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Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio

Lakhous, Amara

Giallo E/O <casa editrice> 2006

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Il libro è il riadattamento in lingua italiana del secondo romanzo dello scrittore e giornalista algerino Amara Lakhous "Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda", pubblicato in Algeria in lingua araba, per narrare la vicenda di un'emigrazione, e riscritto in Italia a caratterizzare storie di inclusione. [...]
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  • 5 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento
    02/01/2025
      

    Un libro piacevole che si legge rapidamente. Tocca il tema dell'immigrazione, i pregiudizi che, da una parte e dall'altra, non favoriscono l'integrazione, e, non da ultimo, i problemi legati alla vita condominiale! Il paragone con Gadda mi sembra francamente esagerato; inoltre ho trovato poco credibile il "dialetto napoletano" della portiera.
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento

    Daniela Bertoglio

    01/01/2025
      

    Amara Lakhous è venuto a Roma nel 1995, dove si è laureato in Antropologia (aveva già conseguito una laurea in filosofia ad Algeri), e a Roma ha lavorato come mediatore culturale e come giornalista per alcune radio. Questo romanzo è stato scritto in arabo e poi riscritto dall'autore in italiano. Io lo avevo letto tanti anni fa, quando venne pubblicato, e lo ho riletto ora, e penso sia un testo interessante, perché non solo dà voce ad alcuni immigrati, ma, attraverso le loro storie e le loro considerazioni, è uno specchio di come siamo visti noi italiani. E' un romanzo corale, in ogni capitolo un personaggio diverso racconta la sua versione dei fatti, e alla fine Ahmed/Amedeo, che è una sorta di alter ego dell'autore, svela il suo punto di vista. C'è stato un omicidio, in un palazzo di piazza Vittorio, nel quartiere Esquilino, il più multietnico di Roma (o almeno lo era una ventina di anni fa), la polizia sospetta che a compierlo sia stato Amedeo, visto che è scomparso, ma nessuno degli abitanti del palazzo, italiani e stranieri, lo crede possibile, vista la sua natura gentile e decisamente non violenta. Ogni personaggio esprime i suoi pregiudizi, le sue paure, le sue avversioni ed idiosincrasie, debolezze e punti di forza. Lo stile di scrittura è semplice, ironico, non banale.
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  • 5 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento

    Morena Terraschi

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    03/02/2022
      

    E' un racconto costruito alternando il diario di Amedeo/Ahmed e il ritratto che ne fanno di volta in volta donne e uomini con cui, a vario titolo, Amedeo ha rapporti. Il motivo per cui ne parlano è il sospetto che sia lui l'assassione del Gladiatore, italiano razzista e fascista che abita nel suo stesso condominio. Di Amedeo scopriamo così drammi e segreti, ognuno dei narratorə/testimonə nel raccontarlo racconta la propria vita, le proprie speranze e i propri problemi: un coro multietnico.
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  • 7 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento
    10/06/2019
      

    Con Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, Amara Lakhous – scrittore, giornalista antropologo algerino con cittadinanza italiana - mette a nudo stereotipi e pregiudizi attraverso un romanzo poliziesco corale. Nell’ascensore di un palazzo in Piazza Vittorio, dove convive – suo malgrado – un’affollata comunità multietnica, viene ritrovato il cadavere di un piccolo delinquente, il Gladiatore. Le indagini si concentrano su Amedeo, esule algerino, ma i condomini formulano ipotesi diverse dando luogo, così, a un intreccio di tante verità: quelle dell’aspirante regista olandese, della bisbetica portiera napoletana, del professore milanese che detesta i romani, del cuoco iraniano che odia la pizza, della signora che vive per il suo cagnolino, della badante peruviana e della ragazza impegnata nel volontariato. Tutti raccontano la loro versione dei fatti ma, allo stesso tempo, ricostruiscono il loro passato e le loro storie tra quell’integrazione e quel rifiuto che vivono alternativamente nella Capitale. Nei loro racconti si delinea, infatti, sia la cruda realtà del razzismo, degli stereotipi e delle incomprensioni all’interno di una società che fa fatica ad accettare la diversità e l’integrazione sia la tolleranza e la solidarietà. Il tutto sullo sfondo di un omicidio e di un ascensore per il quale gli abitanti dello stabile sono in guerra l’uno con l’altro. Toccherà al commissario di polizia Bettarini ricomporre gli elementi della vicenda e ricostruire le storie del condominio che altro non sono che le storie di una comunità multiculturale i cui appartenenti non hanno nulla in comune tranne il fatto di essere chiamati a testimoniare in qualità di potenziali testimoni di un crimine. L’autore, attraverso questa polifonia linguistica e culturale – sapientemente mescolata alla satira di costume - ci invita, dunque, a percepire la diversità con ironia e, allo stesso tempo, ci sfida a conoscere aspetti delle culture migranti a noi sconosciuti in questo piccolo angolo di Europa troppo spesso chiusa in sé stessa.
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  • 6 / 9 utenti hanno trovato utile questo commento
    20/04/2019
      

    Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda?!

