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Trilogia della città di Parigi

Despentes, Virginie

narrativa Bompiani <casa editrice> 2019

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Tutto ha inizio quando il famosissimo cantante Alex Bleach muore per overdose nella sua vasca da bagno. Lutto enorme per i fan, ma soprattutto per uno tra loro, che negli anni ottanta è stato il proprietario del più celebre negozio di dischi di Parigi e ora, travolto dalla crisi, vive mantenuto dall'amico popstar. [...]
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  • Michele D'apuzzo

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    18/05/2020
      

    Virginie Despentes è una scrittrice provocatoria, sperimentale e dotata, indubbiamente molto brava a giocare il ruolo, costruito ad hoc e molto mainstream, di “ex ragazzaccia” divenuta icona del nuovo movimento anarchico-femminista. La trilogia della città di Parigi è un volume “biblico” di mille pagine, dove l’epopea del protagonista Vernon Subutex, come un’odissea moderna, si articola su tre capitoli, con una prosa, a tratti, incalzante scandita da un ritmo altalenante. Il concetto narrativo del libro ha un livello di ambizione molto alto, come, del resto, le intenzioni dell’autrice e la sua voglia di riscrivere l’Ulisse di Joyce in chiave moderna mutando geneticamente Leopold Bloom nel messianico Vernon ( chiaro omaggio a Boris Vian) il quale, come un Odisseo del nuovo millennio, vaga in un Parigi gotica abitata da esseri vari, bizzarri ,alcuni dei quali, interessanti da un punto di vista letterario. I temi trattati, sparati senza fronzoli o artifici linguistici, spaziano su più fronti non sempre omogenei, dal sesso alla droga, dalle nuove tecnologie all’invasività dei social che condizionano le nostre vite, dall’integralismo islamico alle nuove tendenze messianiche-spirituali che nascondono vuoti di pensiero, dalla violenza sulle donne al nazi-femminismo, dalla frustrazione umana che sfocia la propria rabbia sugli immigrati fino all’apatia del pensiero che genera conformismo. Tuttavia il romanzo ha molti passaggi a vuoto ed un ritmo, che se in un primo momento risulta incalzante, penetrante e seducente, con il prosieguo si attesta su una linea di galleggiamento ed una progressiva decrescita che culmina con un finale completamente avulso in cui l’autrice, forse a corto di idee, perde completamente il contatto con la realtà scadendo anche nell’elaborazione prosaica e condizionando di fatto il giudizio complessivo. Un libro trainato dalla visibilità e dalla fama, non letteraria, dell’autrice con l’ambizione di diventare un capolavoro ma che in realtà non è altro che un simpatico, e lungo, passatempo. ThreePointTwentyfive-Star Book
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    10/01/2020
      

    Irriverente e magnetico

    Il libro, infarcito di citazioni musicali, narra la storia del proprietario di uno storico negozio di dischi che a causa della crisi cade in disgrazia, Vernon Subutex e il suo mitico Revolver. Occhi magnetici e fascino da vendere, finisce a vivere in strada, vittima del caso e del disinteresse altrui. Improvvisamente, però, si riscopre guru rock, grazie alle sue doti da dj. Alle sue feste la gente si sballa di onde sonore in una sorta di ipnosi collettiva e attorno alla sua figura si crea una piccola comunità di "adepti". Su questa vicenda si innestano molteplici storie: l'amico musicista deceduto per overdose, una porno star angelica, una troll detta la Iena, un produttore abietto senza scrupoli, uno sceneggiatore fallito razzista, un operaio marxista premuroso, una ragazzina convertita all'islam vendicativa, etc etc. Un mosaico umano complesso che si ricompone pagina dopo pagina, una scrittura travolgente, sullo sfondo la città di Parigi, eterogenea, grigia, piovosa, palpitante. "Babilonia dissennata... Tutte le combinazioni sono possibili... In questa città arzigogolata si sente sempre comunque a casa".
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