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4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento12/11/2022
LA SIRENA PARTENOPE
"Abbiamo seguito le sirene, ricordi? Era una delle cose che potevamo scegliere, non l’unica, ma la più interessante, perché la sirena è un simbolo sbagliato, una che non era un pesce ma un uccello, una che non illudeva ma era illusa, una che se ne voleva andare ma è rimasta." La sirena Partenope, fondatrice di Napoli, è costantemente presente in questa nuova avventura di Mina Settembre, assistente sociale del Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest. Affiancata da due uomini, il fascinoso ginecologo Mimmo e l'ex marito Claudio, rampante magistrato, Mina opera nel difficile tessuto sociale di una Napoli non convenzionale ma sicuramente difficile. La vicenda si snoda su due avvenimenti singolari: viene diffuso il video di un bambino che cerca squallidamente cibo nella spazzatura e una anziana scippata cade in coma a seguito del violento strattonamento. Invece nulla è come sembra, come Mina intuisce chiaramente da subito, senza lasciarsi incantare dalle sirene che ingannano e portano fuori strada ed evitando illusioni, malintesi e trappole indiziarie. Inoltre incontriamo una figura profondamente affascinante, si tratta della Signora, che è presente in poetici intermezzi che affiancano tutto il romanzo. In conclusione, troviamo nel tessuto dell'opera non la solita indagine svolta con passione da Gelsomina, ma una ricerca più sottile e più profonda di un romanzo che si fa sempre più corale, dai personaggi che possono contribuire e a un mosaico che messo insieme crea una storia unitaria, lasciando spazio però alle caratteristiche individuali dei personaggi.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento12/09/2021
Capitane coraggiose
Ci sono alcune sensibili differenze nel registro narrativo di questo nuovo romanzo incentrato su Mina Settembre. Vengono abbandonate le «maschere farsesche» evocate sin dal primo episodio, ma non la «fatica del vivere» che anima le storie. Un disagio che, in forme totalmente dissonanti, investe sia le famiglie in difficoltà sia la borghesia benestante. E se Mina è sempre il collettore delle storie raccontate, ecco che De Giovanni introduce un personaggio «straordinario», come viene definito in sede di presentazione: la Signora. Non è l’anima della storia, ma «colei» che ne conosce i segreti e le connessioni. È al di fuori della storia perché ne è al di sopra: non un deus ex machina né un oracolo; piuttosto, volendo forzare un po’ la mano, la Pizia, cioè colei che, in forma criptica, esprimeva il responso dell’oracolo. In questo romanzo ha anche (o soprattutto) una funzione «didattica»: spiega al «giovinotto», che vuole fare lo scrittore, come leggere le situazioni e trovare le connessioni, tenendo aperta la mente ed il cuore. Insomma, l’esemplificazione di un brevissimo corso di scrittura creativa. Poi, naturalmente, ci sono i personaggi: Mina, Mimmo, Claudio e tutti gli altri protagonisti abituali; con il corollario dei protagonisti di turno, vittime e colpevoli. E ci sono le storie raccontate, con il loro carico di dolore e di speranza, di meschinità e (possibile) riscatto. Con un finale atteso negli esiti ma sorprendente nella nascita di una impensabile amicizia e foriero di possibili sviluppi sentimentali.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento13/08/2021
Buonismo e sentimento
Libro veloce da leggere. Una delle storie di Mina Settembre che non sono state trasposte in fiction. Storia dell’assistente sociale e del collega medico in un quartiere difficile di Napoli. Storia fitta di personaggi, ognuno con le sue caratteristiche di cattiveria, arrivismo, protagonismo, modestia, tipicità e normalità. Niente di particolare, finale scontato. Scritto comunque, secondo me, in modo molto fluidoHai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento16/07/2021
Torna Mina Settembre, dopo la tv
Ero molto curiosa di scoprire come Maurizio de Giovanni avrebbe saputo gestire la trama dei romanzi con Mina Settembre come protagonista, dopo che la trasposizione televisiva aveva fatto scempio sia delle trame che dei personaggi usciti dalla sua fantasia. Per fortuna è rimasto fedele ai racconti precedenti, anche se poi ha peccato di poca fantasia, visto che le storie della tv strappalacrime e delle trasmissioni trash sono già state raccontate, molto meglio, da Alessandro Robecchi. Qui le situazioni sono davvero simili, troppo simili, ed è un peccato, e una mezza delusione. Anche gli intermezzi sulla "Signora", così ridondanti è un po' retorici, mi sono sembrati sostanzialmente inutili.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato