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Voci del verbo andare

Erpenbeck, Jenny

Sellerio <casa editrice> 2016

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Richard è un filologo classico in pensione, quasi per caso entra in contatto con un gruppo di africani alloggiati in un campo profughi di Berlino. [...]
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento

    Morena Terraschi

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    29/07/2022
      

    Richard è appena andato in pensione, è un filologo classico, ha insegnato per anni all'università a Berlino, in quella che era la Berlino Est. In maniera quasi casuale entra in contatto con un gruppo di richiedenti asilo di varie nazionalità, prima accampati per protesta in una piazza berlinese e poi, grazie ad un accordo con le autorità, trasferiti in un ex ospizio vicino casa di Richard. Mosso da quello che all'inizio è un interesse antropologico, ben presto si fa coinvolgere dalle storie di questi uomini, dalle loro vicessitudini e tragedie. Non è un'attivista in senso stretto, non lancia petizioni o proteste, non pretende di risolvere i loro problemi, semplicemente si mette in ascolto, li accoglie nel senso più esteso del termine, testimonia le contraddizioni del sistema d'accoglienza europeo e l'ipocrisia dei trattati e delle regole comunitarie. Incontra nel suo cammino questa umanità dolente e gli si affianca, aiutandoli dove e come può, diventandone amico. E da parte loro questi uomini, questa ragazzi, riconoscono in Richard un pari, un confidente a cui "donare" il proprio dolore, a cui mostrare le proprie vite sospese tra un ritorno impossibile e una accoglienza rimandata. Vite che si intrecciano e che per un po' si uniscono nell'andare, molto bello.
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    25/05/2020   

    Chi pensa che vengano in Europa per rubarci il posto di lavoro deve leggerlo, chi pensa che siano diversi dai nostri figli deve leggerlo, chi pensa che non ci sia una via per l'integrazione deve leggerlo. Un libro che ha un senso profondo ed umano e che ci fa capire quanto sia solo fortuna quella che ci ha fatto nascere da questa parte del mondo.
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento
    12/02/2018
      

    la multiculturalità parte dal reciproco ascolto

    Fresco vincitore del premio Strega europeo, Voci del verbo andare si presenta come un saggio romanzato. Il tema centrale è chiaramente incentrato sul fenomeno dei migranti nel difficile inserimento in un sistema contorto che tende all’emarginazione, ma ci sono anche elementi di carattere filosofico che aprono porte verso aspetti legati alla condizione psicologica dell’essere umano, come per esempio la solitudine. Seppur non aggiunge nulla a ciò che già si conosce, ci troviamo di fronte ad un libro complesso, difficile da commentare rimanendo nel recinto dell’opera senza che il delicato tema possa condizionare il giudizio. Proverò a farlo. Nell’insieme l’opera mi è piaciuta con diverse riserve, la prosa è buona ma spesso nel corso della narrazione si evidenzia un ripetitività concettuale che annoia ed allontana il lettore dalla storia ; il finale non è all’altezza di un grande libro tagliato e forse molto scontato; mi piacciono gli omaggi a Seneca, Ovidio e gli altri grandi pensatori universali anche se alcuni di essi sembrano forzati; mi è piaciuto molto il connubio temporale tra la Berlino divisa e l’attualità con il parallelo migranti- berlinesi orientali. Un libro da far leggere a chi ancora ha un barlume di lucidità umana ma chiude gli occhi per paura della conoscenza. ThreePointTwentyFive-Star Book
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