttavia, Auggie trova anche chi gli offre amicizia, chi lo sostiene e chi impara a convivere con la sua diversità fino ad accettarla e apprezzarla. Perché, al di là delle apparenze, Auggie è un ragazzo come tutti gli altri che dentro si sente normale: “Sono arrivato a questa conclusione: l’unica ragione per cui non sono normale è perché nessuno mi considera normale”. Un ruolo importante nella storia è svolto dal professor Browne, insegnante di inglese, che ogni mese introduce un precetto sulla lavagna, le cosiddette “Regole che riguardano cose molto importanti”. Quello di Settembre recita: “Quando ti viene data la possibilità di scegliere se essere giusto o essere gentile, scegli di essere gentile” (Dr. Wayne W. Dyer). Auggie sceglie sempre di essere gentile, usando la gentilezza come strumento per abbattere i pregiudizi e superare i muri, rendendo possibili trasformazioni impensabili. Lo stile narrativo dell’autrice è semplice ma capace di emozionare, diretto e mai artificioso. Palacio riesce a trattare temi complessi come il bullismo, la diversità e l’empatia con un linguaggio accessibile ma non banale, adatto sia a un pubblico giovane che adulto. La struttura del libro, divisa in otto capitoli narrati da prospettive diverse, arricchisce la narrazione e permette di esplorare le dinamiche da vari punti di vista, mostrando come ogni personaggio viva a suo modo la propria "fatica di stare al mondo". Personaggi che possono sembrare secondari, come Via, la sorella di Auggie, contribuiscono in realtà a dare maggiore profondità alla storia. Attraverso i suoi occhi emerge il peso emotivo di vivere accanto a un fratello che attira gran parte dell’attenzione familiare. Anche i compagni di scuola di Auggie, come Summer e Jack, sono protagonisti di una crescita significativa in termini positivi. Altri personaggi, come i genitori di Auggie, sono un esempio virtuoso di umanità e determinazione, costantemente impegnati a creare un ambiente amorevole per il figlio nonostante le difficoltà. Wonder è un libro per ragazzi, ma il suo messaggio è universale e adatto a tutte le età: l’importanza di guardare oltre le apparenze e costruire connessioni autentiche. Non è solo una storia di accettazione della diversità, ma anche sulla gentilezza quale valore essenziale per migliorare il mondo.
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  • 2 / 9 utenti hanno trovato utile questo commento
    09/12/2021
      

    Bellissimo

    Una lettura adatta a grandi e bambini, il messaggio che trasmette è educativo: non giudicare alle apparenze
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  • 4 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento
    05/06/2020   

    Un libro molto piacevole che affronta con un sentimento limpido il tema della disabilità. Il protagonista è così simpatico e coraggioso che ci si dimentica della sindrome che lo rende deforme e ci troviamo davanti solo quello che in realtà è, un ragazzo alle prese con la scuola, con gli amici, i sentimenti contrastanti di chi lo circonda. Insomma, con un ragazzo come tutti gli altri, solo un po' speciale.
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  • 3 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento
    09/02/2020
      

    Da leggere almeno una volta nella vita

    Un libro molto toccante, profondo, riflessivo che dona ad ogni lettore tantissimi messaggi e spunti di vita (grazie anche ai precetti del professore). Va assolutamente letto almeno una volta nella vita!
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  • 5 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento
    09/06/2019   

    UNA STORIA MERAVIGLIOSA

    La storia narra di un ragazzo di nome Auggie, che è nato con la faccia deformata, chiunque lo vede passare lo prende in giro per dirgli pensieri sgradevoli. Questo libro secondo me è riflessivo perché l’autore vuole dirci che tutti siamo uguali, pur avendo diverse caratteristiche e non dobbiamo escludere nessuno, poi…. se ci mettessimo nei suoi panni secondo me la situazione non ci piacerebbe affatto.
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  • 2 / 10 utenti hanno trovato utile questo commento
    06/05/2019
      

