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Spatriati

Desiati, Mario

narrativa Giulio Einaudi editore 2021

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Claudia è solitaria ma sicura di sé, stravagante, si veste da uomo. Francesco è acceso e frenato da una fede dogmatica e al tempo stesso incerta. Lei lo provoca: lo sai che tua madre e mio padre sono amanti? Ma negli occhi di quel ragazzo remissivo intravede una scintilla in cui si riconosce. Da quel momento non si lasciano più. [...]
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  • 1 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento
    24/05/2023
      

    Spatriati in patria

    E’ un libro di religione, di ossessione, di dipendenza, di meridione, di clandestinità e di natura. E’ un libro per chi sa perdersi senza promesse di ritrovarsi.
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  • 7 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento
    12/09/2022
      

    Qual è la motivazione del Premio Strega?

    Conclusa , un po' di malavoglia, la lettura di questo romanzo, mi sono chiesta cosa abbia indotto la giuria ad assegnargli il Premio Strega. L'incipit sembra buono; presenta due adolescenti solitari alla ricerca di se stessi. All'improvviso poi, a Berlino, lo scenario cambia e sembra che l'autore voglia soltanto scandalizzarci con le esperienze fuori dal comune dei protagonisti. Non c'è studio psicologico o introspezione, ma solo sesso estremo che non conduce a nessuna crescita dei personaggi. La prosa è fluida; l'unico aspetto del romanzo secondo me piacevole è costituito dalle descrizioni paesaggistiche , di Martina Franca, di Berlino.
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  • 8 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento
    14/08/2022   

    Un libro crudo

    Il libro è crudo, non trovo un’altra parola e trasmette una visione pessimistica delle relazioni umane, che sembrano possibili solo se false e segnate dal tradimento, dall’infedeltà oppure totalmente libere da qualsiasi impegno rispetto all’altra persona da cui si può partire e tornare, a cui si può rinunciare pur di non perderla. Che cos’è l’amore? Che cos’è l’amicizia? I protagonisti del racconto sembrano del tutto disinteressati al mondo degli affetti e al tempo stesso in perenne ricerca di loro stessi e della loro capacità di stabilire relazioni durature, accettando pause di silenzio, addii, partenze e ritorni. Tantissime, forse troppe le citazioni di altri autori, quasi a voler dar peso allo scritto, o a voler delimitare la cerchia di cui l'autor sente di essere parte.
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  • 5 / 12 utenti hanno trovato utile questo commento
    09/08/2022
      

    Un grande punto interrogativo

    Riconosco la bravura nella scrittura di Desiati. Riconosco l'importanza dei temi trattati. Ma. Sussiste un grande ma per me. Se fai di tutto per farmi capire che sei tanta, tanta roba, io dopo un po' distolgo lo sguardo. È un libro che non rileggerei.
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  • 7 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento

    Claudia Pavan

    21/07/2022
      

    Romanzo che disorienta. Non meritevole del Premio Strega

    Partendo dal titolo "Spatriati" = senza Patria. Qui si intende non solo immigrati, bensì tutti coloro che non si sentono come la massa...cioè non sono omologati. Questo è apprezzabile nel romanzo! Lo scrittore ci vuole far entrare nella psicologia dei due protagonisti : Claudia e Francesco. Entrambi si sentono "diversi" da tutti i loro coetanei. Claudia cerca un "altrove".. e infatti esce dalla sua terra pugliese...mentre Francesco resta, ma si sente sempre legato alla sua amica Claudia. Ma è veramente un' "amica"?? ... o è qualcosa di più? E' proprio questa la domanda che Desiati non vuole che il lettore si ponga. Con il suo racconto, Desiati, vuole prospettarci un mondo interiore nuovo / diverso ... dove tutti noi possiamo rispecchiarci...o, almeno, provare a non scandalizzarci dei nostri stessi pensieri. Mi domando: I nuovi scrittori hanno qualcosa di importante da dirci..oppure è l'ennesimo tentativo di dire qualcosa di scioccante ... pur di essere originali e di VENDERE..? oppure ...ancora..è un modo per esorcizzare la propria sofferta identità? (parlo dello scrittore) Claudia Pavan (Circolo Lettori Biblioteca P.P. Pasolini)
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  • 8 / 20 utenti hanno trovato utile questo commento
    11/07/2022
      

    Brutto, scritto male. In poche parole pessimo.
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  • 13 / 14 utenti hanno trovato utile questo commento

