600.000 IMI rifiutarono collaborazione con i tedeschi e con le forze armate della Repubblica di Salò. Erano ufficiali, sottoufficiali, soldati, medici, cappellani militari. Vennero trasferiti nei campi della Polonia e della Germania.
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L'Associazione Nazionale Ex Internati da tempo ha intrapreso un'opera di ricerca e raccolta di documenti, ai fini della divulgazione di questa pagina fondamentale della nostra storia. Atto volontario di resistenza alla protervia nazista fu anche quello dei martiri di Cefalonia, Corfù, Zante, dove la guarnigione italiana nelle isole greche dello Ionio si oppose al tentativo tedesco di disarmo e combattè per vari giorni. Ancora soldati della Divisione 'Aqui', finanzieri, carabinieri, uomini della Regia Marina, furono i primi resistenti. In questo contesto si collocano anche vicende individuali e collettive di italiani che, dal nostro Mezzogiorno, trovandosi in Piemonte dopo l'8 settembre 1943, intraprendesero la scelta della lotta al nazifascismo. Infine la vicenda di 7 mila giovani, circa, in gran parte militari, provenienti dal Sud Italia (siciliani, pugliesi, campani, calabresi, sardi, lucani) che parteciparono con ruoli diversi alla Resistenza piemontese.