    Bello più del film

    Mi è piaciuto più del film. Molto bello... Anche gli altri libri della collana Wonder sono belli.
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  • 7 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento
    31/10/2018   

    NON GIUDICARE UNA PERSONA DALLA FACCIA

    Mia nipote Chiara, sulla porta di casa, mi è corsa incontro con un libro in mano e mi ha detto sorridendo: “Zia, questo libro è bellissimo, l’ho letto in soli quattro giorni!” , che per una dodicenne con tanti compiti di scuola e lo studio di violino era da encomio. Mi ha prestato Wonder e aveva ragione: è un bellissimo libro, soprattutto per gli adulti. … quando ero piccolo, non avevo problemi a conoscere altri bambini, perché anche loro erano piccoli. Quello che è forte, dei bambini piccoli, è che non dicono le cose con l’intenzione di ferire, anche se poi lo fanno. È che non sanno veramente quello che dicono. I ragazzi grandi no: loro lo sanno quello che dicono. E questo non è affatto divertente per me. Questa è una delle riflessioni delle prime pagine del libro Wonder della scrittrice R.J.Palacio, con cui August, familiarmente chiamato Auggie, è affetto dalla sindrome di Treacher-Collins, una rara malattia che modifica il volto lasciando inalterato il corpo di una persona. August nasce in una famiglia molto attenta nella crescita del bambino tanto da scegliere il momento più opportuno per mandarlo in una scuola pubblica. La storia di August inizia da qui, dal suo ingresso nella scuola media, tra i ragazzi cosiddetti “normali”. Nella riflessione che ho introdotto, una delle bellissime espressioni di naturalezza di cui è intriso il libro, August traccia la prima grande differenza tra il mondo degli adulti e quello dei bambini, che finché sono piccoli colgono sempre nuove opportunità per soddisfare il continuo bisogno di conoscenza, senza porsi il problema della discriminazione e delle diversità. Esperienze note a pedagoghi e psicologi, ma che ho riscontrato personalmente lavorando nelle biblioteche a contatto dei bambini. I nostri piccoli si comportano decisamente meglio degli adulti. Wonder significa meraviglia, stupore di fronte ad un fatto eccezionale, ma per molte pagine del libro il senso dispregiativo è quello di fenomeno, come se August, con la sua deformità facciale, fosse un’attrazione da circo. August, soffrendo e tirandosi su dopo ogni gesto di sconforto, conquisterà molti compagni di classe e renderà il suo aspetto trascurabile di fronte al senso di lealtà e di amicizia di cui sarà capace. Il primo giorno di scuola in cui mi sono presentato con i miei nuovi apparecchi acustici pensavo che i compagni avrebbero fatto un sacco di scene. […] Col senno di poi, non so perché fossi così stressato all’idea. È buffo come a volte ci si preoccupi un sacco per qualcosa che poi si rivela non essere niente. Pluripremiato e alla trentasettesima ristampa, Wonder è approdato al cinema con un film molto partecipato dal pubblico. Se, come me, non lo avete ancora visto, leggete il libro: sono sicura che lo divorerete in quattro giorni!
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  • 7 / 12 utenti hanno trovato utile questo commento
    28/08/2018   

    Commovente, emozionante, ogni pagina è in grado di strappare un sorriso o una lacrima. Molto bello anche il film, anche se non fedelissimo al libro.
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  • 9 / 9 utenti hanno trovato utile questo commento
    28/05/2018
      

    Emozionante, educativo, consigliato a tutti

    Wonder lo consiglio spassionatamente. È uno scorcio per nulla pietistico e triste sulla disabilità, ma non solo. È anche la storia di una famiglia come tante, o come tutte, che affronta le difficoltà in modo vero e vicino ad ognuno di noi. Pieno di affetto e maturità, ma anche tanta consapevolezza. Quel che resta è un grande insegnamento: accertarsi per come si è, fregandosene dei giudizi altrui perché tanto, alla fine, chi ci ama resterà sempre accanto a noi. Nonostante tutto.
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