    Giorgio Grasso

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    25/06/2022
      

    Due solitudini, tanti legami, nessun rapporto

    Francesco e Claudia sono uniti da un legame fin da ragazzi, un sentimento profondo che non si espliciterà mai in un vero rapporto uomo-donna proprio perché entrambi hanno una sessualità in continuo divenire. E perciò, nonostante tutti i legami che intrecceranno, restano soli, almeno fino ai 40 anni, che è dove il romanzo finisce. Ma avrebbe potuto continuare sugli stessi toni di tentativi di integrazione con il mondo da parte dei due protagonisti. Le prime 60 pagine promettono molto, poi il romanzo entra in una lunga fase di stanca, solo in parte riscattata dal periodo a Berlino. Sto leggendo anche gli altri candidati allo Strega 2022 e questo di Desiati non mi sembra finora il migliore, molto pretenzioso e in alcuni punti voglioso di "scandalizzare" i lettori benpensanti con alcune scene di sesso e anche con gli atteggiamenti "liberi" dei due protagonisti. Ma, se pure il racconto si svolge negli anni Novanta e all'inizio di questo secolo, pure i temi raccontati appaiono già sentiti e tutto sommato fuori tempo massimo. Nota postuma dell'8 luglio: come previsto Spatriati ha stravinto lo Strega 2022, senza un minimo di suspence. Missione compiuta, quindi. Prosit!
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  • 10 / 11 utenti hanno trovato utile questo commento

    Maria Attolini

    13/06/2022   

    Spatriati

    Spatriato é, non solo, chi viene cacciato dalla patria ma anche, in dialetto pugliese (l'autore é di Martina Franca), chi è disorientato, ramingo, orfano. Un vocabolo molto attuale e che si rispecchia nelle vite di Claudia e Francesco, i protagonisti di questo libro, emblema di una generazione alla ricerca difficile di un'identità. Perché Spatriati si sono sentiti sin da piccoli. Nel contesto familiare pieno di tensioni (il padre di Claudia é l'amante della madre di Francesco), nella sfera sessuale indeterminata, nella terra di origine, nella realizzazione di sé. Seguiamo Claudia e Francesco nel loro percorso parallelo di formazione. Soli e in disparte, lontani ma sempre legati da un filo che li unisce. In un viaggio di ricerca potenzialmente interessante ma raccontato attraverso esperienze, come la parentesi berlinese, che non mi hanno convinta e non costituiscono, a mio avviso, l'espressione del sentire e del disagio giovanile. Un libro su cui avevo grandi aspettative e che mi è "sfuggito" nella comprensione del messaggio. Ho apprezzato, invece, la scrittura poetica e le belle descrizioni della Puglia e di Berlino.
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  • 14 / 15 utenti hanno trovato utile questo commento

    Cesarina Evangelista

    02/06/2022
      

    Una generazione di quarantenni che si sentono cittadini del mondo, vogliono approdare a tutte le esperienze che un mondo libero offre loro, si affermano sul lavoro ma trascurano la sfera affettivo sentimentale, hanno l’esigenza di affrancarsi dalla generazione dei padri ma pare non siano sufficientemente attrezzati per trovare stabilità. Conducono una vita sbandata con incontri di personaggi ambigui, fanno esperienze estreme come per liberarsi del male che hanno dentro, sono alla ricerca di un centro di gravità, di un “ubi constistam”, cioè sono degli “spatriati”. La scrittura è scorrevole ma le tematiche sono fin troppo abusate, sembrano rincorrere una moda in voga in questo periodo storico.
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  • 20 / 21 utenti hanno trovato utile questo commento
    26/05/2022
      

    Questo è un candidato al Premio Strega... Potrei dire tante cose negative di questo libro che non mi sono piaciute, ma dirò semplicemente che trovo assurdo che alcune recensioni (non su questo sito) abbiano dato il massimo delle stelle osannando la rottura degli stereotipi che Desiati propone con le storie di Francesco e Claudia. Ecco, io ho visto in realtà solo 200 e passa pagine in cui questi acclamati stereotipi venivano gonfiati sempre di più, al suon di "Nessuno può impedirmi di essere chi voglio" e con uno scenario familiare alle spalle più che fantascientifico. Inoltre, da qualche anno a questa parte, ho letto più libri contemporanei italiani sempre con le stesse trame di sesso, rapporti omosessuali messi così, vaghi e per far scena. Mi sono domandato più volte "Ma cosa ne devo trarre?" e la risposta è stata sempre l'indifferenza.
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