Pubblicato nel 1962, il volume Storie di spettri raccoglie venti racconti apparsi su diverse testate per lo più tra la fine degli anni Cinquanta e i primissimi Sessanta incontrando da subito il favore dei recensori, primo fra tutti Pietro Citati, che in queste pagine riconobbe da un lato la grande lezione dei classici James e Stevenson, dall'altro il fascino di quell'"unico grande spettro grigio" che "continua a commuovere Soldati, Torino, la vecchia Torino". E in effetti l'antica città sabauda, "così affascinante e così repulsiva" è forse la vera protagonista, col suo volto più spettrale, di queste storie nelle quali l'autore utilizza al massimo le proprie doti di scrittore sorprendente, la sua; dote nel creare attesa, lo scatto imprevedibile, il gioco di prestigio.