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Siddharta

Hesse, Hermann

Adelphi <casa editrice> 1973

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Chi è Siddharta? È uno che cerca, e cerca soprattutto di vivere intera la propria vita. Passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari, e non si ferma presso nessun maestro, non considera definitiva nessuna acquisizione, perché ciò che va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti. [...]
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  • 0 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento
    07/03/2025
      

    immenso

    Romanzo di formazione immenso, intenso e indimenticabile.
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  • 30 / 30 utenti hanno trovato utile questo commento
    11/03/2020
      

    "Una meta si proponeva Siddharta: ...  non essere più lui, trovare la pace ...

    ... del cuore svuotato, nella spersonalizzazione del pensiero rimanere aperto al miracolo, questa era la sua meta." ( P. 46 ). Edito nel 1922, considerato un cult da generazioni di lettori, soprattutto dagli adolescenti degli anni '70, questo romanzo di formazione si snoda in una complessa e affascinante metafora filosofico-religiosa quasi sospesa nel tempo, ispirata alla biografia del Buddha storico e narrata da Hermann Hesse con una soave leggerezza. Il giovane Siddharta attraverso le sue variegate esperienze, dal viaggio all'ascesi, dalla storia d'amore con Kamala alla rinnovata amicizia con il fratello Govinda, dal suo problematico ruolo di padre ( alle prese con un figlio ribelle ) al suo impegnativo percorso spirituale che culmina nell'illuminazione, diventa infine, con il lento e progressivo passar degli anni, un vecchio sapiente ovverosia un buddha dal momento che è riuscito, già in vita, a raggiungere il nirvana, una perfetta condizione di pace e felicità interiori. La vicenda, ambientata in India ed inserita in un contesto epico, è non solo espressione di quel misticismo basato sulla meditazione ma rappresenta, in senso lato, il percorso umano, inquieto e sofferto tuttavia tendente verso il miglioramento.   Inoltre attraverso il protagonista, i suoi stati d'animo, la sua interazione con gli altri personaggi e con il paesaggio naturale, lo scrittore tedesco non solo ha voluto condensare l'essenza della vita - fondata sul binomio corpo-anima e sempre altalenante tra desideri, dubbi, aspirazioni - ma, in particolare, ha inteso evidenziarne gli aspetti virtuosi quali, ad esempio, il distacco dagli interessi materiali, la liberazione dalle passioni, l'elevazione verso la verità e la conoscenza del bene. Man mano che ci addentriamo nella narrazione notiamo che la spiritualità indiana - pertanto orientale - su cui si incentra tutto il romanzo, si innesta armoniosamente anche nella cultura filosofica occidentale. Infatti, oltre a numerosi riferimenti al buddhismo e all'induismo, emergono collegamenti al pensiero di Schopenhauer, Bergson e Nietzsche che conferiscono all'opera un'ulteriore organicità. 
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