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Stoner

Williams, John <1922-1994>

Fazi <casa editrice> 2012

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William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. [...]
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  • 1 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    29/12/2023   

    UNA VITA COME TANTE, ED È PROPRIO QUESTO IL BELLO

    Alla domanda, come può una storia del tutto normale, rispetto alle molteplici storie di mondi ed eventi fantastici di tanti altri libri là fuori, essere non solo interessante ma proprio bella? Ecco l'esempio perfetto per descrivere questo romanzo.
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento

    Dario Snaidero

    10/07/2023   

    Una vita vissuta con dignità

    È al capitolo undicesimo, verso la fine del libro, che William Stoner si pone la domanda se la sua vita sia stata degna di essere vissuta. La vita, cioè, di un contadino che nel 1910 si iscrive alla Facoltà di Agraria per passare poi a quella di Letteratura Inglese, si laurea, diventa professore, e svolge il proprio insegnamento all’Università del Missouri fino al 1956. Che cosa ha, pertanto, di così letterario una vita del genere? Eppure, ho letto “Stoner” tutto d’un fiato e, chiusa l’ultima pagina, mi sono meravigliato di questa mia voracità perché la vita di William Stoner è un succedersi di sconfitte. Professionali, innanzitutto. Il professor Stoner diventa ordinario solo al momento di lasciare l’Università. La sua è una vita di povertà. Il matrimonio con Edith è un totale fallimento e anche Grace, la loro unica figlia, si rifugia nell’alcol, incapace di sopportare l’odio della madre per il padre. Anche la guerra con Lomax, l’altro professore di Letteratura, iniziata con il suo rifiuto a iscrivere Charles Walker al corso di specializzazione, termina con una sconfitta. Non c’è quindi da stupirsi se William Stoner percepisca il fascino della morte, questo vuoto che lo risucchia verso il suicidio. Katherine Driscoll, quasi un deus ex machina, entra di prepotenza nella vita fallita di Stoner e lo fa sentire vivo. Ma il professor Stoner non può avere una amante, giovane e bella. E, soprattutto: intelligente. È l’ennesimo fallimento. Sembra un inno alla tristezza, questo romanzo. Non ci si capacita che Stoner non abbia mai avuto un pizzico di fortuna. Sembra quasi impossibile la sua incapacità di sapersi destreggiare nella vita quotidiana così come nelle beghe universitarie. Eppure, questo professore è stato un buon professore anzi: ha saputo dare il meglio di sé come professore, e, quasi un moderno Giobbe, per davvero, ha vissuto in pieno la propria vita.
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  • 6 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento
    24/01/2021
      

    Come una valanga

    Spinta dalle numerose recensioni ho deciso di acquistare il libro. Leggendo la prima parte non riuscivo a capire tutto il clamore. Poi la storia mi ha travolto come fosse una valanga,mi ha trasportato in un’altra direzione e l’ho davvero amato. Sorprendentemente semplice, ma una storia che ti rimane dentro. La scena finale sembra di viverla lì con il protagonista...super consigliato.
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  • 6 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento
    11/09/2020
      

    E' davvero il racconto di una vita "normale"?

    Non sono d'accordo. Ammesso e non concesso che ci siano vite piatte, o "normali" (usato appunto in un'accezione che suona, non si sa perché, quasi negativa), non è questo il caso. Il protagonista, nato in una famiglia umile, si fa strada fino a realizzare la sua passione per l'insegnamento a un livello molto alto (diventa docente universitario); pubblica un libro; vive due gravi conflitti, in ambito coniugale e sul lavoro; vive un vero amore; ha piena consapevolezza di ciò che gli succede. Non è, quindi, una persona né piatta né "normale" (continuo a usare le virgolette perché non condivido l'accezione con cui è usato questo aggettivo). Ciò che caratterizza, però, questo personaggio (e quindi la storia) è l'atroce passività con cui si lascia spogliare di tutto, e la sostanziale acquiescenza alle convenzioni sociali e ai loro ricatti. Il posto che si è assicurato nell'insegnamento, in fondo, diventa la prigione in cui si è volontariamente rinchiuso; non a caso il suo unico moto di ribellione (se così si può definirlo, visto che è, tutto sommato, solo una trovata che gli consente di non affrontare direttamente il suo avversario Lomax) riguarda la salvaguardia del ruolo acquisito come insegnante. Ciò che la storia trasmette è soprattutto una profonda tristezza, e un po' di rabbia. Una volta che si è cominciato a leggere, si continua per l'alta qualità della scrittura, che riesce a illuminare spazi di vissuto particolari e non facili da descrivere, e anche un po' perché si spera che prima o poi il protagonista riesca a ribaltare lo stato delle cose; ma non succede.
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  • 3 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento
    23/11/2019   

    tristemente triste

    Bello, ma a me continua a sembrare un esercizio (ben fatto) su come scrivere un intero libro su un personaggio costruito in modo da non essere interessante. Non è uniformemente piatto: c'è un momento in cui il protagonista rivela delle potenzialità, quando scopre la sua vocazione. Poi segue una storia triste e soprattutto molto prevedibile con i classici luoghi di matrimonio lavoro e malattia. (Non metto stelline per non rovinargli la media, ma sarebbero tre.)
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  • 7 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento
    11/09/2019   

