Nato per iniziativa di Leone Cattani, diretto da Mario Pannunzio e poi da Manlio Lupinacci e Vittorio Zincone, "Risorgimento liberale" riuscì ad imporsi come giornale di qualità nel panorama della stampa politica dell'immediato dopoguerra.
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Portavoce di una concezione rinnovata del liberalismo, sull'organo del PLI si realizzò una vasta aggregazione di intellettuali, che anticipa l'esperienza del "Mondo", a testimonianza della vitalità della cultura liberale e della validità di una proposta giornalistica che garantiva un dibattito libero da condizionamenti. Si trattò di un giornale "di partito" che andò oltre il partito, che volle essere la voce dell'Italia liberale e moderata e che fece della salvaguardia della libertà e della liquidazione etico-politica del fascismo le ragioni principali della sua esistenza.
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