In un?annotazione di tre righe su un foglio del Codice Atlantico, Leonardo da Vinci trascrisse un ricordo, ma più probabilmente un sogno, della sua infanzia: un nibbio, calato sulla sua culla, mi aprì ?la bocha colla sua coda e molte volte mi perchottessi con tal coda dentro alle labra?.
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Questo ricordo offre lo spunto a Sigmund Freud per ricostruire l?infanzia e la biografia di Leonardo sulla base delle informazioni disponibili e far luce sui lati più controversi della personalità dell?artista: la sua creatività polivalente, l?incompiutezza di molti suoi capolavori, la gentilezza quasi femminea del suo carattere, la sua ambigua sessualità, in un saggio che egli stesso definì ?un romanzo psicanalitico?. Pubblicato nel 1910, poi rivisto e corretto nel 1919 e nel 1923, Un ricordo d?infanzia di Leonardo da Vinci affronta il problema della creazione artistica e dei rapporti tra arte e psicanalisi, come Freud fece poi anche nei saggi dedicati a Michelangelo e a Gustave Doré, straordinari esempi di uso della nuova scienza psicanalitica in relazione a una ricerca biografica. Freud tuttavia si lascia coinvolgere dal ?caso Leonardo? trattandolo con un trasporto che raramente si ritroverà in altri suoi scritti: l?entusiasmo e la partecipazione con cui scrive rimangono uno degli aspetti più sorprendenti dell?opera.