    Questo è un libro che forse non basta leggere una sola volta, perchè apparentemente narra la vita banale di uno qualsiasi di noi, dove non succede niente di particolarmente sensazionale, ma in realtà, forse proprio perchè nei particolari e nei piccoli accadimenti sta la poesia della vita, è un libro che ti entra dentro e come tutti i bei libri te lo porti dietro a lungo. Stoner vive, o meglio subisce ,quel che la vita gli offre senza opporsi mai nè alla moglie non amata, nè al suo superiore universitario Lomax, nè purtroppo nemmeno al declino della figlia Grace. Il suo amore è la letteratura e la scuola. Splendido (vale tutto il libro) l'ultimo capitolo in cui Stoner descrive la sua propria morte. Notevole anche la postfazione di Cameron.
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  • 10 / 11 utenti hanno trovato utile questo commento

    Luciano Bassetti

    27/03/2019   

    Un libro inaspettatamente bello.

    Premesso che la postfazione di Cameron è praticamente perfetta ed entusiasmante, provo ad aggiungere qualcosa di mio. Il protagonista, possibile alter-ego dell’autore (John Williams – Williams Stoner), è immerso in una vita monotona, senza sprazzi, molto convenzionale. Il libro potrebbe esaurirsi qui, se non fosse che la passione, come nella vita di ognuno di noi, è sempre in agguato, pronta a risvegliare sensi ed intelletto per apparecchiarci qualcosa di inatteso e grandioso. Improvvisamente, quindi, la terribile passività di Stoner, pronto a subire quasi tutto quello che gli cade addosso cercando solo di non farsi troppo male, ha un sussulto vitale. Riesce ad afferrare il suo destino, a plasmarlo sui suoi veri interessi, reagendo con una durezza che non gli conoscevamo e con una determinazione che sembra uscita da altri romanzi. Mi è piaciuto questo salto di qualità, l’evidenza che in ognuno di noi convivono sempre almeno un paio di anime che sta a noi far emergere nei momenti più importanti. E mi sembra anche una bella lezione, non didascalica ma pratica, sulle infinite possibilità dell’esistenza a condizione che si sappia e si voglia far nascere fiori dal letame. Belle e convincenti le descrizioni degli stati d’animo che attraversa Stoner, situazioni in cui almeno una volta nella vita ci siamo trovati a dibatterci e a soccombere. Per pigrizia, incapacità, debolezza o rassegnazione, tutti elementi che generano con facilità quel grigiore che invade la maggior parte del romanzo. Ma quella luce folgorante che si accende in alcune occasioni vale come antidoto vitale alla tossicità di una routine che sembrava una seconda pelle di Stoner. Tante cose sembravano, molte si sono confermate, ma c’è spazio per un riscatto che può valere un’intera esistenza. Consiglio una lettura attenta delle ultime pagine, di cui non svelerò il contenuto: è una delle migliori descrizioni letterarie che ho incontrato sul tema. Indimenticabile come le altre pagine dell’intero romanzo.
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  • 8 / 9 utenti hanno trovato utile questo commento
    23/03/2019
      

    Un libro da vivere

    Concordo con chi me lo ha consigliato. Ero scettica ma invece è un vero capolavoro della letteratura contemporanea. E' la storia "normale" di colui che potremmo definire "'l'uomo della porta accanto", ma privo di quella banalità che potremmo attenderci. Proprio perché è un uomo come noi, insieme e lui viviamo le sue incertezze e le sue debolezze, le sue perdite e rinunce e le sue conquiste. Il tema della letteratura e della passione per essa che è in grado di sostenere la nervatura di un essere umano è descritta impeccabilmente e ci trascina nelle aule dell'università, nelle lezioni, dei discorsi. E' la storia di un uomo che nella sua normalità diventa esemplare, nel lavoro, nell'amore, nei rapporti interpersonali, nella vita. Un libro che fa pensare. Per altro, scritto benissimo. Davvero da leggere.
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  • 10 / 11 utenti hanno trovato utile questo commento
    14/03/2018   

    La vita non si può evitare

    Che dire? Una sorpresa questo libro! La vita qualunque di una persona qualunque o che comunque così si reputa. Che sta lì un po' apatico e timoroso di affacciarsi al mondo e che nella normalità di ogni suo giorno ed ogni suo gesto scopre (e noi con lui) che dalla vita non si può scappare. Fare o non fare, dire o non dire, scegliere o non scegliere sono comunque scelte di per sè e provocano delle conseguenze. L'autore ci tiene incollati a questa normale vita e a volte ci fa arrabbiare, altre volte ci fa sentire frustrati, altre dispiaciuti, infine addirittura commossi... Lo ho amato.
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