    Ne trovate mille edizioni anche più moderne di questa ma questa edizione è spettacolare. Copertina consumata, pubblicazione Assolo dedicata a Roberto de Angelis, le illustrazioni sono di Chiara Carrer e la grafica di Emanuele Ragnisco. Prima del romanzo vi arrivano tre pugni allo stomaco di saggezza tratti da tre testi indimenticabili: uno di Donkol che si intitola "L'uomo del sud", uno di Sciascia "Il giorno della civetta e uno di Tahar Djaout "L'invenzione del deserto". Diviso in undici capitoli o meglio in dieci ululati e un undicesimo intitolato La verità "Ultimo ululato o prima che il gallo canti". Ogni capitolo racconta una verità diversa di un autore diverso o di un'autrice diversa e hanno partecipato italiani, arabi sudamericani e tedeschi. In ogni capitolo sempre scritto in prima persona trovate le riflessioni di ogni protagonista sulla vita e sulla vicenda di quello che viene soprannominato "Il Gladiatore". Anche questo si può facilmente recitare. Apprezzo la saggezza di questo romanzo perché in ogni capitolo impari qualcosa. Della nota conclusiva impariamo che l'autore nel 2003 ha pubblicato questo romanzo in arabo a cui in italiano poi ha cambiato il titolo scegliendo l'attuale di questa versione che è stata pubblicata in Italia tre anni dopo. Io ho apprezzato il decimo ululato dove si parla anche dell'immigrato accusato dell'assassinio del protagonista che ha uan doppia identità: Amedeo in realtà si chiama Ahmed Salmi che fuggirà e scomparirà in seguito alle accuse della morte del protagonista Lorenzo Manfredini altresì noto come IL Gladiatore ma siccome come spesso accade nella vita la verità ha più facce: anche in questo capitolo di facce ne sono riportate tre. Una che auspica già alla chiusura dellìinchiesta e una che scagiona l'imputato Salmi e gli fornisce un'alibi: il giorno della morte dell'odiato protagonista Manfredini, Salmi era al San Camillo mentre l'assassino è femmina e il movente è la vendetta su Mandredini per averle ucciso il cane. Nell'undicesimo ululato mi sono piaciute le riflessioni sulla verità e le diverse verità inerenti a fatti accaduti a Roma tra il 2001-2006 tra novembre, dicembre, giugno, marzo e aprile. A parte il romanzo, quando lo sfogliate e vedete che è usurato, datato, sottolineato a matita e macchiato a pagina 15 e 16, insomma vissuto trattatelo con cura, come fareste con qualcuno a cui volete davvero bene. A fine romanzo trovate 4 suggerimenti di lettura Assolo uno meglio dell'altro.
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  • 15 / 17 utenti hanno trovato utile questo commento
    12/11/2015
      

    L'ho letto quasi per caso, ma mi è rimasto molto impresso e quasi quasi vorrei rileggerlo. E' davvero particolare e originale il fatto che sia ambientato in una delle zone più "macedoniate" della capitale e il fatto che lo abbia scritto uno "straniero" dimostra quanto sia stato efficace il suo parlare, raccontando da un lato anche una vicenda molto vicina alla sua vita personale. E' ancor più particolare però lo sviluppo delle vicende, ordinario ma molto intelligente, a mò di diario, dove ogni capitolo è una pseudo-intervista a uno dei condomini. La trama ruota interamente su un omicidio in un ascensore, in un condominio dove vive gente di tutti i colori, come succede in ogni condominio che ormai rientra nella realtà comune di questo secolo ormai senza confini di alcun tipo. Le accuse vengono puntate immediatamente su uno straniero scomparso dopo l'accaduto. Una persona per bene, che nonostante le sue origini, si è sempre dimostrato interessatissimo alla cultura del nostro bel paese conquistando le simpatie di molti, come il barista che lo vedo come uno "strano straniero". Ma è proprio questo a destare i sospetti su di lui, l'unico mai intervistato ma onnipresente dato che ogni capitolo è intervallato da una sua pagina di diario, uno dei suoi ululati. E' divertente come l'autore riesca a scherzare su certi fenomeni di oggi, denunciandoli allo stesso tempo con molta leggerezza. Un libro a cui dò 5 stelle ad occhi chiusi, secondo voi non è da leggere?
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