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Tristi tropici

Lévi-Strauss, Claude

Il Saggiatore <casa editrice> 1999

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Dal mato Grosso all'amazzonia, lo straordinario racconto delle spedizioni etnologiche di Lévi-Strauss presso le tribù indigene del Brasile mescola felicemente il pittoresco al rigore scientifico, l'avventura alla testimonianza appassionata e commossa. [...]
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  • 2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento

    Marco Ferri

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    26/11/2018
      

    Ecco qui si parla di

    Vi ricordate il famoso trittico "chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo"? Ecco qui si parla di "da dove veniamo", come leva per capire le altre due domande e forse dargli una risposta credibile. Facondo e fecondo narratore, Claude Lévi-Strauss qui ci dice chi è, più che cosa fa. Che pensa, più che studia. Una specie di autobiografia sul campo. Un terreno vasto e inquietante come la foresta amazzonica, coi suoi fiumi, tribù, usanze, credenze e tabù. "L'insieme dei costumi di un popolo è contrassegnato sempre da uno stile, questo forma dei sistemi. Sono persuaso che questi sistemi non esistano in numero illimitato, e che le società umane, come gli individui - nei loro giochi, nei loro sogni, nei loro deliri - non creano mai in modo assoluto, ma si limitano a scegliere certe combinazioni in un repertorio ideale agevolmente ricostruibile."( cfr pag. 174). Ecco in buona sostanza il suo punto i vista. Che può essere compendiato con un altro paio di citazioni tratte da questo libro avvincente, oltre che istruttivo. La prima quando dice che le società dell'Asia, per la loro affollata promiscuità, sono la prefigurazione del nostro futuro, mentre le tribù dei tropici sono il nostro passato. Di cui al titolo: "Tristi tropici". L'altra, apparentemente apocalittica, ci dice una verità assoluta: "Il mondo è cominciato senza l'uomo e finirà senza di lui. Le istituzioni, gli usi e i costumi che per tutta la vita ho catalogato e cercato di comprendere sono un'efflorescenza passeggera d'una creazione in rapporto alla quale essi non hanno alcun senso, se non forse quello di permettere all'umanità di sostenere il suo ruolo." (cfr. pag. 402). Non è necessario essere studiosi di antropologia per leggere con gusto questo libro.
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