biblioteche, roma, libri, cd, dvd, prestito, consultazione, autori, editori, scuole, lettura, multicutura, multietnica, internet, wifi, biblioteche roma, biblioteche comune di roma

Vivo per questo

Issaa, Amir

Chiarelettere 2017

Valuta questo titolo

Due bambini, Amir e Fatima, fratello e sorella, stanno dormendo nella notte quando, all'improvviso, arriva la polizia che, insieme all’ufficiale giudiziario, esegue lo sfratto. “Ho dieci anni, stringo il mio fagotto di vestiti e mi vergogno. In strada, di notte. E adesso?” Nel v. [...]
  • Lo trovi in
  • Scheda
  • Commenti
Se vuoi inserire un commento a questo documento o indicare con un voto da 1 a 5 la tua preferenza inserisci il tuo codice utente e la tua password dal pulsante Accedi in alto a destra.
Non sei ancora un nostro iscritto? REGISTRATI ON-LINE!!
  • 3 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento
    18/09/2017
      

    Biblio circolo collina della pace - Valentina Scarpato

    Una biografia che sembra un romanzo, quella di Amir Issaa, capace di catapultarci dentro il mondo sconosciuto della sottocultura giovanile romana, che ha mosso i suoi primi passi negli anni '90 attraverso l'esperienza del mondo degli skater, del writing (poi evolutasi nella street art), e del rap di strada. Amir - figlio di un'italiana e di un immigrato egiziano finito nel circuito dell'illegalità - ci mette di fronte a un percorso di vita interamente votato alla sofferta ricerca di un'identità che lo salvi da quel senso di precarietà esistenziale in cui la sua condizione "liquida e anonima" lo aveva relegato. Il giovane farà la scoperta di una realtà alternativa, parallela a quella ufficiale, nata ad opera di un manipolo di giovani che subivano sulla propria pelle un comune sentimento di esclusione e per questo divenuti, per ribellione e insofferenza, artefici di codici e linguaggi nuovi in grado di dar voce a quegli invisibili che da sempre popolano le periferie urbane e a cui la società istituzionale non ha mai lasciato vero spazio per esprimersi o raccontarsi. In questo semplice ma sentito racconto di vita, la scuola ci appare fallimentare nel suo tentativo di riscattare dalla rabbia una gioventù cresciuta in contesti difficili, e per questo spesso destinata ad ingrossare le fila di quegli individui votati alla delinquenza o all'emarginazione. Eppure per chi, come Amir, non si arrende a un futuro già segnato da una società che non riesce a integrare gli ultimi, l'unica chance che rimane è quella di battersi attraverso nuove armi, istintivamente costruite per sfidare il sistema, per rivendicare il proprio diritto ad esserci e ad essere. Fare writing - sfidando i divieti imposti dal decoro urbano - o fare rap - sfidando il dogma del creare musica soltanto conoscendone le regole - altro non è se non il grido degli ultimi che reclamano il diritto ad uscire dal loro status di fantasmi, di poter esprimere qualcosa di sé con un linguaggio che solo gli adepti possono afferare fino in fondo. Sarà quindi la scoperta della dimensione del fare musica che indicherà ad Amir una strada nuova, plasmata dalle forme e dai colori della conquista personale, equidistante tanto dal destino tracciato dall'universo scolastico quanto da quello illegale, misero frutto di un mondo sommerso e fatiscente. Il rapper si dimostra un narratore schietto e sincero: per lui l'essere riuscito a fare musica partendo da zero assume infatti la valenza di un riscatto sociale, del grido di chi si "vanta" di essere riuscito a possedere qualcosa pur non avendo mai posseduto nulla prima. Amir si rifa al rap americano, più che a quello italiano, lì dove l'istanza individualista sopravanza quella sociale e/o socialista, visto che l'ostentazione nei video e nei testi per il possesso di beni materiali si riveste del segno di una rivalsa personale nei confronti di un passato costellato di miseria e deprivazione. Quello che per un osservatore distratto è espressione di pura superficilità materialista, ad un occhio più attento potrà invece sembrare un canto di vittoria del singolo chesi eleva al di sopra delle macerie circostanti. Ma la conquista più significativa sarà forse comprendere che l'essenza di ciò che realmente siamo è simile a un mosaico iridato da mille sfumature, plasmato da lasciti ormai lontani seppur dimenticati, crogiolo di eredità ibride non riconducibili a un'idea monolitica di ciò che intendiamo per identità.
    Hai trovato utile questo commento? SI NO   |   Segnala come inappropriato